Home Territorio ‘Nessuna pietà per l’arbitro’ al Teatro Verdi

‘Nessuna pietà per l’arbitro’ al Teatro Verdi

580


Download PDF

In scena il 1° giugno a Muggia (TS)

Riceviamo e pubblichiamo.

Sabato 1° giugno, sempre alle ore 21:00, al Teatro Verdi di Muggia (TS), nell’ambito del Muggia Teatro 26° Festival Estivo del Litorale 2019, Centro Teatrale MaMiMò presenta ‘Nessuna pietà per l’arbitro’ di Emanuele Aldrovandi, con Filippo Bedeschi, Luca Mammoli, Federica Ombrato, Alessandro Vezzani, per la regia di Marco Maccieri e Angela Ruozzi.

Le scene sono di Antonio Panzuto, il disegno luci di Silvia Clai e i di costumi Rosa Mariotti. Lo spettacolo, vincitore del Premio del pubblico Festival di Resistenza 2017, finalista InBox 2018 e di selezione Visionari Kilowatt Festival 2018, vede la consulenza scientifica del prof. Marco Giampieretti.

Una famiglia che vive per il basket. Una società post-ideologica, in cui sembra non riusciamo più a scegliere in base a principi di valore. Eppure scelte ne compiamo e continuamente. Ma in funzione di cosa? Giuseppe: storico, ricercatore universitario, mille euro al mese. Sta preparando un discorso per la celebrazione del 2 giugno, anniversario della Repubblica italiana, ma difficilmente riuscirà a scriverlo.

Moglie: in dolce attesa, sarà licenziata non appena il suo datore di lavoro se ne accorgerà. Incoraggia il marito a scrivere il discorso convinta che sia un modo per avere successo e far quadrare i bilanci familiari. Figlio: disoccupato, a rischio NEET, gioca a basket e ha dei seri problemi di gestione della propria collera. Arbitro: come hobby dirige partite di basket, di mestiere fa colloqui di lavoro. Una partita rissosa, un fallo non fischiato e un braccio rotto. Attorno alla figura dell’arbitro la triade dei protagonisti si allea, si accalora, collabora, si accanisce trasformando le situazioni conflittuali in conflitti di natura etica ed esistenziale.

La questione “Arbitro” diventa strumento per sviluppare sulla scena, attraverso il meccanismo dello straniamento e il dialogo diretto con il pubblico, temi civili quali individualismo – bene comune, potere – anarchia, legge – libertà, idealismo – utilitarismo. E diventa occasione per Giuseppe per vedere “da fuori” la società in cui vive nel tentativo di cogliere una prospettiva storica all’interno del suo tempo, per riuscire a narrarlo.

E poi siamo sicuri che il nostro mondo sia davvero post-ideologico? Forse fra duecento anni i posteri guarderanno al passato e diranno che noi un’ideologia l’avevamo. Vedranno la legge che governava il nostro mondo, vedranno lo spirito della nostra epoca. E come lo chiameranno?

Tutto questo, passando da De Gasperi a Michael Jordan, da Togliatti a LeBron James…tra principi fondamentali e qualche tiro a canestro…

Note di regia
Un muro rosso. Una lavagna per appuntare i pensieri. Un ambiente nel quale si entra e si esce senza che si trasformi mai. Un playground, uno spazio di gioco, forse un salotto, forse uno spogliatoio. Questo lo spazio di messinscena di Nessuna pietà per l’arbitro, una parabola teatrale contemporanea in cui una tipica famiglia italiana del 2016, un’ipotetica microsocietà, gioca a basket e nel frattempo si interroga sul senso delle leggi e sui valori che regolano le proprie scelte.

Le leggi si possono accettare come strada per costruire un mondo migliore, questo pensa Giuseppe, il padre; possono essere sfruttate a proprio favore per il successo personale, questo pensa Moglie; oppure sono un obbligo dettato dall’alto a punire l’espressione dell’io individuale, questo pensa Figlio. Questo conflitto con il tema della legge, qui esplicitato nei diversi personaggi, è a nostro parere insito nella coscienza dell’uomo contemporaneo.

A cosa servono le leggi? I principi fondanti dai nostri padri costituenti sono ancora validi per noi? E noi potremmo scriverne di nuovi e migliori? La famiglia in scena, in assenza di un’immagine condivisa di futuro da consegnare “ai propri figli”, si “suicida” di un’abbondanza di conquiste personali. Ed è proprio l’arbitro, rappresentante della legge, a pagarne le spese. La vicenda famigliare e il problema “arbitro” diventa pretesto per sviluppare i conflitti etici: individualismo – collettività, potere – anarchia, potere – libertà, utilitarismo – bene comune, giusto – utile. Un percorso che ci sprona a interrogarci sulla natura del tempo presente e sulla necessità o meno di migliorarlo attraverso una visione condivisa di futuro.
Marco Maccieri e Angela Ruozzi

Info e biglietti:
http://www.muggiateatro.com/

Biglietti 26° edizione Muggia Teatro – Festival Estivo del Litorale
intero €10,00;
ridotto €8,00 over 65, giovani under 26, soci Coop;
ridotto €5,00 Studenti Universitari

 

Print Friendly, PDF & Email