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I 15000 passi di Riccardo Festa

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L’artista mette in scena all’Argot di Roma un adattamento dell’opera di Vitaliano

L’attore e conduttore televisivo e radiofonico Riccardo Festa sarà in scena con il contrabbassista Daniele Roccato al Teatro Argot Studio di Roma, dal 3 all’8 novembre, con lo spettacolo I 15000 passi, tratto dall’omonimo libro d’esordio di Vitaliano Trevisan, drammaturgo e regista teatrale, che ha vinto il Premio Campiello 2008.

Chiediamo a Riccardo di raccontarci qualcosa in più sulla rappresentazione di cui cura regia e adattamento.

Innanzitutto ci colpisce in maniera più che positiva per le continue parole di elogio che spende per tutte le persone con cui condivide questa avventura; il tono che usa non è affatto di circostanza, anzi, è più che sincero.

Il progetto nasce dalla richiesta rivoltagli un paio di anni fa durante il Festival Ecce Histrio a Brescia di produrre uno spettacolo teatrale in cui la musica fosse protagonista quanto il testo. Dato il rapporto di profonda stima ed amicizia che lo lega da tempo a Daniele Roccato che, a giusta ragione, definisce come uno dei maggiori compositori contemporanei, la cosa più naturale appare coinvolgerlo. Riccardo propone l’opera, Daniele si dedica alla musica e insieme si occupano dello stralcio del testo, considerato anche che Vitaliano ha dato carta bianca per il necessario adattamento per esigenze sceniche. Una riproduzione volutamente originale del testo; non certo un cambio di parole, piuttosto una scelta doverosa dei punti da trattare, cercando di creare più aspettativa su alcuni eventi che poi si andranno a sviluppare nella storia.

L’incontro con Cynthia Storari, continua Riccardo, è stato poi decisivo non solo per rappresentare la pièce all’interno di Cantiere Sycamore T Company, spazio che il Teatro Argot Studio lascia appunto alla Sycamore T Company, la società di Cynthia, ma anche per dare avvio ad altri progetti.

15000-passiAd un orecchio disattento la musica nello spettacolo potrebbe sembrare solo un meraviglioso elemento di sottofondo; in realtà, sottolinea Riccardo, è determinante in tutta la rappresentazione, anzi, è esattamente sullo stesso piano della voce. Riccardo e Daniele, non a caso, sono entrambi presenti sul palco durante tutto il suo svolgersi.

“Daniele Roccato è un professionista di altissimo livello capace di regalare, con le sue eleganti creazioni, delle emozioni fortissime. L’idea di fondo è quella di una storia che in un certo senso si ‘raddoppia’. Associo tra loro due mondi diversi: è come se il Thomas di Vitaliano fosse venuto fuori da un quadro di Bacon”.

La musica di Roccato, in pratica, funge da interlocutore, da contrappunto alle parole di Thomas interpretato dallo stesso Riccardo. A racchiudere, o meglio, contornare la scena contribuendo ulteriormente ad esaltarla, tre cornici di diverse misure: una grande, dietro cui suona Daniele; una media, non solo come dimensione, ma anche come posizione tra le altre due; e una piccola, posta in un angolo su di un comodino davanti ad una bellissima scultura di un contrabbassista, realizzata dalla talentuosa giovane artista Silvia Trappa. Dunque un piccolo suonatore, se pur marmoreo, il grande suonatore Roccato e, nel mezzo, Riccardo che non suonando in modo convenzionale, utilizza comunque il suono della voce. Scultura, musica, letteratura, diverse branche dell’arte, vengono poste sullo stesso piano sul palcoscenico; si cercano e si intersecano.

È come se fossero tre momenti diversi, tre specchi che si guardano l’un l’altro e fondamentalmente non si riconoscono; e questo ovviamente ha a che fare con la storia che raccontiamo”.  

