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Intervista in esclusiva con Vanessa Gravina sulla commedia ‘Nina’

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Vanessa Gravina


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L’attrice milanese presto in scena con Edoardo Siravo e Riccardo Polizzy Carbonelli

Debutterà il 19 novembre presso il Teatro delle Palme di Napoli dove sarà rappresentata fino al 22 novembre ‘Nina’, la commedia brillante che vede protagonisti gli eccelsi Vanessa Gravina, Edoardo Siravo e Riccardo Polizzy Carbonelli. La tournée farà poi tappa al Teatro San Babila di Milano dal 27 novembre al 6 dicembre, all’Auditorium Comunale di Rho (MI) l’8 dicembre per concludersi al Teatro Civico di Tortona (AL) il 9 dicembre.
Si stanno tuttora stringendo accordi per le rappresentazioni del 2016 in altre città italiane che riporteremo a tempo debito.

Nina_Gravina_Siravo_Polizzy-CarbonelliLo spettacolo è tratto dalla pièce ‘Nina’ di Andrè Roussin del 1949 che, al di là delle abituali tematiche di théâtre de boulevard, tratta argomenti solitamente accantonati ed evidenzia punti di vista significativamente progressisti per l’epoca. La regia è di Pino Strabioli e Patrick Rossi Gastaldi; il cast, oltre ai succitati Vanessa Gravina, Edoardo Siravo e Riccardo Polizzy Carbonelli, è composto da Carlo di Maio e Fabio Vasco; le scene sono di Bruno Garofalo, i costumi di Silvia Polidori.

‘Nina’: già il titolo sottolinea che perno dell’azione è una donna, figura particolare, spregiudicata, intraprendente, capace di far fare agli uomini ciò che vuole.

Ma è veramente ‘solo’ questo? Lo chiediamo direttamente alla bravissima interprete Vanessa Gravina che specifica non solo la trama e la personalità della protagonista, ma soprattutto il ruolo che assurge la commedia come spaccato della realtà borghese.

Occorre sottolineare qualcosa in più rispetto alla grande forza di donna domatrice di Nina che balza subito all’occhio – precisa l’artista milanese che chiosa – questa donna, proprio perché moderna, riscopre veramente la tenacia tutta femminile di cercare di mandare avanti la sua vita. Il ménage a trois è, in realtà, più un pretesto per poi raccontare quanto la figura femminile debba pensare a tutto e a tutti, dall’amante bambino allo stesso marito bambino che ha sempre e comunque bisogno di essere curato, confortato, accudito. In realtà Nina è una donna estremamente ‘disperata’ per alcuni aspetti, come la donna di oggi, nel senso che ha a che fare con uomini molto confusi e deboli. Le due figure maschili con cui interagisce, il marito, interpretato da Edoardo Siravo, e l’amante, Riccardo Polizzy Carbonelli, sono estremamente fascinanti rispetto alla realtà che li circonda, pur essendo esilaranti, simpatici, divertenti, sono vittime di questa donna, ma se vogliamo, in qualche modo anche carnefici. Si tratta di una commedia paradossale che scopre le fragilità umane portandole all’esaltazione di tutto, facendo diventare un fatto drammatico di per sé come il tradimento, estremamente comico.

In realtà, continua la Gravina, Nina è una gran bugiarda; dice di amare tutto e tutti, ma è proprio lei a non essere amata. Si inventa questa ‘frusta’ con cui riesce a manovrare straordinariamente l’universo maschile ed è proprio questa la nota veramente comica dello spettacolo. Deve accontentarsi di uomini che non vanno assolutamente bene per lei e per il mondo femminile in generale: è questo il fulcro, la chiave dell’azione. Nina è la donna contemporanea che assoggetta tutto quello che può, come il proprio tempo e le proprie risorse, a dei modelli di vita che magari non sono nemmeno quelli più adatti. Per cercare di conciliare ogni cosa si inventa l’impossibile con la forza e la tenacia di riuscire a tenere in piedi e mandare avanti la società, oltre che se stessa, precisa Vanessa.

Apparentemente la commedia può sembrare leggera, non lo è affatto, dato che offre un ritratto sociale profondo e sviscera una serie di tematiche che parlano del dramma di oggi e della perdita dei punti di riferimento. Conciliare il lato più frivolo con la chiave di lettura introspettiva e sociale propria della commedia brillante non è mai un’operazione semplice; quanto è stato difficile tenere in equilibrio i due livelli in modo che non si avvertisse uno stacco, chiediamo.

Al momento, confessa la Gravina, stanno proprio sperimentando le modalità attraverso cui bilanciare correttamente i due piani per riuscire ad inviare una serie di messaggi intelligenti che fanno parte dell’inevitabile evolversi di un rapporto amoroso, come la passione che dopo anni scema e la convivenza quotidiana, che, seppur bellissima, può far perdere il gusto delle piccole cose in una relazione.

Il trasferire tutto ciò in commedia non è semplice, sottolinea l’attrice che aggiunge che due registi così intelligenti e sensibili su tali argomenti come Patrick Rossi Gastaldi e Pino Strabioli stanno facendo appunto un lavoro con gli attori in questo senso. Grazie alla loro grande esperienza di regia teatrale ricorrono alla commedia brillante proprio per denunciare le inefficienze della società. Con il paradosso che sfiora quasi il grottesco non sfociandovi mai veramente, si esorcizza il mal de vivre attraverso una chiave assurdo-brillante dove tutto deve essere e risultare estremamente vero.

