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Le preghiere randagie di Enzo Avitabile

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In scena al Teatro Italia di Acerra

Acerra, Teatro Italia. Poco dopo le 21 le luci in sala si spengono e sul palco compare quasi dal nulla Enzo Avitabile, lo sciamano, l’officiante di un rito “non liturgico”, come precisa egli stesso, che ormai da diversi anni percorre la strada della riscoperta del patrimonio musicale antico del territorio campano, attualizzandone contenuti e linguaggio e integrandolo con sue composizioni originali.

Ovunque Avitabile si esibisca, è sempre immancabilmente sold out. Il pubblico, variegato e legatissimo al sassofonista di Marianella, mostra una partecipazione e un’immedesimazione che può apparire inspiegabile, tanto più se si pensa che gran parte degli spettacoli si compongono non si canzoni pop con ritornelli sul mal d’amore adolescenziale, bensì di musica sacra popolare, come i canti devozionali (o “canti randagi”, come li definisce il musicista) o come gli adattamenti delle opere di Sant’Alfonso Maria De’ Liguori.

“Sacro Sud 2.0”, questo è il nome che Avitabile ha scelto per le due serate nel teatro acerrano (8 e 9 gennaio, 1.020 spettatori in totale, ingresso gratuito), patrocinate dall’Assessorato al Turismo della Regione Campania, dall’Ente provinciale del Turismo di Napoli e dal Comune di Acerra e svoltesi alla presenza del sindaco Raffaele Lettieri e del vescovo di Acerra Antonio Di Donna.

Sul palco, oltre a Luigi Di Fenza alla chitarra acustica e Carlo Avitabile ai tamburi, era presente il coro polifonico Canticum Novum diretto dal Maestro Terracciano, che ha accompagnato Avitabile negli adattamenti delle composizioni di Sant’Alfonso. Di grande suggestione lo Stabat Mater composto dal musicista.

In scaletta brani antichi e nuovi si alternano armonicamente, ma è quando Avitabile si esibisce col solo accompagnamento di un tamburo artigianale in canapa nel brano “Maronna Nera” che si avverte tutto il potere e la magia dello spettacolo: la voce riecheggia nello spazio evocando i canti “a fronna” e creando una suggestione in cui lo spazio e il tempo convergono in un unico punto sempre più piccolo e denso, che è la presenza scenica dell’artista, in cui si realizza il prodigio dell’ancestrale che diviene tempo presente, del Sud geografico che diviene identità universale dell’anima e, per dirla con Avitabile stesso, della Madonna che “accumparette in Africa”, apparve in Africa.

Non sono mancate le hit del repertorio originale di Avitabile, da “Don Salvatò” a “Soul Express” a Salvamm’ ‘O Munno”.

Lo spettacolo si conclude con i ringraziamenti del sassofonista alla struttura del Teatro Italia, che con questo evento si è imposto sul territorio come punto di riferimento non solo per la città di Acerra, grazie alla felice intuizione di coniugare la qualità dell’offerta e il grande richiamo popolare.

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Autore Michele Ferigo

Michele Ferigo, napoletano, classe 1976, si occupa d’arte da sempre. È musicista, compositore, disegnatore e film-maker.