Home Territorio Pulcinella Suite di Strawinskj al Museo di Capodimonte

Pulcinella Suite di Strawinskj al Museo di Capodimonte

1713
Francesco Vizioli Sala della Culla Museo e Real Bosco di Capodimonte


Download PDF

Il Maestro Francesco Vizioli racconta la sua esibizione

Lunedì 24 aprile, alle ore 17:30, presso la Sala della Culla del Museo di Capodimonte si è tenuto il concerto inaugurale della rassegna La musica racconta Picasso, che si propone di mettere a fuoco il rapporto tra il celebre pittore spagnolo e il compositore Igor Stravinsky, esattamente a 100 anni dal loro viaggio a Napoli, avvenuto nel 1917.

La Pulcinella Suite dello stesso Stravinsky, opera scelta per l’occasione, è stata eseguita dall’Orchestra San Pietro a Majella diretta da Francesco Vizioli e con Alessandro Schiano Lo Moriello al pianoforte.

Video di Maurizio Vitiello

L’iniziativa si inserisce nella più ampia programmazione di eventi organizzata dal Museo e Real Bosco di Capodimonte in occasione del ponte della Liberazione, dal 22 al 25 aprile che, oltre a consolidare la collaborazione tra due eccellenze napoletane, il Conservatorio di Musica di Napoli San Pietro a Majella e lo stesso Museo, arriva anche in concomitanza della Mostra Picasso e Napoli: Parade, aperta fino al prossimo 10 luglio.

La kermesse concertistica è ideata congiuntamente dai direttori delle due prestigiose istituzioni, Elsa Evangelista e Sylvain Bellenger, che introducono l’iniziativa.

La Pulcinella Suite ha la sua genesi proprio nell’esperienza partenopea dei due grandi artisti, che furono colpiti fortemente dallo strettissimo rapporto di Napoli con l’arte, declinata nella quotidianità in ogni sua forma, da quelle più alte a quelle popolari, come la stessa commedia dell’arte.

Per questo motivo, due anni dopo, il musicista accetta molto volentieri la proposta dell’impresario Sergej Pavlovič Djagilev di elaborare, partendo da composizioni del ‘700 napoletano, un balletto incentrato sulla maschera partenopea per eccellenza: Pulcinella. Proprio a Picasso fu affidata la realizzazione dei costumi.

Stravinsky riprende principalmente delle arie che pensava composte tutte da Giovanni Battista Pergolesi, mentre alcune sono state successivamente attribuite a Domenico Gallo, Alessandro Parisotti, Unico Wilhelm van Wassenaer e Carlo Ignazio Monza, modificandole soprattutto nella strumentazione, con l’introduzione di strumenti moderni oppure affidando a diverse sezioni l’esecuzione.

Il risultato è quello di una dissacrazione, apparentemente irriverente degli originali, filtrata ed esaltata dal geniale estro del compositore contemporaneo, ulteriormente rivisitata nella versione orchestrale in otto movimenti, che ne rafforza l’esito parodistico.

Dopo gli interventi dei due direttori, la parola passa al Maestro Francesco Vizioli, altro grande protagonista della serata assieme ai musicisti dell’Orchestra di San Pietro a Majella, che, con dovizia di particolari e con il supporto di Alessandro Schiano Moriello al pianoforte, Riccardo Zamuner al violino e della splendida voce del tenore Vincenzo Tremante, mette in evidenza le modifiche apportate da Stravinsky alle composizioni.

Vizioli, partenopeo, matura la sua formazione tra Roma e Napoli per debuttare nel 1984 con l’Orchestra Scarlatti della RAI di Napoli, cui tornerà con regolarità alla conduzione. Titolare del corso di Direzione d’Orchestra al Conservatorio di Napoli dal 1999, profondissimo esperto del teatro musicale da camera del Settecento e del Novecento, vede la sua prima direzione della Pulcinella Suite nell’ormai lontano 1984.

Il suo racconto, sebbene impreziosito da numerosi riferimenti tecnici, è sempre vivace, brillante, comprensibile anche a chi si accosta alla musica come semplice e profano ascoltatore.

Ma il meglio di sé Vizioli lo dà sul palco, la sua personalità e il suo carisma sono evidenti, come travolgente è l’energia di un’esecuzione che ha l’effetto di esaltare le peculiarità di Stravinsky, anche in virtù di una fedele interpretazione della partitura originale, come ci confermerà lo stesso Maestro nell’intervista rilasciata in esclusiva alla nostra testata dopo il concerto.

Estremamente simpatico, disponibile e comunicativo, il Maestro ci racconta il suo profondo legame con il più grande estro musicale del Novecento.

Adoro Stravinsky per il suo smisurato talento, per la sua competenza tecnica assolutamente geniale, ma anche perché è il monello che ‘gioca’ alle stonature.

