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Medio Oriente: rabbia a Mosul e Gaza per manifesti Soleimani

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L’immagine di Soleimani nelle strade in Iraq e territori palestinesi accende la rabbia nel primo anniversario della morte

Attivisti iracheni hanno pubblicato video che mostrano i manifesti bruciati di Qassem Soleimani, l’ex comandante della Forza Quds della Guardia rivoluzionaria iraniana, e di Abu Mahdi al-Muhandis, vice comandante delle Forze di Mobilitazione popolare irachene, uccisi in un attacco statunitense all’inizio del 2020 nella capitale irachena Baghdad.

I media iracheni hanno riferito che le forze di Mobilitazione popolare hanno arrestato, nell’area di Islah al-Zirai, a Mosul, 3 persone sospettate di aver bruciato le foto di Soleimani e di al-Muhandis, che erano state affisse dai loro militanti per le strade della città.

La fonte ha spiegato che la milizia sciita ha lanciato una campagna di raid e perquisizioni in tutta Mosul, alla ricerca di sconosciuti che avevano bruciato le immagini di Soleimani e dell’ingegnere.

Anche i palestinesi di Gaza hanno strappato le foto di Soleimani affisse in strada dal movimento islamico di Hamas nell’anniversario del suo assassinio.

A Gaza, due giorni dopo che Hamas, che controlla la Striscia, ha affisso le foto di Soleimani, i palestinesi arrabbiati li hanno strappati in un’ondata di sdegno contro il movimento islamico che ha ammesso ufficialmente di aver ricevuto finanziamenti dall’Iran.

L’affissione a Gaza coincide con la rivelazione del leader di Hamas, Mahmoud al-Zahar, che, in un’intervista ai media iraniani, ha affermato di aver ricevuto dal capo delle forze iraniane Qods nel 2006 la somma di 22 milioni di dollari come sostegno al suo movimento.

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Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.