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Terrapiattismo… pianeta Terra rotondo o piatto? Lo scellerato dubbio

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Una grande bufala, che colleziona adepti, favorita da Internet, e che ha una propria società scientifica: la Flat Earth Society

Nuovamente sotto l’attenzione mediatica le fantasie della pseudoscienza terrapiattista secondo la quale la Terra non sarebbe rotonda ma piatta. Su di essa ruoterebbero il Sole e la Luna, stelle luminarie.
I terrapiattisti sostengono fermamente la veridicità della loro supposizione e hanno elaborato il modello negazionista dell’eliocentrismo:

Noi non pensiamo che l’acqua cada dai bordi del pianeta, bensì che ci sia un anello di ghiaccio tutto intorno. È l’Antartide, che noi non vediamo come una calotta di ghiaccio sotto alla sfera ma come un enorme anello di ghiaccio che trattiene tutte le terre emerse.

È quanto Gabriele Ceracchini, leader dei terrapiattisti, spiega nella trasmissione Zona Bianca andata in onda il 26 novembre 2023.

Ceracchini è adepto al culto Shinsekai, in lingua giapponese Nuovo Mondo, ed è il fondatore, appunto, del Neomondismo, che, durante la trasmissione Tu Si Què Vales del 21 ottobre 2023, definisce:

nuovo movimento religioso, che rende sacra la possibilità di ognuno di creare il proprio mondo nel rispetto della legge naturale.

Inteso che la credenza della terra piatta non fa male a nessuno e tutti sono liberi del proprio pensiero, il dubbio che assale è l’origine della negazione della sfericità terrestre e dello stato eliocentrico planetario.

Secondo il modello terrapiattista, il nostro pianeta sarebbe un cerchio, una forma distesa, che presume un indefinito spessore; quindi, non come un foglio di carta, considerando le estrazioni minerarie del sottosuolo.

Per spiegare tale modello, il requisito fondamentale è dimenticare tutto ciò che abbiamo studiato e imparato negli anni scolastici e tutto quello che la scienza ha dimostrato in secoli di ricerca astrofisica e millenni di deduzioni proprie della gnoseologia configuratasi dalla filosofia antica.

Vero che in epoca pre-socratica molti filosofi ritenevano che la Terra fosse piatta, ad esempio Talete da Mileto la immaginava come un disco piatto galleggiante sull’acqua.

Ma dal 500 a.C., Pitagora, Parmenide e Anassagora dedussero dalle osservazioni della forma del terminatore lunare, ovvero la linea curva tra luce e buio dello spicchio lunare visibile durante i cicli calante e crescente, e dell’ombra curva delle eclissi lunari, che fossero dovute alla sfericità terrestre.

Certo che anche un disco piatto può determinare una curva proiettata sulla Luna, ma l’ipotesi non è stata ritenuta plausibile.

Fu poi Aristotele, nel 350 a.C., a notare che le costellazioni visibili dall’Egitto scomparivano sotto l’orizzonte se osservate dall’Europa e viceversa. Sempre ad Aristotele risale l’osservazione che di una nave in arrivo compaiano prima le vele e poi la prua e, all’inverso, se in partenza.

Sta di fatto che per il dogmatico modello terrapiattista, è indispensabile obliare del tutto persino la testimonianza oggettiva degli odierni telescopi spaziali che scrutano il cosmo, nonché dei molti astronauti che hanno visto con i loro occhi quanto sia bello e rotondo il nostro meraviglioso pianeta azzurro.

Accantonata la Scienza nel ripostiglio, immaginiamo una superficie rotonda al centro della quale sta il Polo Nord, un gigantesco muro di ghiaccio distribuito lungo la circonferenza e, posto tra i due, un anello, l’equatore.

Il Sole non è una sfera di gas immobile al centro del sistema planetario a 150 milioni di chilometri da noi, e al cui interno avvengono reazioni termonucleari con 4 nuclei di Idrogeno che formano un nucleo di Elio, donandoci luce e benefico calore, ma un piccolissimo riflettore, che viaggia a 5.000 chilometri sopra la Terra lungo l’equatore riflettendo, luce sul territorio sottostante.

Sole, Luna, Equatore
Rimane da chiarire da dove pervenga la luce che riflette.

La moderna teoria risale al XIX secolo, sostenuta dalle pubblicazioni degli inglesi William Carpenter e Samuel Birley Rowbotham, fermamente convinti che la Terra non fosse sferica.

Nel 1956 nasce poi la Flat Earth Society, Associazione della Terra Piatta, fondata in Inghilterra da Samuel Shenton, membro della Royal Astronomical Society, prestigiosa società scientifica con sede a Londra.

Shenton si confrontò negli anni 60 con la NASA, sostenendo che le missioni spaziali fossero un inganno e lo sbarco degli astronauti sulla Luna una finzione cinematografica al fine di ingannare il pubblico sulla falsità della Terra sferica.

La Flat Earth Society, tuttora attiva, nella propria WiKi  spiega:

I cicli giorno e notte sono facilmente spiegabili su una Terra Piatta.
Il Sole si muove in cerchio attorno al Polo Nord.
Quando è sopra la tua testa, è giorno. Quando non lo è, è notte.
La luce del sole è confinata in un’area limitata sulla Terra.

I cerchi solari sono variabili e si trovano più vicino al Polo Nord a giugno, muovendosi nei mesi successivi a spirale verso l’esterno dove c’è il muro di ghiaccio ai confini della Terra, e invertendo il corso delle spirali a dicembre, per tornare verso il Polo Nord. Questo andamento spiroidale spiegherebbe il ciclo delle stagioni.