In Pulcinella, con un tempismo musicale perfetto, riesce sempre a trovare efficacemente il momento giusto per realizzare qualcosa di importante intervenendo sulle strutture fraseologiche, rompendo la simmetria delle frasi tramite lo spostamento degli accenti, l’aggiunta o l’elisione di tempi e di battute, ed accentuando particolari elementi.

È un gioco di dissacramento, di gioia, di amore verso questi pezzi del Settecento che lui pensava fossero tutti di Pergolesi, mentre solo tre su dodici sono i suoi.

Questo splendido risultato di deformazione di alcuni parametri alternato sapientemente al rispetto di altri è da lui ottenuto con pochi mezzi. Nel Novecento le orchestre erano enormi, con 103 pezzi, quindi l’effetto dinamico di decibel era intenso; in questo caso, invece, dodici solisti più l’orchestra, il che comporta che ognuno abbia una parte difficile con ritmi diversi.

Spesso per realizzare questa suite chiediamo le audizioni proprio per scegliere i musicisti adatti, ma resto sempre con il dubbio di non aver ringraziato tutti loro nell’applauso finale, con il rischio che pensino che non mi siano piaciuti.

Nonostante ‘Parade’, come rimarcato in precedenza da Bellenger, non sia un’opera cubista, ho voluto tirar fuori l’aspetto irriverente usato da Picasso, ottenuto con l’ausilio di materiali che il pittore spagnolo adopera estraniandoli e stravolgendoli, esattamente come fa Stravinsky.

Ho consigliato ai ragazzi dell’orchestra di cercare il suono ‘cattivo’, graffiante e, anche durante le prove, ci siamo divertiti tantissimo.

Il taglio che ho dato all’esecuzione voleva essere energico e dissacrante, esagerando delle direttive che il Maestro russo tiene comunque presente in partitura. Ad esempio, se mette un accento, questo è sforzato il più forte possibile verso il tallone dell’arco, il posto dove si impugna lo strumento, per far scaturire un suono più graffiante.

Considerato che nel Novecento l’apparato grafico dei compositori è molto sofisticato, specificano tutto dettagliatamente, sta a noi oggi incentivare e assecondare ciò che loro già indicano.

La mia lettura di questo brano è stata particolarmente violenta per evidenziare uno Stravinsky ‘fauve’, selvaggio, in modo che i rari momenti di relax, quelli che la dialettica di pre-rivoluzione francese chiama la musica dei consensi, vengano fuori meglio se contrapposti ad altri particolarmente incisivi e duri.

Pulcinella è un’opera non facile sia per chi la esegue che per chi la dirige e necessita di una concentrazione totale; basta un attimo di distrazione per rovinare l’intera esecuzione.

Io la faccio dal 1984, anno in cui ho debuttato in Rai con pezzi in omaggio a Totò insieme a Roberto Murolo. Nel mio caso, lo studio con la memoria è appunto agevolato dalla pratica trentennale con quest’opera meravigliosa ed immensa.

Sono ormai due anni che dirigo a Capodimonte, esibendomi in circa otto concerti, ma, abitando a Roma, ogni volta che vengo qui per lavoro canalizzo la mia attenzione sugli aspetti tecnici per assicurarmi che tutto sia così come mi occorre per un’esecuzione perfetta, acustica, sedie, leggii, e sono talmente raccolto sulla musica che mi estraneo dal contesto in cui mi trovo.

A questo proposito, ho detto al direttore che devo assolutamente venire in veste di turista per godermi questo strabiliante museo. Dato che insegno al Conservatorio, stavolta mi fermerò a Napoli due giorni e spero di avere il tempo per visitarlo come merita.

Video di Maurizio Vitiello

Splendida iniziativa, dunque, di Sylvain Bellenger, che ha sta avendo il grande merito di valorizzare il patrimonio artistico di uno dei più prestigiosi musei al mondo e di Elsa Evangelista, che ancora una volta riescono a dimostrare come tanta arte e cultura partano da Napoli e finiscono, seguendo le strade più diverse, con il ritornare all’origine partenopea.

I prossimi appuntamenti successivi con ‘La Musica racconta Picasso’ presso il Museo e Real Bosco di Capodimonte sono:

7 maggio
Vita popolare napoletana nei quadri di Picasso:
Fantasia Napoletana – Totò Fantasy di Mario Ciervo
Orchestra San Pietro a Majella
Mario Ciervo, direttore

21 maggio
Napoli suona la Spagna
Musiche di De Falla, Poulenc, Satie, E. Evangelista
Francesco Trincone, chitarra

6 giugno
Contrasti del ‘900
Ravel, Introduzione e allegro per arpa, flauto, clarinetto e quartetto d’archi
Strawinskj, L’histoire du soldat
Francesco Vizioli, direttore

Elsa Evangelista e Sylvain Bellenger nella Sala della Culla del Museo e Real Bosco di Capodimonte
Elsa Evangelista e Sylvain Bellenger nella Sala della Culla del Museo e Real Bosco di Capodimonte
Print Friendly, PDF & Email

Autore Lorenza Iuliano

Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.