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‘The sense of life for a single man’ a Sala Assoli

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'The sense of life for a single man' foto Alessandro Branca


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In scena dal 31 gennaio al 2 febbraio a Napoli

Riceviamo e pubblichiamo.

Quinto lavoro della stagione teatrale 2019 – 2020 di Casa del Contemporaneo, ‘The sense of life for a single man’ è un testo adattato e diretto da Pasquale Marrazzo. Liberamente ispirato dal libro di Christopher Isherwood, da cui il film di Tom Ford con Colin Firth, il lavoro è in scena in Sala Assoli da venerdì 31 gennaio a domenica 2 febbraio, feriali ore 20:30, festivo ore 18:00.
Un testo su lutto, dolore e solitudine che rappresenta bene i tempi in cui viviamo: la pièce narra la storia di George Falconer, un professore inglese di letteratura all’università di Los Angeles. Siamo nei primi anni ’60 del secolo scorso e George, seduto nella sua solita poltrona, in una delle tante serate passate in attesa dell’arrivo del suo amato, apprende una ‘novità’ che si presenta al suo cospetto senza possibilità di replica: il suo compagno è morto in un incidente stradale.

Incapace di reagire al lutto e all’afflizione, di un amore che durava da sedici anni, si mette a riordinare carte, oggetti e sentimenti. Tenta persino di togliersi la vita con un colpo di pistola ma senza riuscirci.

Charley, una vecchia amica delusa e disillusa, prova a tirarlo fuori dalla malinconia che ormai l0ha pervaso. La vita di George si è raggruppata in una serie di oggetti e di gesti che gli permettono di ricordarsi che è ancora in vita, mentre il senso della banalità del vivere, si fa sempre più nauseante. ‘A single man’ è un mélo intessuto di atti mancati e infiniti (rim)pianti. Il professore, portatore di un dolore universale, vive (e muore) nell’attesa del ricongiungimento all’amato. Sarà proprio il lutto, lo spirito della scena.

Note di regia:
Il testo tratta della ‘solitudine’ e, non come semplice sentimento negativo che arriva a pungere il cuore del mal capitato, bensì come status vivendi, in cui la sfida non è fuggirla ma, osservarla da vicino per sezionarla nelle sue “parti intime”.

George si pone la domanda: “Sono un uomo solo”? Darsi una risposta è facile, perché la solitudine la conosce da sempre. Possiamo dire che un omosessuale ne nasce corredato? Si! Diciamolo pure che il primo sentimento che si sperimenta è l’emarginazione e quindi il senso sconfortante di essa.

George, il nostro protagonista, professore cinquantenne inglese con cattedra a Los Angeles, conosce bene lo sguardo interrogativo delle persone che lo circondano e, quella quantità di occhi gli ricorda costantemente che è ‘un uomo solo’. Sartre ci ha insegnato che noi viviamo nello sguardo degli altri e se loro ci vedono cosi, noi siamo esattamente quella cosa.

Invece il professore è a casa in attesa dell’arrivo del compagno e come tutte le sere, l’ansia di vederlo, si fa sempre più acuta. Una telefonata improvvisa farà squillare le trombe e, la successione di piani che la mente di George gli suggeriva qualche attimo prima, sarà soppiantata da un altro ordine di cose. Come in una pellicola ben girata, se la naturale successione degli eventi coerenti tra se è interrotta da un nuovo elemento, il pubblico sarà co-stretto a partecipare all’inaspettata sequenza di fatti. Ecco che la magia del cinema si rende concreta, lo spettatore s’identifica sentimentalmente con il protagonista e vive con lui, come fosse sua, la nuova catena di avvenimenti.

Siamo tutti in attesa di vivere la ‘novità’. Così, quella maledetta chiamata ha cambiato l’ordine delle cose e: non ci saranno più una cena, men che meno abbracci, nemmeno discussioni e litigi senza fine perché la camicia non era nel cassetto giusto o perché la signora ha l’abitudine di spostare le cose nel frigorifero senza avvisare. Non ci sarà più NULLA!!!

La prospettiva prossima a George è il vuoto. Il sentimento infinito di solitudine diverrà il padrone assoluto del suo essere. L’unica persona a renderlo presente nel mondo l’ha lasciato. Qualcuno ha investito e abbandonato sul ciglio di una strada il suo compagno, uccidendolo. George non dovrà più ironizzare sul proprio status ma dovrà accettare la malinconia nella sua manifestazione OMO- FISIOLOGICA.
Pasquale Marrazzo

Messinscena
I personaggi in scena sono quattro: George, Charlotte, una cara amica intimamente innamorata di lui, Jim, il fidanzato morto, e Kenny, giovane studente. I quattro protagonisti si muoveranno in uno spazio sinuoso riempito da luci che disegneranno man mano i luoghi in cui le scene si svolgono. La recitazione, elemento fondante per la messa in scena, sarà accentuata dalla mimica danzante/sognante degli attori. Un lavoro minuzioso sul ritmo e sul cambio scena ci condurrà in una sorta di montaggio cinematografico.
Pasquale Marrazzo

‘The sense of life for a single man’
liberamente ispirato da ‘A single man’ di Christopher Isherwood, da cui il film di Tom Ford con Colin Firth.
con Pasquale Marrazzo, Michele Costabile, Rossana Gay e Giovanni Consoli
adattamento e regia di Pasquale Marrazzo
foto Alessandro Branca

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