Attendiamoci anche che in futuro sia elaborato il “planetario piatto”, con tutti i pianeti non più tondi ma piatti, rigorosamente fermi, ciascuno dei quali con un proprio Sole e Lune che ruotano su di loro.

Che dire… forse anche Saturno può essere finalmente appiattito. Non perfettamente rotondo, è 9 volte più grande della Terra e, per effetto dell’elevata rotazione intorno al proprio asse e della bassa densità, è un po’ schiacciato ai poli.

Tanto vale appiattirlo del tutto e, una volta spadellato, trasferire le sue Lune in rotazione circolare al di sopra del pianeta. Per il riflettore – Sole sarà invece necessario crearne uno nuovo, perché quello attuale ruota già sopra le teste dei terrestri.

Un giorno Saturniano dura 10 ore, 32 minuti e 25 secondi e compie l’orbita intorno al Sole in 29 anni e 166 giorni terrestri. In pratica, se noi ci trasferissimo su Saturno compiremmo gli anni un po’ più lentamente.

Ma se i pianeti sono fermi allora il tempo è un “assoluto”, identico a quello terrestre, e così di seguito per tutti gli altri in qualsiasi angolo dell’Universo; pertanto, le generazioni future che emigreranno su altri mondi, invecchieranno ugualmente come sulla Terra ed il “planetario piatto” appiattirebbe anche il tempo.

Incredibile come sia plausibile che il terrapiattismo non consideri la relatività del tempo, trascurando che quando è mezzanotte a Roma, sono le 10:00 del mattino del giorno seguente a Sydney, le 19:00 a Caracas dello stesso giorno e che, tra Sydney e Caracas, ci siano 15 ore di differenza oraria.

Ciò determina che la luce solare che raggiunge la Terra varia di luogo in luogo proprio a causa della sua sfericità e dell’esposizione al Sole in un determinato tempo.

Risolto anche il problema del surriscaldamento climatico, perché, con l’innalzamento della temperatura terrestre, si scioglierebbero i ghiacci che trattengono le terre emerse e l’acqua cadrebbe nel vuoto, lasciando un’enorme distesa di territorio stepposo misto a montagne.

A meno che, senza il ghiaccio contenitivo, il tutto non “scivoli” anch’esso verso l’esterno, cadendo nel vuoto e riducendo la Terra ad una sorta di vassoio galattico.

Pertanto, nessuna preoccupazione per l’innalzamento del livello delle acque, che ci costringerà ad andare a vivere su cime over 4.000.

Niente mari, fine del ciclo di creazione nubi – pioggia – neve – ghiaccio – acqua dolce e tutto si estinguerà, animali, vegetali, umanità compresa.

A parte l’indubbio vantaggio economico per il contributo dell’8 per mille in nome di una neo-religione, prende forma una credenza caratterizzata da elaborazioni concettuali fondate sulla dimostrazione che, dietro alla congettura del terrapiattismo, vi sia un’ipotesi scientificamente sostenibile.

È preoccupante che il Neomondismo ritenga che le crisi climatiche, quelle economiche e il CoVID, considerato una pandemia mediatica dovuta a superficialità medica, siano fatti organizzati da un’élite che tenta di sottomettere la popolazione mondiale.

Credervi non è il mero risultato di ignoranza di alcuni creduloni, ma del bisogno di schierarsi a favore di una dottrina cospirativa, poiché c’è sempre qualcuno pronto a nascondere la verità.

Una buona parte del mondo occidentale sta deragliando verso una preoccupante fase di collasso psichico.

Si crede nell’astrologia, nei venditori di cure palliative, nell’omeopatia e anche nel terrapiattismo, suffragato da una propria religione, il Noemondismo, abbandonando la realtà della quale si è persa fiducia.

Nel delirio esistenziale che offusca persino l’evidenza astrofisica visibile e ineluttabile, si creano le condizioni affinché una credenza, terrapiattista o altra, assuma rilevanza sociale e sia riconosciuta da una parte non trascurabile di persone.

Forse è opportuno evitare di lasciare correre, prendendo coscienza del dilagare dell’insieme di credenze nelle quali molti trovano rifugio in preda a sindrome da cospirazione.

La situazione potrebbe giustificare la predisposizione di piani di contenimento del disordine ideologico, prendendo atto della declinazione verso piani esistenziali alternativi alla realtà, evitando di rincorrere pseudo-credenze, superstizioni e seguaci di oracoli occasionali, che si ritengono detentori della verità assoluta.

Dedicare attenzione alle bufale che circolano nel web sino a conquistare ampia rilevanza mediatica, per evitarne l’allargamento indiscriminato.

La Scienza e la ricerca scientifica, scevra di dogmatismo, avvalorano l’umanità. Ma quando parte di essa trova rifugio nelle più strampalate fandonie, forse è sintomo di perdita di fiducia in altri valori sociali e forse è opportuno evitare di ridervi sopra, lasciando che dilaghino indiscriminatamente.

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Autore Adriano Cerardi

Adriano Cerardi, esperto di sistemi informatici, consultant manager e program manager. Esperto di analisi di processo e analisi delle performance per la misurazione e controllo del feedback per l’ottimizzazione del Customer Service e della qualità del servizio. Ha ricoperto incarichi presso primarie multinazionali in vari Paesi europei e del mondo, tra cui Algeria, Sud Africa, USA, Israele. Ha seguito un percorso di formazione al Giornalismo e ha curato la pubblicazione di inchieste sulla condizione sociale e tecnologia dell'informazione.