Home Territorio Tindari (ME): al via il Festival Teatro dei Due Mari

Tindari (ME): al via il Festival Teatro dei Due Mari

1396
Edoardo Siravo


Download PDF

ExPartibus intervista Edoardo Siravo, impegnato nella duplice veste di presidente dell’associazione organizzatrice e di attore

Nell’incantevole cornice del Teatro Antico di Tindari dal 24 maggio al 4 giugno si terrà la prima parte della XVII edizione del Festival Teatro dei Due Mari, kermesse nata con lo scopo precipuo di fungere da volano artistico e culturale del patrimonio archeologico nell’approfondimento e divulgazione di spettacoli classici latini e greci rivisitati in chiave moderna.

Il Festival è in collaborazione con il 70° Ciclo di Spettacoli Classici del Teatro Olimpico di Vicenza e Ravenna Festival.

La scelta di rappresentare molti dei capolavori dell’antichità nella loro ambientazione originaria risulta vincente, soprattutto considerando che in tal modo si permette al pubblico di coltivare la passione per l’arte, declinata in tutte le sue molteplici sfumature, dando anche impulso all’economia turistica di luoghi incantevoli.

I due spettacoli che saranno in scena in questa prima fase della manifestazione saranno ‘Il Ciclope’, tratto da ‘Ciclope’ di Euripide, e ‘Medea’ di Seneca. La seconda parte dell’evento, come di consueto, avrà luogo nel mese di agosto.

Presidente dell’Associazione del Teatro dei Due Mari è il celebre artista Edoardo Siravo, attore, regista e doppiatore, che ha lavorato in importanti compagnie teatrali e che vanta molteplici direzioni artistiche di Enti, Fondazioni e Teatri Stabili.

Ci siamo rivolti proprio ad Edoardo Siravo, tra l’altro protagonista de ‘Il Ciclope’ nell’ambito della stessa manifestazione, affinché ci racconti questa splendida avventura che sta per avere inizio.

Debuttiamo il 24 maggio al meraviglioso Teatro Antico di Tindari, in provincia di Messina, con lo spettacolo ‘Il Ciclope’.

Inizieremo alle 19:00, orario scelto appositamente per aggiungere ancor più fascino ad un’opera già di per sé incantevole come quella di Euripide.

Il suggestivo scenario del teatro greco, risalente al IV secolo a.C. e rimaneggiato in epoca romana, sarà amplificato dalle calde luci del tramonto che si spengono sul mare, mentre, in lontananza, si scorgono le coste delle isole Eolie.

È facile immaginare come in un contesto del genere non si necessiti di alcuna scenografia importante.

Lo stesso spettacolo della natura, lo stesso luogo incontaminato saranno altamente scenografici e funzionali.

Anche da un punto di vista sonoro non utilizzeremo alcun microfono.

Sarà una rappresentazione speciale che permetterà inoltre agli spettatori, venuti magari in gita turistica, di immergersi in queste splendide rovine greche e romane dell’antica città.

La pièce ‘Il Ciclope’, pur essendo famosissima, non viene messa in scena molto spesso.

Si tratta di un dramma satiresco della drammaturgia greca, l’unico pervenutoci integralmente, che unisce il grottesco al divertente.

La trama è arcinota, la chiave contemporanea introdotta dall’adattamento di Filippo Amoroso, Direttore artistico della manifestazione, emerge soprattutto nel coro dei Satiri, interpretati dai bravissimi Francesco Natoli, Michele Falica, Patrizia Ajello e Tony Scarfì, che utilizzeranno il corpo in maniera molto moderna, su bellissimi movimenti scenici di Sarah Lanza.

Le meravigliose musiche originali di Marco Betta saranno eseguite dal un valente violinista, il Maestro Francesco La Bruna.

Le belle scene e i costumi di Giulia Drogo ricorderanno quelli classici.

Vestirò i panni di Ciclope e avrò un mantello tipico di un guardiano di pecore, ma non l’unico occhio, dato che, come sfondo alla scenografia ci sarà un occhio a dominare su tutta la scena.

