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Solidarietà, Sorella Papua Nuova Guinea

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Papua Nuova Guinea


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Dal PIME di Milano una campagna in favore di un Paese lontanissimo, ma centrale per le sfide poste dal cambiamento climatico

Riceviamo e pubblichiamo.

Per tutto il 2021 il PIME dedicherà eventi, iniziative e attività per ogni età al sostegno dei progetti che i missionari del PIME in Papua Nuova Guinea hanno organizzato per la popolazione di quella terra alle prese con il degrado ambientale che mette a rischio il sistema agricolo, fondamentale per la sicurezza alimentare di oltre l’80% dell’intera popolazione.
Il Paese, di giovane indipendenza, dal 1975, e fino ad oggi uno dei più isolati al mondo, in parte addirittura inesplorato, è situato nella regione sud-orientale dell’Oceano Pacifico e comprende 600 isole e atolli. L’entroterra è caratterizzato da un territorio molto vario che include vulcani attivi, montagne e foreste.

La popolazione è tra le più diversificate a livello etnico e culturale: più di 8 milioni di abitanti e 800 culture e lingue indigene parlate. Sebbene Papua Nuova Guinea sia ricco di risorse naturali e possegga tutti gli strumenti per crescere a livello economico e sociale, presenta ancora bassi livelli di sviluppo umano.

L’85% dell’intera popolazione vive in aree rurali, dipende primariamente da attività agricole di sussistenza e ha limitato accesso al settore sanitario e educativo: il 25% dei bambini non dispone delle risorse necessarie per frequentare la scuola e l’analfabetismo tra gli adulti si aggira intorno al 50%.

Dal 4 marzo è online il sito www.sorellapng.com dove si danno informazioni
sui principali problemi e pericoli presenti in Papua Nuova Guinea, accesso all’acqua potabile, cambiamento climatico e sfruttamento delle risorse, utilizzando anche info grafiche animate e interattive.

Nella seconda sezione ci sono dei percorsi educativi per bambini e ragazzi, divisi per fasce d’età, utili per insegnanti e catechisti che vogliano far conoscere ai più piccoli la Papua Nuova Guinea e il suo popolo. Parte di questi percorsi è il Progetto adottiamoci, con cui una classe può “adottare” i coetanei dell’Oceania per costruire un ponte di amicizia a migliaia di chilometri di distanza.

La terza sezione raccoglie, invece, i materiali multimediali che verranno prodotti nel 2021, dagli articoli della rivista Mondo e Missione alla collaborazione con l’Università di Trento, fino a uno spettacolo a puntate creato dal direttore artistico del Teatro PIME Andrea Zaniboni.

Tutte le attività andranno a confluire in una grande iniziativa di solidarietà: il Fondo ‘Sorella Papua Nuova Guinea S142’, già attivo da fine 2020. Il 70% del ricavato andrà a sostenere le iniziative dei missionari con la popolazione della Papua Nuova Guinea; il 30% a iniziative di sensibilizzazione in Italia sulla lotta al cambiamento climatico e la tutela dell’ambiente. Perché il futuro della Papua Nuova Guinea dipende anche dalle nostre scelte.

Verranno così promosse esposizioni e visite guidate al Museo ‘Popoli e Culture’ del PIME e attività per bambini e genitori; incontri con autori e presentazioni di libri legati alla tutela ambientale nella Biblioteca e nella libreria PIME, eventi, fiere, convegni, spettacoli teatrali e podcast; percorsi formativi e educativi nelle scuole, negli oratori e presso le sedi del PIME in Italia a cura degli educatori dell’Ufficio Educazione alla Mondialità.

Per contribuire 

Merita di essere seguito con attenzione anche il negozio PIME di via Monterosa 81 a Milano oppure online su https://negozio.PIMEmilano.com dove arriveranno nel corso dei prossimi mesi numerosi articoli di artigianato, arredo, abbigliamento da cooperative e realtà legate alla Papua.

Le sorprese quindi sono appena iniziate!

Come partecipare al grande progetto PIME

Il Fondo S142 nasce proprio con l’obiettivo di contrastare il cambiamento climatico e promuovere progetti di sviluppo sostenibile ed ecologico con l’utilizzo di energie rinnovabili in Papua Nuova Guinea, ma non solo. Il fondo vuole essere strumento di promozione e di sensibilizzazione a queste tematiche, attuali e importanti, anche in Italia, per giovani e adulti.

Ecco le opere ‘in cantiere’:

  • Perforazione di pozzi per fornitura di acqua potabile;
  • Riduzione di malattie infettive attraverso la fornitura di acqua pulita e la promozione di pratiche igienico sanitarie;
  • Installazione di serbatoi per raccogliere acqua piovana e garantire riserva di acqua potabile alla comunità;
  • Costruzione di acquedotti;
  • Installazione di pannelli fotovoltaici per la fornitura di energia elettrica a basso costo;
  • Acquisto di automezzi a basso consumo per raggiungere tutti i villaggi della missione;
  • Programmi di sensibilizzazione alla tematica ambientale.

Si può donare con causale ‘S142 Sorella Papua Nuova Guinea’:
• online sul sito www.pimemilano.com
• con bonifico bancario intestato a Fondazione PIME Onlus IBAN:
IT 11 W 05216 01630 000000005733
• sul conto corrente postale n. 39208202 intestato a Fondazione PIME Onlus via Monte Rosa, 81 – 20149 Milano
• in contanti o con assegno presso il Centro PIME di Milano in via Monte Rosa 81 dal lunedì al venerdì, 9:00 – 12:30 e 13:30 – 17:30.

