Per contrabbandarli in Iran, Libano e altri Paesi dopo averli rubati da musei e siti
Le violazioni degli Houthi in Yemen non si limitano a colpire gli esseri umani, ma anche la storia del Paese e il suo patrimonio antico di migliaia di anni, attraverso il saccheggio e il contrabbando di pezzi archeologici e manoscritti in diversi Paesi, tra cui Iran e Libano.
I lavoratori del settore delle antichità, dei musei e dei manoscritti nello Yemen hanno accusato gli Houthi di continuare la distruzione sistematica di ciò che restava delle antichità del Paese, a volte saccheggiando, contrabbandando e vendendo, e altre volte prendendo di mira direttamente attraverso bombardamenti e trasferimenti in depositi di armi e caserme militari.
Hanno anche chiarito che importanti leader Houthi, appartenenti a Saada, hanno contrabbandato, dall’inizio di quest’anno, più di 4.800 manufatti e manoscritti archeologici, secondo quanto riportato domenica dal quotidiano “Al-Sharq Al-Awsat“.
Questi manoscritti risalgono a centinaia di anni fa e sono stati introdotti clandestinamente in Iran, Libano e altri Paesi dopo essere stati rubati da musei e siti archeologici sotto il controllo del gruppo.
Alcuni lavoratori dell’Autorità generale per le antichità di Sana’a hanno anche spiegato che la milizia ha recentemente intensificato i suoi sforzi nel campo delle antichità e dei manoscritti, saccheggiandone molti dai musei di Sana’a e di altre città yemenite.
Ne hanno anche acquistati altri da mediatori e contrabbandieri, poi li ha contrabbandati dopo averli riuniti in destinazioni iraniane. Le fonti affermano che importanti leader Houthi a Sana’a possiedono ancora molte antichità, tra cui statue di bronzo grandi e piccole, iscrizioni, monete d’oro e d’argento, amuleti di rame, tavolette di pietra, punte di freccia e altri. Il leader della Guardia rivoluzionaria iraniana, Hassan Erlo, Governatore di fatto iraniano in Yemen, sarebbe dietro questo fenomeno.
Autore Redazione Arabia Felix
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