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‘Piccoli crimini coniugali’: tra noir e commedia

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Ottimo debutto al Théâtre de Poche

Ieri 1° aprile, ore 21:00, ha debuttato al Théâtre de Poche, via Salvatore Tommasi, 15, Napoli, la pièce ‘Piccoli crimini coniugali’ di Eric Emmanuel Schmitt, con Antonio D’Avino e Gioia Miale, regia di Antonio D’Avino, aiuto regia Laura Tramontano, produzione 21 grammi, Pecore Nere s.r.l. che sarà in scena fino al 3 aprile.

Un brillante noir in cui non mancano affatto colpi di scena mai banali e in cui concetti come realtà, falsità e violenza prendono accezioni diverse. Le impressioni iniziali saranno continuamente smentite fino a confermare l’unica verità indissolubile: nella coppia, giorno dopo giorno, si consumano piccoli crimini coniugali. Eppure, tutto è ancora possibile.

Argomenti profondi e delicati scivolano via con una sana leggerezza che sottende, invece, considerazioni importanti sull’amore e che lascia, alla fine, un senso di speranza e di ottimismo.

Si passa da dramma a commedia in modo impeccabile: risate, riflessioni, compartecipazione. Emozioni altalenanti trasmesse a perfezione dai due attori, la cui recitazione appare convincente ed efficace fin dalle prime battute amorevoli, feroci, sottili e taglienti. Il pubblico è totalmente coinvolto.

La scena si svolge nel salotto di casa in cui regna incontrastato il caos. A terra sono disseminati libri di ogni genere; una scrivania carica di volumi, una biblioteca che, testi a parte, nasconde bottiglie di whisky, una panca, una scomodissima poltrona con una molla fuori posto, lumi fulminati e un séparé.

Luci ed ombre non solo nella casa, ma soprattutto sul nucleo familiare; l’atmosfera è infatti incerta, ambigua e contraddittoria. A scandire i vari momenti d’azione una indovinatissima colonna sonora, l’intramontabile jazz di Amstrong.

Lo spettacolo ha inizio con i due coniugi abbracciati: lei, dall’aria sognante ed apparentemente frivola, volteggia per la stanza; lui, dallo sguardo dubbioso e distaccato, è a disagio perché si trova in un luogo estraneo. Giorgio è stato appena dimesso dall’ospedale; un imprecisato incidente domestico gli ha provocato un’amnesia temporanea. Non ricorda assolutamente nulla, né la casa, né la moglie, a cui si rivolge con distacco dando del lei, né soprattutto sa più nulla su di sé.

Grazie a Lisa ripercorre i tratti salienti della sua vita e scopre di essere uno scrittore di gialli con la propensione a dedicare a se stesso ogni nuova fatica letteraria, tranne un solo libro in cui definisce lei la sua coscienza sporca. Nel suo romanzo preferito, ‘Piccoli crimini coniugali’, dipinge cinicamente il matrimonio come un gioco al massacro, una continua lotta tra i coniugi per uccidersi a vicenda. Il sospetto è l’elemento preponderante in ogni unione, composta, in realtà, da perfetti estranei. A ferire Lisa è proprio questa definizione così dura e disincantata del ménage familiare. Lei, che vorrebbe più dolcezza, considerazione e amore, è una moglie fedele che teme però di essere tradita con una donna più giovane e bella.

Iniziano man mano a delinearsi le prime crepe del loro rapporto, perfetto solo in apparenza, e, dai racconti di Lisa, emergono le prime incongruenze e la sua ferma volontà di omettere alcuni episodi. Il continuo scambio verbale è indispensabile. Vengono fuori vecchi rancori, gelosie, angosce, tristezze, equivoci mai chiariti, in una lotta estenuante sostenuta, però, da una grande attrazione fisica. Monotonia ed abitudine sembrano ormai aver corroso inevitabilmente il loro rapporto. È come se ci trovassimo di fronte due coppie diverse: una premurosa e devota, la seconda cupa, diffidente, gelosa.

Man mano che la rappresentazione si dipana, lo spettatore è portato a riconsiderare ciò che è appena accaduto, a vederlo in una luce nuova.

Dopo una serie di inaspettate rivelazioni, che evitiamo di sottolineare solo per non togliere allo spettatore il gusto della rappresentazione, finalmente i due si parlano a cuore aperto. Un amore tormentato, passionale, tenero eppure infinito, dalla forza preponderante ed inesauribile.

L’epilogo, imprevedibile, porta alla rinascita della coppia, ormai consapevole della necessità della crisi per sviscerare paure, insoddisfazioni ed insicurezze verso un nuovo cammino insieme fatto di rispetto e considerazione reciproci.

Spettacolo godibilissimo, intelligente e coinvolgente, ‘Piccoli crimini coniugali’ in scena anche il 2 aprile ore 21.00, e il 3 aprile 2016, ore 18.00, presso il Théâtre de Poche, via Salvatore Tommasi, 15, Napoli.

Info e prenotazioni: tel. 0815490928

Biglietti:

intero € 15,00;

– possessori di Policard under30 € 6,00 – over30 € 10,00;

– possibilità di ridotti per piccoli gruppi.

Foto di Francesco Nalini.

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Autore Lorenza Iuliano

Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.