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Vittoria e Axel una storia e la sua casa: Villa San Michele a Capri (NA)

1976
Villa San Michele a Capri (NA) - ph Rosy Guastafierro
Villa San Michele a Capri (NA) - ph Rosy Guastafierro


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Quando arrivi di sera nel porto di Capri (NA), alzando gli occhi verso il Monte Solaro lo sguardo viene attratto da una serpentina di luci che salgono tra le rocce: è la scala Fenicia.

Una gradinata intagliata a mano nella pietra viva, seguendo la tipica tecnica che ritroviamo nelle isole del Mar Egeo, che, con i suoi 921 gradini, collega lo scalo dell’Isola Azzurra al comune di Anacapri.

Scala Fenicia sul Monte Solaro a Capri (NA) - ph Rosy Guastafierro
Scala Fenicia sul Monte Solaro a Capri (NA) – ph Rosy Guastafierro

Costruita intorno al VII e VI secolo a.C. dai Greci, è stato per secoli l’unico collegamento tra Marina Grande, Capri e Anacapri. Veniva percorsa regolarmente per trasportare generi alimentari, l’acqua, materiali edili e la corrispondenza fino al 1877, quando fu inaugurata la strada carrozzabile.

Cimentarsi nella salita significa farsi trasportare in un déjà-vu, panorama mozzafiato, croci intagliate nella pietra, maioliche colorate fino all’antico varco del paese soprannominato Porta della Differenza, per la rivalità che intercorreva tra i due comuni.

Villa San Michele a Capri (NA) - ph Rosy Guastafierro
Villa San Michele a Capri (NA) – ph Rosy Guastafierro

Ancora più su, una costruzione bianca, dalla cui terrazza fa capolino una sfinge, in granito rosso, risalente al periodo di Ramses II, che, con lo sguardo perso verso il mare blu che si confonde con il cielo attraversato dal capo di Sorrento, ci accoglie: Villa San Michele.

Villa San Michele a Capri (NA) - ph Rosy Guastafierro
Villa San Michele a Capri (NA) – ph Rosy Guastafierro

Nel 1875, un diciottenne svedese, benestante, durante l’estate, girando l’Italia, decide di constatare di persona se la fama dell’isola delle sirene corrispondesse a verità. Appassionato naturalista si affida ad una donna del posto, Maria Portalettera, come ritroviamo nel romanzo La Storia di San Michele, che gli fa da guida nella scoperta delle bellezze del posto.

Villa San Michele a Capri (NA) - ph Rosy Guastafierro
Villa San Michele a Capri (NA) – ph Rosy Guastafierro

Un giorno, inerpicandosi insieme per la scalea, arrivano alla sommità dove giacevano ancora antichi resti di una delle ville appartenute a Tiberio e, poco più in là, una minuscola cappella dedicata a San Michele.

Per Axel Munthe è amore a prima vista: oltre alla verdeggiante natura tipica della macchia mediterranea e il fascino delle rovine, il suo sguardo è ammaliato da una visuale che spazia da Punta Campanella a Capo Miseno.

Panorama da Villa San Michele a Capri (NA) - ph Rosy Guastafierro
Panorama da Villa San Michele a Capri (NA) – ph Rosy Guastafierro

Senza indugio decide che sarà il suo rifugio per tutta la vita. Finita la vacanza, si tuffa nello studio, nel 1880 si laurea in psichiatria a Parigi, dove inizia a esercitare la sua professione prediligendo, come clientela, donne facoltose che soffrono di nevrosi; contemporaneamente, però, cura gratuitamente i bambini meno abbienti.

Nello stesso anno si sposa con Ultima Hornberg, ma il rapporto si rivela un fallimento e si conclude con il divorzio dopo pochi mesi.

Nel 1884 scoppia un’epidemia di colera a Napoli, il medico svedese non esita a prestare la sua opera, rimane così impressionato dalla situazione che scrive un libro dal titolo Lettera da una città dolente.

La permanenza sul suolo campano gli riporta alla mente l’antica promessa a sé stesso, ritorna nel 1887, contattando immediatamente il proprietario del terreno e della piccola cappella riuscendo a comprarla.

Affida ad un muratore e ai suoi tre figli il progetto che egli abbozza sul muro stesso della chiesetta. Per portare a termine questo suo disegno, inizia a fare la spola tra Roma, dove d’inverno lavora alacremente, e Capri, per seguire i lavori d’estate.

Infine, questo luogo remoto si trasforma in una casa dal tipico costrutto di architettura spontanea, dove è visibile il riciclo dei resti romani trovati, con tante terrazze piene di sole affacciate sull’infinito blu del Mediterraneo.