Una foresta da salvare: uomini e animali a rischio estinzione

La foresta pluviale tropicale della Papua Nuova Guinea è la terza più grande al mondo ed è caratterizzata da una straordinaria biodiversità: oltre il 7% delle specie di tutto il mondo si trovano qui. Secondo il WWF, tra il 1998 e il 2008 in PNG, sono state scoperte 1.060 nuove specie.

Questa fantastica ed ancora in gran parte sconosciuta biodiversità è però sempre più a rischio a causa dello scorretto e improprio utilizzo delle risorse naturali che, insieme a uno sfruttamento eccessivo del suolo, a un livello di inquinamento elevato e una povera governance ambientale, è causa di un rilevante cambiamento climatico e degrado ambientale.

Questi cambiamenti sono e saranno sempre più spesso accompagnati da un aumento rilevante di eventi meteorologici estremi e acuti come l’aumento incisivo delle temperature, l’innalzamento del livello del mare e l’aumento delle precipitazioni ad alta intensità

Il cambiamento climatico porta con sé conseguenze deleterie e distruttive sia nel mondo animale sia tra le popolazioni locali: tra il 1997 e il 2010, 4 milioni di persone nel mondo sono state vittime di disastri ambientali e i danni da essi causati si aggirano intorno ai 100 milioni di dollari.

Queste condizioni mutevoli rischiano di deteriorare gravemente il sistema agricolo di sussistenza, fondamentale e centrale per la sopravvivenza e la sicurezza alimentare di oltre l’80% dell’intera popolazione della PNG.

Considerati questi fattori e catastrofi naturali, la Papua Nuova Guinea rischia di dover affrontare una grave emergenza economica, alimentare e umanitaria se tali cambiamenti climatici non verranno contrastati.

Una storia iniziata il 10 aprile 1852

Non si può negare, nella scelta dell’Oceania, una certa ingenuità e romanticismo: i primi missionari prendevano alla lettera le parole di Gesù “…fino agli ultimi confini della terra” Att. 1,8.

Questa scelta di fede, ai limiti del buon senso, ha segnato la storia dell’Istituto in modo più alto e nobile che quello di un entusiasmo ingenuo e romantico: ha sempre indicato dedizione totale alla causa missionaria, predilezione per i popoli più difficili e abbandonati, la missione intesa come “primo annunzio di Cristo” e fondazione della Chiesa dove ancora non esiste.
Padre Piero Gheddo PIME 1850-2000. 150 anni di missione.

Il 10 aprile 1852 partono alla volta dell’Oceania sette giovani missionari, di età compresa tra i 25 e i 30 anni, tra cui padre Giovanni Battista Mazzucconi.
Dopo tre mesi e mezzo di viaggio giungono a Sidney, dove iniziano a studiare le lingue e i costumi dei popoli autoctoni e dove viene data loro indicazione di iniziare la missione in due diverse isole: Woodlark e Rook. I missionari decidono sin da subito che la missione non verterà su un’evangelizzazione diretta, ma sull’uso del dialogo e delle relazioni interpersonali.

I missionari cercano di dialogare con la comunità, aiutano la gente e curano i malati, ma è evidente sin da subito che vi è una forte ostilità delle popolazioni all’accettazione delle novità portate dai missionari e il divario culturale è troppo ampio perché questi stimoli e semi di solidarietà attecchiscano.

Le fatiche nel trovare un dialogo e un punto di incontro con i locali sono esasperate dai numerosi disagi che devono affrontare i giovani missionari, continuamente tormentati da febbri e malattie.

Nel gennaio 1855 le condizioni mediche di padre Giovanni Mazzucconi si aggravano al punto da costringerlo ad abbandonare l’isola e a recarsi a Sidney per curarsi. Dopo qualche mese di convalescenza decide di rientrare a Hook, inconsapevole che nel frattempo tutti i suoi compagni hanno abbandonato la missione.

Nel settembre 1855 raggiunge la baia di Guazup a Woodlark, ma la sua imbarcazione rimane bloccata nella barriera corallina e viene presa d’assalto dagli indigeni che uccidono il missionario e tutto l’equipaggio.

Queste notizie vengono date a padre Timoleone Raimondi, in seguito vescovo di Hong Kong, partito il 14 aprile 1856 alla ricerca di padre Giovanni Mazzucconi, otto mesi dopo, dall’indigeno Puarer, amico dei missionari e unico convertito durante la loro permanenza in missione.

Il 19 febbraio 1984, il martire padre Giovanni Mazzucconi, a 129 anni dalla sua morte, viene proclamato beato da papa Giovanni Paolo II, in San Pietro a Roma.

Solo nel febbraio 1981 i missionari del PIME torneranno nella diocesi di Alotau, all’estremo sud-est della grande isola di Nuova Guinea entro i cui confini è l’isola di Woodlark.
Il vescovo di Alotau affiderà al PIME l’isola di Goodenough, in precedenza assistita dai missionari australiani del Sacro Cuore, che diventerà così la prima vera missione dell’Istituto PIME nel Paese.

Attualmente nel Paese sono presenti 12 missionari del Pime e 28 missionarie dell’Immacolata, le suore dell’istituto. Stanno accanto in maniera particolare ai giovani, in un Paese dove il 40% degli abitanti ha meno di quindici anni.

 

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