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Convegno Internazionale ‘La sublimazione’ al PAN

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'La sublimazione. Analisi critica dell'ultima frontiera del simbolico'


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‘La sublimazione. Analisi critica dell’ultima frontiera del simbolico’ il 15 e 16 marzo

Riceviamo e pubblichiamo.

Il 15 e 16 marzo, presso il PAN – Palazzo delle Arti di Napoli, via dei Millle, 60, Napoli, si terrà il convegno internazionale ‘La sublimazione. Analisi critica dell’ultima frontiera del simbolico’ a cura di Vincenzo Cuomo e Eleonora de Conciliis. 

Il convegno è organizzato da Kaiak. A Philosophical Journey con il patrocinio di Società Italiana di Estetica, Dipartimento di Scienze Umanistiche, Filosofiche e della Formazione dell’Università di Salerno, Dipartimento di Studi letterari, filosofici e di storia dell’arte dell’Università di Roma Tor Vergata, Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo dell’Università di Roma Tre, Dipartimento per gli Studi Umanistici dell’Università “Federico II” di Napoli, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Assessorato all’Istruzione, alle Politiche sociali e allo Sport della Regione Campania.

Advisory Board
Prof.ssa Laura Bazzicalupo, Università di Salerno;
Prof. Franco Cipriano, artista;
Prof. Paolo D’Angelo, Università di Roma Tre;
Prof. Bruno Moroncini, Università di Salerno;
Prof. Giuseppe Patella, Università di Roma Tor Vergata;
Prof. Roberto Terrosi, Università di Tokyo.

La sublimazione pulsionale è un segno che contraddistingue particolarmente il processo di incivilimento; essa fa sì che alcune attività psichiche assai elevate – le attività scientifiche, artistiche, ideologiche – assumano una parte così importante nella vita civile.
Cedendo alla prima impressione, saremmo tentati di dire che la sublimazione è un destino forzatamente imposto alle pulsioni dalla civiltà.
Ma sarà meglio riflettere su ciò un po’ più a lungo […]
Sigmund Freud, ‘Il disagio della civiltà’

Pur tra molte oscillazioni, nei suoi scritti Freud ha concepito la sublimazione delle pulsioni come il dispositivo più importante del processo di civilizzazione umana.
La possibilità che le pulsioni vengano soddisfatte attraverso una trasformazione della loro meta sessuale e/o aggressiva sarebbe a fondamento della socialità umana e, soprattutto, delle attività intellettuali, scientifiche e artistiche. Il termine include, nel suo plesso semantico, l’idea di elevatezza e di alleggerimento, oltre a quello della trasformazione di stato; include, inoltre, l’idea del differimento temporale del soddisfacimento sessuale e, quindi, come ebbe a scrivere Freud, del suo “giro lungo”.

Lacan ha radicalizzato la nozione di sublimazione fino a pensarla come il campo di emersione del simbolico. È attraverso i processi di sublimazione che l’umanità è stata in grado di fronteggiare la violenza strutturalmente inclusa nel suo distacco dalla natura.
Per tale ragione la sublimazione non è mai un processo compiuto, perfetto e definitivo; è piuttosto un processo incompiuto e indefinito che funziona più nelle modalità del suo fallire, come ha ben visto Beckett, che in quelle della sua realizzazione.

Se il campo del simbolico è infatti lo stesso campo del sintomo, quello della sublimazione è il medesimo del soddisfacimento delle pulsioni, il che lo rende strutturalmente aporetico, oltre che straordinariamente complesso. Interrogandosi sulle concrete modalità in cui la libido potesse essere de-sessualizzata per essere sublimata, Freud indicò nel narcisismo un fondamentale ‘tempo intermedio’ di tale trasformazione.

Benché la sublimazione, per la sua complessità, non possa essere ridotta all’energia libidica dell’io, ciò significa che nelle società moderne un ruolo centrale viene svolto dalla struttura della personalità e dalle forme della soggettivazione. Perciò oggi la questione della sublimazione, intesa come dispositivo psico-sociale, non può essere separata dalla questione dell’individuo in grado – o non in grado – di sublimare le pulsioni.

Tutto ciò complica ulteriormente il campo della discussione. Se la società contemporanea appare caratterizzata da una generalizzata crisi degli ordini simbolici, crisi composita le cui cause sono principalmente mediali, psico-economiche e tecnologiche, possiamo ancora considerare funzionante il paradigma della sublimazione, per quanto nelle modalità del suo funzionar-fallendo?

La crisi degli ordini simbolici non è, per ciò stesso, una crisi dei processi di sublimazione? Inoltre, dal momento che il campo privilegiato sul quale misurare la validità del paradigma freudiano è stato sempre quello delle espressioni artistiche, è ancora possibile comprendere e valutare la funzione delle arti, a patto che sia mai stato possibile farlo in senso generale, in base ad esso?
Infine, siamo così sicuri che il paradigma funzioni e/o abbia funzionato in una sola modalità, quella teorizzata in occidente dalla psicoanalisi?

Sulla scorta di tali interrogativi, lo scopo generale del convegno può essere sintetizzato nelle seguenti tre domande-guida:
1) La connessione, stabilita da Freud, tra sublimazione e “civiltà umana” è ancora valida?
2) Le forme della sublimazione sono (state) le stesse nelle culture occidentali e in quelle orientali?
3) La teoria della sublimazione è utile per comprendere la funzione delle arti, oggi?

Per rispondere a, o ri-problematizzare tali questioni, al convegno partecipano studiosi, europei e non, di estetica, psicoanalisi, sociologia, antropologia, cultural study, oltre ad alcuni artisti che, operando in territori espressivi di confine, portano la loro testimonianza teorico-critica sulla validità o meno del paradigma sublimatorio.

Studiosi partecipanti:
Laura Bazzicalupo, Università di Salerno;
Mario Bottone, psicoanalista;
Carmelo Colangelo, Università di Salerno;
Franco Cipriano, artista;
Vincenzo Cuomo, direttore della rivista Kaiak;
Maria D’Ambrosio, Università Suor Orsola Benincasa;
Eleonora de Conciliis, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici;
Roberto Diodato, Università Cattolica di Milano;
Daniele Dottorini, Università della Calabria;
Giuseppe Gaeta, Accademia di Belle Arti di Napoli;
Daniele Goldoni, Università Ca’ Foscari di Venezia;
Bruno Moroncini, Università di Salerno;
Felice Ciro Papparo, Università di Napoli;
Massimo Recalcati, psicoanalista;
Gabriella Riccio, performer e coreografa;
Roberto Terrosi, Università di Tokyo;
Fabio Tolledi, International Theatre Institute dell’UNESCO – Astragali Teatro di Lecce;
Paolo Vignola, Università Yachay Tech – Ecuador.

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