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‘Na lettera pe’ tre ‘nnammurati a Classico Contemporaneo

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L’interessante rivisitazione di Petito ad opera di Tonino Taiuti

La rassegna teatrale Classico Contemporaneo, che ha come direttori artistici gli ottimi Gianmarco Cesario e Mirko Di Martino, magistrali nella scelta delle opere, vede come filo conduttore la reinterpretazione in chiave attualizzante di classici del teatro, operazione che interessa autori come Shakespeare, Pirandello, Ibsen. Non ci dilunghiamo sul programma poiché è stato già illustrato in un precedente articolo.

Martedì 25 agosto il Circolo Teatro Arcas ha messo in scena ” ‘Na lettera pe’ tre ‘nnammurati“, incentrato su “Tre surice dint’ a nu mastrillo“, di Antonio Petito.

Come si può leggere dal sito ufficiale:

Il Circolo Arcas nacque nel secondo dopoguerra per l’ impegno e la tenacia dei suoi fondatori che in comune nutrivano un amore sincero e profondo per l’arte,in particolare per il teatro. Dagli sforzi di un giovane e determinato Aniello Sisto prese vita la realizzazione di un teatro di quartiere in quel di Via Veterinaria 63, decretando ciò che oggi il Circolo rappresenta. Negli anni questa realtà rionale, ha visto passare e ricevere il contributo prezioso di una moltitudine di interpreti, autori, attori e tecnici, molti dei quali passati al professionismo e alcuni tra loro divenuti popolari. Questo spazio, ancora oggi per molti materno, screziato di sfumature artistiche, ospita varie forme espressive, declinate in tutte le accezioni possibili: musica, danza, immagini, testi, scenografie, costumi, storie vissute e raccontate. Un luogo dove la creatività viene sviscerata, incoraggiata per farne arte. Tutti coloro che nel Circolo/Teatro hanno trovato uno spazio accogliente, hanno per questo luogo un profondo legame affettivo. La tradizione e la diffusione di testi di nuovi autori, di quelli poco diffusi nel circuito ortodosso o di quei capolavori riletti e reinterpretati secondo chiavi originali, rendono l’attività teatrale dinamica e variegata..tutto ciò si deve, sopra tutto, all’operato attivo e costante dell’attuale Presidente, in carica dal 2007, Marcello Raimondi, dallo stesso anno anche Direttore Artistico del Teatro Arca’s; che ben coadiuvato da un’efficiente squadra di collaboratori, ha dato smalto a questa struttura nonché a quella in essa rappresentato.

Al centro della narrazione c’è la bella Marcellina, interpretata da Federica Totaro, contesa da tre improbabili spasimanti che, con i loro goffi tentativi, vogliono dichiarare in una lettera il loro amore per la giovane.

A complicare ulteriormente la situazione contribuisce il quarto uomo, Eugenio, il fidanzato ufficiale, che però non compare in scena, diversamente da quanto invece accadeva nell’originale.

Si innesca così un gioco di inganni e di ripicche, nell’affannarsi dei tre contendenti per far sì che a Marcella giunga la propria lettera e non quella degli altri due.

La prima sostanziale differenza rispetto al testo originale la si nota dalle primissime battute: invece di Pulcinella il protagonista è Felice Sciosciammocca, interpretato appunto da un travolgente Marcello Raimondi.

Come ha scritto Taiuti, Pulcinella diventa Felice e Felice diventa Pulcinella. Abbiamo, dunque, l’ideale fusione tra queste due maschere, la prima, Pulcinella, centrale nell’opera di Petito, la seconda plasmata da Eduardo Scarpetta, ma spesso sullo stesso palco nel periodo in cui Scarpetta fu scritturato da Petito.

Felice è l’unico ad avere in effetti il coraggio di dichiararsi, di corteggiare la sua amata, insistendo nonostante i suoi continui rifiuti. Se decide di scriverle una lettera è solo perché pensa di usare come “arte” di conquista i suoi versi di “poeta illetterato”. Ma, essendo appunto illetterato, ha la necessità di rivolgersi a qualcuno che possa mettere su carta il suo messaggio. Entra qui in scena lo spagnolo Don Alonso, interpretato da Riccardo Citro, scelto da Felice per farsi aiutare, anche lui innamorato di Marcellina. Pur fingendo disponibilità nei confronti di Felice, Alonso ne approfitta per comporre una sua lettera in cui si dichiara alla ragazza, contando sul fatto che sarebbe stato lo stesso Sciosciammocca a recare la missiva.

Il terzo pretendente è Riccardo, un attore shakespeariano frustrato, interpretato da Aurelio De Matteis. Capito l’antifona, con la scusa di controllare la grafia, sostituisce alla lettera di Don Alonso una sua, incapace anch’egli di trovare il coraggio di recarla di persona.

Alla fine tra le mani di Marcellina, Felice fa arrivare proprio quest’ultima. Ma se in guerra e in amore tutto è concesso, gli espedienti usati non giovano a nessuno.

I tre sono respinti in modo abbastanza perentorio e, dopo essersela presa con la povera ragazza, abbandonano le gentilezze di facciata, arrivando a scontrarsi in modo aspro tra di loro, con lo spagnolo che, infuriato, vuole “ammazzare” gli altri due.

La bravissima Maria Rosaria De Liquori, proprietaria di una trattoria in cui tutto si svolge, impersona la madre della giovane contesa. Anche qui un’altra differenza con l’originale, in cui invece il personaggio era quello del padre.

Completa il cast uno spassosissimo Peppe Carosella, nei panni del cameriere, il quale, con problemi di udito, dà il via ad una serie di esilaranti equivoci sulle parole effettivamente pronunciate dagli altri, colpevoli, a suo dire, di avere una pessima dizione e quindi di essere incomprensibili.

Impeccabili la regia e l’adattamento di Tonino Taiuti. Confrontarsi con un classico, soprattutto nell’operazione di renderlo contemporaneo, non è mai facile, anzi. Ma in questo caso l’operazione riesce perfettamente. Lo spirito dell’opera di Petito non è assolutamente frainteso, piuttosto  conservato intatto. Del resto la cultura e la preparazione teatrale di Taiuti sono una garanzia.

Ne viene fuori uno spettacolo frizzante e piacevole, sull’impronta della commedia dell’arte, con improvvisazioni e coinvolgimento del pubblico, un paio di volte chiamato direttamente in causa. E trovano spazio altri classici, come Totò e Peppino in una citazione dichiarata della celeberrima lettera, ma anche uno dei cori da stadio dedicati a Maradona, riferimenti alla moda o alla televisione.

Il pubblico ha dimostrato di divertirsi, tantissime le risate, i volti all’uscita sono rilassati e sorridenti.

E piacevolissima è stata anche la nostra serata, ma visto il livello della manifestazione, non avevamo dubbi che sarebbe stato così.

 

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Autore Lorenza Iuliano

Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.