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‘I treni della felicità’ a Sala Assoli

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'I treni della felicità' - ph Donato Aquaro
'I treni della felicità' - ph Donato Aquaro


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In scena dal 21 al 22 marzo a Napoli

Riceviamo e pubblichiamo.

Ricostruire e riprogettare il mondo al femminile: è il tema centrale de ‘I treni della felicità’, in scena nella Sala Assoli a Napoli martedì 21 e mercoledì 22 marzo alle 20:30. Ideato e diretto da Laura Sicignano, il lavoro è interpretato da Fiammetta Bellone, Federica Carruba Toscano ed Egle Doria; la scrittura del testo è scaturita da una ricerca in archivi con testimonianze, lettere, diari e fotografie.

È un episodio dell’immediato Dopoguerra che vide protagoniste le donne nell’organizzazione di convogli che hanno trasferito ‘in Alta Italia’, principalmente in-Emilia Romagna, circa 70 mila bambini in condizioni di assoluta miseria da tutta la penisola.

Sala Assoli non ospiterà solo la storia dimenticata degli ‘scugnizzi’ che furono portati in Alta Italia, ma anche un incontro, domani 21 marzo alle ore 19:00, con la compagnia e gli autori delle inchieste che hanno riportato alla luce questa vicenda con letture sceniche delle attrici della compagnia. Saranno presenti Igina di Napoli, direttrice artistica di Casa del Contemporaneo, la regista Laura Sicignano e la compagnia, Simona Cappiello, autrice de ‘Gli occhi più azzurri. Le storie vere dei Treni dei bambini’ e Giovanni Rinaldi, autore di ‘C’ero anch’io su quel treno’, con la moderazione dalla giornalista Francesca Saturnino.

Il primo convoglio partì da Milano nel 1945. A chiamarli ‘treni della felicità’ fu il Sindaco di Modena; a lanciare l’iniziativa furono le donne della neonata UDT, a partire dall’idea di solidarietà laica che animava Teresa Noce, battagliera dirigente comunista e partigiana da poco rientrata dal campo di sterminio di Ravensbrük.

I lunghissimi viaggi in treno rappresentavano per i ragazzini un percorso di formazione, anche segnato dal trauma dell’abbandono, che coincideva con la conoscenza del paesaggio italiano distrutto dalla guerra. Pur non essendo ricche, le famiglie ospitanti accoglievano i bambini come figli, nell’idea che l’Italia si sarebbe risollevata e ricostruita grazie alla collaborazione di tutti. I piccoli vennero rivestiti, mandati a scuola, curati in cambio di niente.

In scena, tre donne – le attrici stesse – di età diverse e di diverse zone d’Italia si interrogano su quanto Storia e Memoria abbiano contribuito a costituire le loro identità presenti e attraverso quali meccanismi narrativi ciò sia accaduto, nel delicato equilibrio tra la finzione e la realtà del teatro. Indagano se e come sia possibile raccontare una storia del passato anche attraverso il proprio corpo e la propria biografia.

Il gioco della finzione teatrale inganna o è portatore di verità? La storia che sentono l’esigenza di narrare, interpretando un testo di due autrici, rappresenta un mito di fondazione dell’Italia, una storia che tuttavia è stata dimenticata. Lo spettacolo indaga quest’episodio dal punto di vista femminile, in una riflessione sulla maternità come condizione non solo biologica, ma anche etica e politica. Le interpreti restituiscono un affresco di un’Italia possibile, vissuta e sognata attraverso la solidarietà tra donne.

La scrittura del testo è scaturita da una ricerca in archivi con testimonianze, lettere, diari e fotografie. La vicenda dei bambini che partirono con i treni della felicità è straordinaria al punto da sembrare oggi frutto di fantasia, ma è assolutamente vera e fa parte, per fortuna, della nostra storia.

Scrive nelle note di regia Laura Sicignano:

Lo spettacolo prosegue la mia ricerca sulla storia delle donne, degli eroi perdenti e dimenticati, sui viaggi nello spazio e nel tempo.

Le tre attrici interpretano con minime trasformazioni del corpo personaggi diversi, con la delicatezza che richiede il maneggiare storie di vite vere, comprese le loro; trascorrono le diverse età della vita in pochi minuti, muoiono e rinascono, si commuovono e dichiarano l’assoluta verità della loro finzione; si fanno attraversare da ottanta anni di Storia, sopravvivendo a violenze insopportabili ed esercitando eroismi dimenticati, accompagnate da un unico uomo in scena, un musicista polistrumentista, un uomo capace di dialogare con loro attraverso la musica, il ritmo e il rumore per creare un mondo sonoro che evoca tempi e spazi reali e immaginari.

Crediti
‘I treni della felicità’
ideazione e regia Laura Sicignano
testo Laura Sicignano e Alessandra Vannucci
con Fiammetta Bellone, Federica Carruba Toscano, Egle Doria
musiche originali eseguite dal vivo Edmondo Romano
scena Francesca Marsella
costumi Daniela De Blasio
luci Luca Serra
produzione Fondazione Luzzati Teatro della Tosse / Associazione Madé
foto Donato Aquaro
assistente alla regia e tecnica Francesca Mazzarello

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