Vanessa Gravina ci offre poi esempi concreti e parla dell’assurdità di Nina che, in un faccia a faccia con il marito, chiede se ha pensato a come potrebbero vivere in un triangolo amoroso perfetto e armonico; lascia in pratica a lui la scelta di decidere un disegno di vita per tutti e tre, una soluzione pratica di convivenza, quanti giorni ad esempio lei debba passare con ognuno di loro. Lui, muto, non ha abbastanza spina dorsale per avere quella reazione forte e rabbiosa che ci si aspetterebbe da un marito innamorato e ferito. Piuttosto, pensa di uccidere il rivale per il semplice fatto che crede che è ciò che ci si aspetti da lui, per salvaguardare l’onore, non per sentimento. Lei, invece, ribatte con estrema lucidità che si può uccidere per gelosia e solo per gelosia, non per un fatto di morale. La donna mente disperatamente cercando di tenere in piedi questo altarino e in questo ‘non dire’ è talmente brillante e assurda che diventa estremamente comica. Non lascia parlare nessuno, non dà scampo ai due uomini perché ha paura di sentire la verità e, con le sue parole, li travolge. Lo spettatore si trova quindi di fronte una Virago, una donna ‘lucidamente pazza’ che sopraffà attraverso la ragione, ma che è logica e inattaccabile. Dunque assistiamo ad una serie di paradossi spinti all’estremo che sono però sempre sensati e coerenti. Si tratta, in pratica, di uno spettacolo meravigliosamente ossimorico in cui predomina il cinismo comico; il risultato, assicura Vanessa, è semplicemente esilarante.

Indubbiamente ‘Nina’ comporta una recitazione molto impegnativa, dato che occorre una memoria strutturatissima, non ci si può permettere il lusso di vacillare nemmeno un attimo, avere bene in mente cosa si sta dicendo in quel momento. Sono tutti personaggi ingabbiati in uno status borghese, vorrebbero uscire dalla loro condizione, ma non ce la faranno, hanno ognuno qualcosa che non appartiene alla propria vita.

Man mano dal testo emerge che il tradimento è mosso da noia e disinteresse verso un marito non forte quanto lei, che lavora costantemente, che ha bisogno di lei ma non la ama. Per sovvertire questa situazione ricorre appunto ad un amante che però la ama ancora di meno del marito, acuendo così la sua insoddisfazione. L’immobilismo imperversa; dopo lo scossone iniziale non cambia assolutamente nulla e tutto si ripristina come prima. I personaggi rimangono fedeli a loro stessi.

È un affresco umano molto molto interessante ed appassionante, un bello spaccato della nostra realtà. Non dimentichiamo che la pièce è ambientata negli anni ’50, in pieno benessere economico, ragione in più per denunciare un fatto sociale. Se vivi nell’opulenza non pensi affatto ai veri problemi, alla necessità primaria della vita, la sopravvivenza, e puoi permetterti il lusso di considerare importanti delle cose a cui non baderesti se dovessi fronteggiare problemi quotidiani legati, ad esempio, a disagi economici.

La commedia ‘Nina’ è un’ironica presa in giro della società perbenista attraverso l’esaltazione di fatti pratici. Non è quindi uno scimmiottare quella categoria sociale, la borghesia, che poi ha fatto andare avanti il mondo con delle controindicazioni enormi, con un perbenismo e formalismo che Roussin porta all’estremo, che diventa una condizione di vita da cui non si può evadere. Ad un certo punto il ‘Tutto per bene’ di Pirandello deve sovrastare tutto, è qui il senso tragico.

Nello spettacolo si dice continuamente che si vuole evadere da quella gabbia borghese che diventa un limite invalicabile alla libertà dell’individuo. La richiesta di riscatto sociale è reale e assoluta, ma non troverà sfogo e realizzazione. Si avverte forte la necessità di un cambiamento, uno stravolgimento delle esistenze che non sarà mai concretizzato. Seppur denunciate, le esigenze dichiarate cadranno nel vuoto senza possibilità alcuna di essere attuate. I tre, perennemente insoddisfatti, vorrebbero veramente cambiare vita ed evadere dalla loro condizione stantia; lei vorrebbe fuggire con l’amante ed essere finalmente felice; lui, il marito per bene, vorrebbe avere tutte le donne che non ha mai avuto, ma ne ha una sola che in fin dei conti non è nemmeno sua; l’altro, il seduttore incallito vorrebbe, da depresso ciclotimico, dileguarsi perché non ne può più di questa vita. A divertire il pubblico è proprio l’assurdo della condizione di ciascun personaggio.

Non andiamo oltre con lo svelare la trama, per non togliere agli spettatori il gusto di vedere la rappresentazione che riserva una serie di colpi di scena. Lasciamo che sia lo spettacolo a parlare per gli artisti e, conoscendo il livello altissimo di preparazione e l’indiscussa professionalità di ognuno dei soggetti coinvolti a vario titolo, siamo certi sarà semplicemente perfetto, oltre che divertentissimo.

Ringraziamo la squisita Vanessa Gravina per tutte le delucidazioni che ci ha fornito su ‘Nina’ e, impazienti di assistere alla commedia, ci diamo appuntamento al debutto del 19 novembre, ore 17:30, presso il Teatro delle Palme di Napoli.

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Autore Lorenza Iuliano

Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.