Giovanni Moschella interpreterà il ruolo di Sileno, lo schiavo di Ciclope, una sorta di Socrate che parla di filosofia, ed Eugenio Papalia sarà il mio antagonista Ulisse, lo straniero che porta la civiltà.

Ho da poco finito le repliche di ‘Aspettando Godot’ in cui interpretavo Pozzo e ho trovato dei parallelismi tra il testo di Beckett e quello di Euripide.

Il rapporto che Ciclope ha con i suoi ovini è simile a quello tra Pozzo e Lucky. Ciclope esercita potere sui suoi animali allo stesso modo in cui Pozzo fa con il suo servitore per sentirsi Godot; senza le sue capre e le sue pecore si sentirebbe perso, ha bisogno di loro per affermare se stesso.

Gli basta una semplice caverna dove ripararsi e vivere, in questo è molto ecologico e minimalista, ama cacciare per puro divertimento, mangia carne cotta a puntino, pretende che i satiri gli tengano pulita la grotta, ma, soprattutto, non ha bisogno di beni materiali né si arrovella con pensieri filosofici.

L’arrivo di Ulisse nella sua terra sconvolge l’equilibrio dell’inospitale autoctono minacciando il suo ordine costituito.

L’incontro con lo straniero, l’altro, porta, inevitabilmente, ad una riflessione che, nel nostro caso non vuole affatto essere pietistica o semplicistica, piuttosto, sottolineare quanto la caduta del mito faccia emergere la perdita dei valori.

Il tutto, però, in un’ottica sempre irriverente, satirica e divertente collegabile alla nostra contemporaneità.

Il Ciclope è una specie di anarchico post litteram, di quelli che non ci sono più, e mi fa molto piacere recitare questo personaggio perché prediligo tutti i ruoli che vanno contro il politicamente corretto, dato che li trovo più stimolanti.

Rispetto al testo originale abbiamo aggiunto una maggiore chiave umana di disperazione, di colui che capisce il senso della vita quando sta per terminare o, per tornare ad ‘Aspettando Godot’, come Pozzo che finalmente “vede” quando perde la vista, secondo l’accezione edipica.

Il senso del festival quest’anno è l’accoglienza, entrando nel dibattito analizzandone pregi e i difetti.

Come sappiamo, l’accoglienza non è mai, o almeno non del tutto, una condizione rosea e rasserenante, al contrario, scatena anche appetiti, cupidigie e delinquenza.

La riflessione, appunto, vuole offrire spunti sul senso dell’alterità e sulla stessa percezione dell’altro sia in Italia che nel mondo.

Anche il secondo spettacolo che sarà rappresentato al Festival, ‘Medea’ di Seneca, per la regia di Walter Pagliaro, sarà incentrato sulla straniera, l’irrimediabile diversa, sull’accoglienza, ma l’angolo di osservazione sarà tragico e drammatico.

Nel ruolo della protagonista Micaela Esdra, Creonte sarà Luciano Virgilio, Giasone sarà Blas Roca Rey, Nutrice sarà Marina Zanchi.

L’appuntamento è, dunque, per l’inizio del Festival, al 24 maggio e, visto l’incantevole scenario naturale e storico e la qualità degli artisti coinvolti, l’evento promette importanti suggestioni ed imperdibili momenti di spettacolo.

‘Il Ciclope’
Tragedia satiresca da Euripide
Con: Edoardo Siravo, Giovanni Moschella, Eugenio Papalia, Francesco Natoli, Michele Falica, Patrizia Ajello, Tony Scarfì
Regia: Angelo Campolo
Traduzione e adattamento: Filippo Amoroso
Musiche originali: Marco Betta
Movimenti scenici: Sarah Lanza
Scene e costumi: Giulia Drogo
Sound designer: Giovanni Puliafito
Assistenti alla regia: Simone Corso, Adriana Mangano
Produzione: Daf-Teatro dell’Esatta Fantasia – Teatro dei due Mari

Festival Teatro dei Due Mari 2017

Print Friendly, PDF & Email

Autore Lorenza Iuliano

Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.