 

 

Il piccolo tempio dedicato al santo diventa lo studio privato di Munthe con il vezzo di un pianoforte a coda. La villa, invece, diverrà, attraverso gli anni, una casa museo con opere d’arte e reperti archeologici accumulati nei numerosi viaggi.

Egli stesso, nel 1895, così scrive:

La mia casa sarà aperta al vento e alle voci del mare – come un tempio greco – e luce, luce, luce ovunque.

Nel 1892 rientra per un breve periodo a Stoccolma dove, per ragioni professionali, conosce la principessa Vittoria di Baden, moglie di Gustavo di Svezia. Questo matrimonio politico, anche se allietato dalla nascita di tre figli, naufraga in maniera disastrosa probabilmente per la presunta bisessualità del principe.

L’esile Vittoria si ammala di tubercolosi e si affida per le cure all’amico che, nel frattempo, diviene medico di corte. Passano gli anni e Axel decide di lasciare la sua seconda moglie e i tre figli in una splendida villa in Svezia, stabilendosi ad Anacapri.

La salute dell’ormai Regina di Svezia diviene sempre più cagionevole per cui decide di raggiungere il suo adorato medico in Italia, dove il clima mite può sicuramente aiutarla.

Nel 1910, accolta dalla popolazione dell’isola con grandi onori, stabilisce la sua residenza all’Hotel Eden Paradiso ad una spanna dalla ormai famosa dimora.

Per lei inizia davvero la primavera della sua esistenza, fatta di lunghe passeggiate al mattino insieme all’inseparabile Axel, mentre i pomeriggi accoglie, sulle terrazze di Villa San Michele artisti, capi di Stato, scrittori, suoi pari, allietandoli con i suoi virtuosismi al pianoforte.

Addirittura Munthe, che condanna apertamente le idee che relegano l’omosessualità alla stregua di una malattia, offre ospitalità e conforto ad Oscar Wilde e al suo amante Alfred Douglas, dopo aver scontato la condanna a due anni per sodomia.

Vittoria aiuta e incoraggia lo psichiatra nell’acquisto di un enorme appezzamento di terreno sul monte Barbarossa con il suo castello dirupato, alle spalle dell’abitazione, trasformandolo in un’oasi faunistica. Ancora oggi è uno tra i più importanti centri scientifici per lo studio degli uccelli migratori.

La permanenza della regina diviene costante, per cui decide di comprare una casa che sia vicina alla villa facendola rimodernare, rispettando lo stile tipico dell’isola: Villa Caprile.

Gli isolani sono lieti di questa presenza, ma non mancano di alimentare voci sui due: una lunga storia di amore? Forse sì, ma non vi è certezza, visto anche il legame tempestoso che Axel vive per due anni con Luisa Casati Stampa.

Entrambi rientrano in Svezia. Munthe ha un problema alla vista che lo deprime, per cui inizia a scrivere la sua biografia che risulterà essere uno tra i libri più tradotti e venduti al mondo: La Storia di San Michele.

La salute di Vittoria peggiora per cui decide di stabilirsi definitivamente a Roma a Villa Svezia. Lui la raggiunge per prestarle quelle cure mediche di cui ha bisogno. Il 4 aprile del 1930 la Regina di Svezia termina il suo percorso terreno assistita dal suo caro medico.

Axel, risolto il problema alla vista, si rifugia nella sua Capri, dove resterà fino al 1942, quando rientra definitivamente in patria. Si spegne l’11 febbraio 1949 non prima di aver donando le sue proprietà capresi alla sua patria.

Ancora oggi visitando questa residenza sembra di tornare indietro nel tempo, mentre si calpesta il pavimento della splendida loggia con pergole e colonne e si sosta, infine, sul belvedere tra i più belli al mondo.

Nello studio al primo piano arrivano i profumi del rigoglioso giardino dove, oltre alla flora tipica della nostra area, ritroviamo rarità tra cui una pianta in via d’estinzione: la Kochia saxicola.

Senza rendersene conto si resta attratti da opere d’arte di origine romana come la Testa di Medusa e il Busto in marmo di Tiberio, mentre, in lontananza, sembra risuonare l’eco delle note di un pianoforte lontano.

Villa San Michele a Capri (NA) - ph Rosy Guastafierro
Villa San Michele a Capri (NA) – ph Rosy Guastafierro
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Autore Rosy Guastafierro

Rosy Guastafierro, giornalista pubblicista, esperta di economia e comunicazione, imprenditrice nel campo discografico e immobiliare, entra giovanissima nell'Ordine della Stella d'Oriente, nel Capitolo Mediterranean One di Napoli. Ha ricoperto le massime cariche a livello nazionale, compreso quello di Worthy Grand Matron del Gran Capitolo Italiano.