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Beni confiscati a criminalità, difficoltà di Comuni e associazioni

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Suvignano


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Le storie e le domande che arrivano dai territori, al centro dell’incontro in Regione

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

Gestire beni sequestrati alla criminalità organizzata non sempre è semplice. E con il passare del tempo le situazioni a volte si complicano.

Sottolinea il Prefetto Bruno Frattasi, Direttore dell’agenzia ANBSC:

Molte proprietà arrivano all’agenzia nazionale che da un anno dirigo oramai in stato avanzato di ammaloramento, a volte vandalizzate dagli stessi a cui sono state sottratte affinché non possano essere riutilizzate. Altre volte presentano forme di abusivismo, da sanare per poterle continuare ad utilizzare.

Situazioni difficili. Da gestire insieme, come ha proposto anche l’assessore Bugli. Procedure altre volte da velocizzare.

Anche i Sindaci e gli amministratori che hanno partecipato alla riunione convocata oggi, 13 gennaio, dalla Regione raccontano storie simili.

Dice l’Assessore ai lavori pubblici del Comune:

A Forte dei Marmi abbiamo un fabbricato per metà all’interno di una fascia di rispetto e in stato di degrado. L’unica destinazione che ci sembra possibile è quella di usarlo come archivio: possiamo farlo?

Da Montopoli Valdarno arriva una storia positiva.

Spiega il Vicesindaco:

Nell’appartamento confiscato c’è ora un centro antiviolenza. Ma è importante seguire anche il post assegnazione per controllare che venga rispettato l’uso del bene per la finalità per la quale è stato assegnato.

Ci sono anche confische revocate. È il caso di Viareggio, dove la confisca di un bene è stata confermata e di un altro invece no.

Raccontano:

Abbiamo percorso tutte le tappe: promosso un processo partecipativo e usato i fondi del bando Regione per terminare la ristrutturazione. Poi con il secondo grado di giudizio è arrivata la sorpresa. Siamo un caso scuola.

Il Sindaco di Marciano della Chiana, in provincia di Arezzo, si lamenta delle procedure lunghe a completarsi, anche dopo la destinazione.

Dice:

Su diciannove appartamenti e ventitré box assegnati da maggio, ho solo le chiavi di tre e sugli altri beni non riesco ad avere informazioni.

Il Vicesindaco di San Vincenzo pone al Direttore dell’agenzia alcune domande.

Racconta:

Abbiamo tre appartamenti e un box auto: uno occupato da chi ha denunciato e si è costituito parte civile nel processo penale. Dobbiamo chiedere l’assegnazione togliendolo al soggetto che si è esposto positivamente in prima persona?

Interrogativi arrivano anche da Castagneto Carducci, dove quattordici sono i beni confiscati definitivamente.

Dice il Sindaco:

Ci sono aziende che operano sempre pur essendo nell’ambito di beni confiscati. Come ci comportiamo?

Chiede invece un’Assessora di Vecchiano:

Da noi ci sono beni sequestrati non ancora confiscati.
In questa fase qual è il nostro interlocutore?

Altre difficoltà riguardano a volte l’individuazione stessa dei beni. È il caso, sul Monte Argentario, di due terreni, uno particolarmente scosceso. C’è anche l’incognita, pone l’attenzione il portavoce di Libera in Toscana Andrea Bigalli, sui lasciti bancari e del perché il fondo nazionale non possa finanziare anche immobili situati nel centro-nord Italia.

La riunione convocata oggi in Regione dall’Assessore Bugli è servita a chiarire anche alcuni di questi dubbi.

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