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Flight, un grande Washington per un film drammatico e provocatorio

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‘Flight’ è un film provocatorio e, nonostante venga pubblicizzato come thriller d’azione, risulta un mix tra il cinema catastrofico e il dramma umano; di thriller non c’è nulla a parte il terrore durante il volo di cui parla il titolo e anche “l’azione” si svolge per lo più in quel frangente iniziale.

La vicenda è quella dell’esperto pilota di linea Whip Whitaker che, alle prese con un volo caratterizzato da una tempesta e da guasti a ripetizione che rendono ingovernabile l’aereo, riesce miracolosamente ad atterrare salvando quasi la totalità dei passeggeri e del personale presenti a bordo.

Celebrato come un eroe per l’incredibile manovra effettuata e per le vite salvate, Whitaker si trova d’improvviso a fare i conti con ciò che era avvenuto la notte prima del volo, che poi è esattamente ciò che avveniva quotidianamente nella sua vita. È un alcolizzato e, puntualmente, dopo le sbronze, per tirarsi su, sniffa cocaina per credersi pronto e vigile al posto di comando quando lavora.

In quella tragedia evitata, divenuta una sorta di miracolo grazie anche alla capacità del pilota, sono morte sei persone e Whitaker, pur sapendo di non avere responsabilità per quei decessi nonostante potesse tranquillamente divenirne la causa per il suo stato, dovrà fare i conti con la giustizia che ha bisogno di trovare i motivi di quell’incidente e i colpevoli per quelle morti, ma, sopratutto, dovrà fare i conti con se stesso, con la propria coscienza e con la sua dipendenza.

‘Flight’ è l’ennesima prova di quanto sia bravo Robert Zemeckis, regista pluripremiato per ‘Forrest Gump’ che ha dimostrato in carriera una versatilità non comune se pensiamo che è il padre della mitica trilogia del divertente e innovativo ‘Ritorno al Futuro’, dell’intreccio cartoni animati/attori in carne ed ossa di ‘Chi Ha Incastrato Roger Rabbit?’, del fantascientifico ‘Contact’, del thriller hitchcockiano ‘Le Verità Nascoste’ e di tre film di animazione digitale come ‘Polar Express’, ‘La Leggenda di Beowulf’ e ‘A Christmas Carol, lavori simbolo della “performance capture“, tecnica che cattura il movimento degli attori digitalizzandolo e facendolo divenire animazione.

Questa sua ultima opera ha il sapore drammatico che unisce la condizione di un individuo alla tragedia di un gruppo di persone e il contesto della catastrofe viene preso come spunto narrativo e non come scenario dell’intera storia.

Il protagonista è presentato come un eroe perché ha il merito di aver salvato quasi un centinaio di persone, ma provocatoriamente la trama si basa sul fatto che a farlo sia stato un alcolizzato che ha guidato un aereo sbronzo e sotto l’effetto di stupefacenti e quindi, oltre all’assoluta illegalità della questione, viene evidenziata la tensione morale di colui che, seppur negando la propria inaffidabilità supportato dal gesto eroico, ha visto in quell’incidente l’emblema di una vita che sta buttando via, ma che può riprendere così come ha fatto con l’aereo.

Il pilota Whip Whitaker ha il volto del grande Denzel Washington e la performance in ‘Flight’ è di alto livello sopratutto perché l’attore mostra con intensità la difficoltà di quella redenzione necessaria al suo personaggio, la condizione di dipendente dall’alcol che crede di poter essere superiore alla sua dipendenza ma in fondo è talmente labile emotivamente e psicologicamente da trovarsi solo e convinto di poter andare avanti unicamente grazie all’alcol.

Bruce Greenwood, Don Cheadle e Melissa Leo completano il cast, anche se ad affiancare al meglio Washington sono Kelly Reilly, nei panni della fotografa tossica anima in pena aiutata dal pilota, e soprattutto un grandioso John Goodman, nel ruolo dell’amico pusher di Whitaker.

Zemeckis è uno dei registi che riesce meglio a rendere la drammaticità della narrazione attraverso gli effetti speciali e la prima mezz’ora del film conferma tale capacità al cospetto dell’incidente aereo che sta accadendo.

Regista e attore protagonista hanno rinunciato ai loro compensi mettendo sul contratto che li avrebbero barattati con una percentuale sugli incassi.

Costato 31 milioni di dollari per una cinquantina di giorni di lavorazione, ‘Flight’ è stato candidato agli Oscar per la migliore sceneggiatura originale scritta da John Gatins e per l’interpretazione di Denzel Washington, alla sesta nomination in carriera e dopo aver vinto due statuette per ‘Glory’ e ‘Training Day’.

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Autore Paco De Renzis

Nato tra le braccia di Partenope e cresciuto alle falde del Vesuvio, inguaribile cinefilo dalla tenera età… per "colpa" delle visioni premature de 'Il Padrino' e della 'Trilogia del Dollaro' di Sergio Leone. Indole e animo partenopeo lo rendono fiero conterraneo di Totò e Troisi come di Francesco Rosi e Paolo Sorrentino. L’unico film che ancora detiene il record per averlo fatto addormentare al cinema è 'Il Signore degli Anelli', ma Tolkien comparendogli in sogno lo ha già perdonato dicendogli che per sua fortuna lui è morto molto tempo prima di vederlo. Da quando scrive della Settima Arte ha come missione la diffusione dei film del passato e "spingere" la gente ad andare al Cinema stimolandone la curiosità attraverso i suoi articoli… ma visto i dati sconfortanti degli incassi negli ultimi anni pare il suo impegno stia avendo esattamente l’effetto contrario. Incurante della povertà dei botteghini, vagamente preoccupato per le sue tasche vuote, imperterrito continua la missione da giornalista pubblicista.