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UGL Salute: ‘Chi ha sfasciato il SSN cerca credito elettorale’

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Giuliano: ‘Intanto l’INAIL conferma: operatori sono ancora in prima linea’

Riceviamo e pubblichiamo.

La grande corsa è iniziata. Con la data delle prossime elezioni politiche fissata al 25 settembre si stanno scoprendo le carte.

E mentre il Paese arranca, con i cittadini piegati da una crisi economica senza precedenti, personaggi che hanno contribuito allo sfascio della sanità italiana cercano credito, e gli onori della cronaca, quasi che tutto lo scempio compiuto possa cadere nell’oblio a vantaggio di una candidatura in Parlamento o in un prossimo consiglio regionale.

Lo dichiara Gianluca Giuliano, Segretario della UGL Salute.

Prosegue il sindacalista:

Cosa è stato fatto in questi anni per gli operatori sanitari? Poco o nulla, visto che oggi ci troviamo in una situazione generale simile se non addirittura peggiore rispetto all’inizio della pandemia.

Gli organici sono in assoluta sofferenza, le stabilizzazioni dei precari e le nuove assunzioni, con forme di contratti a tempo indeterminato, non hanno trovato compimento.

Ci si è riempiti la bocca con la Medicina del Territorio, come prima barriera in grado di contenere gli assalti verso Pronto Soccorso ed Ospedali, ma nulla è stato fatto e le strutture rischiano il completo collasso mentre i lavoratori sono costretti a turni massacranti.

È vero, i professionisti si sono dimostrati eroi. E la conferma, una tristissima conferma, arriva dagli ultimi dati resi pubblici dall’INAIL che mostrano l’assoluta mancanza di prevenzione e sicurezza in cui si sono venuti a trovare svolgendo la propria opera.

Il 63,3% delle denunce da Covid-19 e il 21,5% dei casi mortali, come riportato dal 28esimo report nazionale dell’Istituto, infatti, rientrano nel settore della sanità e assistenza sociale: ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili.

L’analisi per professione dell’infortunato conferma come il personale dell’ambito sanitario sia il più interessato dai contagi. La categoria più colpita, in particolare, è quella dei tecnici della salute, con il 37,6% delle denunce, l’82,3% delle quali relative a infermieri, e il 9,1% dei casi mortali, due terzi infermieri.

Le altre professioni più coinvolte sono quelle degli operatori socio-sanitari, 16,3%, dei medici, 9,4%, degli operatori socio-assistenziali e degli impiegati amministrativi, 5,6% per entrambe, e del personale non qualificato nei servizi sanitari, che comprende ausiliari, portantini e barellieri, 4,4%.

Questo è lo specchio di una sanità abbandonata a sé stessa da chi oggi cerca di garantirsi un futuro politico dopo aver contribuito all’implosione del SSN.

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