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Lombardia, convegno su Etiopia e nuove possibilità per imprese lombarde

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Convegno Etiopia


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A Palazzo Pirelli messe a fuoco le prospettive di sviluppo della regione africana dopo la pace con l’Eritrea

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Consiglio Regionale della Lombardia.

La pace tra Etiopia ed Eritrea, il cui conflitto durava dal 1998, oltre a normalizzare la regione africana con l’instaurazione di buoni rapporti tra i due Paesi, rappresenta un’occasione di sviluppo per una buona parte del Corno d’Africa. La nuova situazione, infatti, apre le porte a nuovi sbocchi commerciali, anche per le imprese lombarde, e rappresenta un’occasione di contributo alla definizione degli interventi di cooperazione internazionale da parte di Regione Lombardia.
Di questo si è parlato oggi a Palazzo Pirelli nel Convegno sulla situazione dell’Etiopia organizzato dalle Commissioni regionali Bilancio e Attività Produttive, che ha visto la partecipazione del Presidente del Consiglio Regionale Alessandro Fermi, dei Presidenti delle due Commissioni, rispettivamente Silvia Sardone e Gianmarco Senna, e del Sottosegretario Regionale con delega ai rapporti con le delegazioni internazionali Alan Christian Rizzi.

Il convegno – cui ha preso parte anche l’Ambasciatrice della Repubblica federale democratica di Etiopia in Italia Zenebu Tadesse e il suo Consigliere Kambiro Gacha Giloya, oltre al Console onorario della Repubblica federale democratica di Etiopia a Milano Nicola Spadafora – ha messo a fuoco le prospettive future e fornito elementi di conoscenza a supporto delle politiche regionali.

Il Presidente Alessandro Fermi ha parlato di un inizio di cammino che si apre proprio con questo convegno:

La strategia lombarda per l’Etiopia non è nell’ottica di aiuti economici fini a se stessi, ma di scambi, investimenti e cooperazioni tra le imprese della Regione e questo Paese, perché si crei un più utile anello di collegamento.

Ha detto invece il Presidente della Commissione Attività Produttive Gianmarco Senna:

Noi siamo convinti che un’immigrazione incontrollata non faccia bene a noi né a loro, perché porta via le forze migliori e l’Africa non va svuotata ma aiutata.

Oggi l’Etiopia, che ha 100 milioni di abitanti e che registra un tasso di crescita anno del 7,8%, rappresenta un modello che va sostenuto e supportato. La Lombardia si pone come riferimento, soprattutto per tutte quelle piccole e medie imprese della nostra regione che sono strutturate per competere con investimenti esteri.

Gli ha fatto eco la Presidente Silvia Sardone parlando di continuità con le politiche della Giunta Regionale, che sta operando per favorire la formazione degli immigrati in vista del loro rientro volontario.

Ha sottolineato la Sardone:

Anche il Programma regionale di Sviluppo prevede per i prossimi cinque anni interventi di cooperazione internazionale per migliorare le condizioni economiche e sociali e demografiche dei Paesi in via di sviluppo. Fondamentali saranno inoltre gli incontri e le missioni istituzionali e imprenditoriali per la sottoscrizione di accordi e intese internazionali.

La delegazione etiope e il Console Spadafora hanno illustrato al numeroso pubblico presente, costituito soprattutto da imprenditori, alcuni dati a supporto delle politiche regionali e imprenditoriali lombarde. Dei 100 milioni di Etiopi, il 64% ha meno di 24 anni e l’aumento demografico ha fatto registrare 10 milioni di abitanti in più solo negli ultimi 5 anni.

Punti di forza del Paese sono sicuramente la stabilità economica, sociale e politica, il sostenuto e costante tasso di crescita del PIL e la posizione di crocevia tra Medio Oriente e Africa centrale, tra l’altro, l’Unione Africana ha sede proprio ad Addis Abeba. L’Etiopia punta a diventare un Paese da medio reddito e hub leader nella manifattura dell’Africa entro il 2025, anche grazie alla forza lavoro abbondante, giovane e istruibile.

Le priorità economiche e di investimento riguardano la produzione di energia idroelettrica, comparto di cui si punta divenire primi nel continente, il settore farmaceutico, che varrà 1 miliardo di dollari fra sette anni, la produzione e il trattamento di prodotti agricoli e allevamento, tra cui spiccano il cotone, gli alberi da gomma, l’ortofrutta, il pellame, ma pure la floricoltura, con un’inaspettata eccellenza riconosciuta nella produzione di rose.

Certo il Paese vive ancora la piaga della povertà, ridotta ma ancora presente, e l’esigenza di cooperazione internazionale per la promozione dei diritti umani, ma ad attrarre i già numerosi investimenti stranieri ci sono comunque l’abbondanza di risorse naturali, la tutela della proprietà privata, è costituzionalmente vietata la statalizzazione delle industrie, l’assenza dei doppia tassazione per 19 Paesi del mondo, tra cui l’Italia, e i bassi costi necessari ad allocare un minimo capitale, da 200.000 a 50.000 dollari.

Concludono questo macro-quadro economico i 10.000 ettari destinati ogni all’impianto di nuove aree industriali fino al 2025, il turismo che vanta la compagnia di volo molto innovativa più grande dell’Africa e un bacino di rapporti commerciali internazionali con altri 19 Stati africani a vantaggio di ben 450 milioni di persone grazie al Comesa, il Mercato comune dell’Africa orientale e meridionale.

Convegno Etiopia

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