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La storia del totocalcio: com’è nato questo gioco

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Per molti, il calcio non è soltanto uno sport da seguire sperando nella vittoria della propria squadra del cuore.

Spesso e volentieri, parallelamente alla passione dei tifosi e agli interessi per i risultati delle singole partite, si muove anche il desiderio di indovinare il maggior numero possibile di esiti. Il tutto, magari dopo aver piazzato una piccola scommessa sulla versione più moderna e digitale delle vecchie schedine.

Oltre 75 anni di totocalcio

Ebbene, anche se ci si è lasciati alle spalle quei rettangoli di carta su cui segnare 1, X o 2, ancora oggi giocare al totocalcio è una specie di rituale per molti tifosi.

Il desiderio è evidentemente quello di investire nel pallone non soltanto sentimenti e furore, ma anche una puntata con la speranza che si traduca in un’appagante vittoria.

L’oggetto della schedina è ormai un simbolo di carta, che si è convertito al digitale grazie al boom e alla diffusione di nuovi bookmaker specializzati in pronostici, così come nella raccolta e nell’analisi di tutti quei dati statistici utili ai tifosi per prevedere i risultati delle partite più in vista.

Il sistema è oggi molto più articolato rispetto a quello sviluppatosi nel 1946, data in cui può essere individuato l’anno di nascita del totocalcio.

Nel 1946, Sisal aveva proposto la storica schedina a 12 risultati. Cinque anni dopo, nel 1951 sarebbe stato aggiunto quel 13° risultato che avrebbe dato il via a un format capace di resistere per oltre 50 anni nell’immaginario dei tifosi italiani e non.

Il meccanismo, così semplice, basato sulla necessità di specificare per ogni incontro un segno tra 1, X o 2, per indicare il possibile esito di vittoria della squadra in casa, pareggio o vittoria della squadra fuori casa, riuscì così a riscuotere un successo che ancora oggi non viene meno.

Ovviamente, va segnalato un altro evento notevole, ossia l’aggiunta del Tredicisissimo, o 14° risultato su cui scommettere, nel 2003.

La grandezza di questo meccanismo di gioco riesce ancora a tenere alta l’attenzione dei tifosi verso un calcio italiano ormai in profonda crisi, a differenza del mondo calcistico inglese.

Il tutto, non soltanto grazie alle cifre da capogiro messe in palio, come gli oltre 34 miliardi di lire vinti nel 1993, ma anche grazie alla capacità di aggiornarsi.

Oggi infatti il totocalcio non si focalizza più soltanto sulla serie A e sulla coppa Italia, ma si apre ad appuntamenti ben più nutriti e numerosi di quelli domenicali, guardando anche ai campionati esteri e restando così operativo per tutto l’anno, anche nei mesi estivi, un tempo ignorati.

In breve, quella del totocalcio è una storia nata con Sisal oltre 75 anni fa e che ancora adesso, in chiave digitale, riesce a tenere i tifosi inchiodati alle partite di calcio, facendoli così andare molto oltre tutte quelle ragioni di crisi che stanno coinvolgendo molti club italiani.

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