Lo denuncia il governo legittimo al Consiglio di sicurezza dell’ONU
Il governo legittimo yemenita ha denunciato le azioni e le pratiche della milizia Houthi.
Giorno dopo giorno, i ribelli dimostrano la loro mancanza di serietà nell’affrontare responsabilmente gli sforzi di pace e l’insistenza nel continuare la guerra che hanno scatenato, senza alcun riguardo per la sofferenza umana, causata agli yemeniti.
L’Ambasciatore dello Yemen alle Nazioni Unite, Abdullah Al-Saadi, lo ha spiegato in una dichiarazione a nome del governo al Consiglio di sicurezza dell’ONU il 17 maggio.
La milizia continua a minacciare di tornare in guerra, riprendere il conflitto, versare altro sangue ed esacerbare la crisi umanitaria.
Ha infatti mobilitato i suoi combattenti sui fronti e istituito centri militari estivi per reclutare centinaia di migliaia di bambini ed inviarli in prima linea. Inoltre, continua a piazzare mine ed esplosivi, che causano la morte di yemeniti su base giornaliera.
Il governo dello Yemen ha anche accusato la milizia Houthi di affamare ed impoverire la società e di limitare le attività di beneficenza e commerciali.
Il governo yemenita, invece, ha apprezzato tutti gli sforzi regionali ed internazionali dell’inviato speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite nello Yemen, compresi quelli di mediazione compiuti dal Regno dell’Arabia Saudita e dal Sultanato dell’Oman volti a rinnovare l’armistizio, porre fine al conflitto e raggiungere una pace globale.
Ha ribadito, infine, il suo impegno a favore dell’opzione della pace e il suo desiderio di impegnarsi in modo positivo e costruttivo in tutte le azioni indirizzate verso un cessate il fuoco globale.
Nella sua dichiarazione, il governo ha denunciato la continuazione dell’assedio di Taiz da parte della milizia, che prosegue da otto anni, e il continuo attacco alle infrastrutture da parte degli Houthi, l’ultima delle quali è stata la strada al-Kadha, avvenuto il 5 maggio.
Autore Redazione Arabia Felix
Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.