La scelta delle parti da rappresentare, data la ristretta tempistica a disposizione che non permette di condensare ogni aspetto trattato nel volume, deve essere stata non facile, osserviamo.

“Ho cercato di puntare molto sul nucleo narrativo centrale della storia e sono stato costretto a sacrificare molte digressioni del libro che, per me, sono la parte più interessante e curiosa della scrittura di Vitaliano, ma che però non rientravano nella mia idea progettuale visto che non portano avanti la storia e si concentravano maggiormente sul personaggio, sulle sue ossessioni, sui suoi punti di vista originari”.

Il protagonista, Thomas, vive in provincia di Vicenza e, ogni volta che esce di casa, per riempire il suo vuoto interiore, conta i passi che lo distanziano da un luogo ad un altro segnandoli, sistematicamente, sul taccuino sia all’andata che al ritorno. Il tragitto, più che oggettivo, è quindi intimamente soggettivo.

Mentre si sta recando dal notaio per la dichiarazione di morte della sorella, momento in cui ha inizio la pièce, si accorge di aver compiuto esattamente lo stesso numero di passi sia all’andata che al ritorno, 15.000 appunto. Questa strana coincidenza di cifra tonda ed identica durante entrambi i percorsi gli fa pensare che la circostanza così particolare vada raccontata. Fondamentalmente, rivelando il cammino, ci rende partecipe dei suoi pensieri. È una narrazione intensa e profonda dei rapporti familiari e delle alienazioni, ma anche, se vogliamo, ‘provincialotta’”. È come se la storia fosse dominata durante tutta l’esibizione dalla presenza/assenza del fratello, scomparso già da 10 anni, e della sorella di Thomas.

“Nel nostro intento, Daniele rappresenta proprio il fratello scomparso; è come se la sua musica a volte sottolineasse le parole di Thomas per dare loro più intensità, come se si ‘appoggiasse’ ad un’atmosfera’, come se rispondesse alle sue domande. Intervalliamo una sorta di ‘dialogo’ tra i due a momenti in cui solo uno si esprime; abbiamo cercato una via di comunicazione che ci permettesse di interagire sullo stesso piano. È un monologo quindi solo apparente, in realtà ci sono due voci recitanti, quella di Riccardo e quella di Daniele che ‘parla’ attraverso la musica del contrabbasso e che, anzi, a volte, predomina sulle parole. A gratificarci finora è stata proprio la percezione da parte del pubblico del fatto che si trattasse non di un monologo, ma appunto di un dialogo. Ho cercato di estrarre la vicenda, trasporla così da portare sullo stesso piano due mondi che Vitaliano accosta ma non in maniera tanto evidente. Fondamentale in questo lavoro è il contributo di Daniele.

Ovviamente sono molto riconoscente a Cythia Storari per la fiducia che ci accorda ospitandoci al Teatro Argot Studio, uno spazio che amo moltissimo perché apre alla sperimentazione e non per forza si ferma al teatro classico, anzi, con coraggio ti permette di ‘osare’, in modo ovviamente sempre professionale, e non è da tutti. L’artista si sente così ancor più stimolato a dare il meglio di sé”.   

L’appuntamento con Riccardo Festa e Daniele Roccato in I 15000 passi è quindi dal 3 all’8 novembre presso il Teatro Argot Studio di Roma, Via Natale del Grande 27.

Orario spettacoli: dal martedì al sabato ore 21,00 – domenica ore 17.30
Costo del biglietto: 15 euro
Per prenotazioni: 065898111 | mob 3929281031 | info@teatroargotstudio.com

Tratto dal libro di Vitaliano Trevisan I 15000 passi
Con: Daniele Roccato e Riccardo Festa
Regia e adattamento: Riccardo Festa
Aiuto regia: Cecilia Di Giuli
Musiche originali eseguite dal vivo: Daniele Roccato
Produzione: URteatro

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Autore Lorenza Iuliano

Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.