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Edoardo Siravo ne ‘Il Martirio del Pastore’: intervista esclusiva

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Il debutto dell’opera sulla figura del beato Óscar Romero alla ‘LXX Festa del teatro 2016’ di San Miniato

Giovedì 14 luglio, ore 21:30, in Piazza Duomo, nell’ambito della LXX Festa del teatro 2016di San Miniato, Pisa, organizzata dalla Fondazione Istituto Dramma Popolare San Miniato, si terrà il debutto nazionale dell’opera Il Martirio del Pastore del drammaturgo costaricano Samuel Rovinski, traduzione di Eleonora Zacchi, per la regia di Maurizio Scaparro. Protagonisti Antonio Salines ed Edoardo Siravo, affiancati da Gianni De Feo, Riccardo De Francesca, Michele De Girolamo, Fabrizio Bordignon, Gabriella Casali, Eleonora Zacchi, Alessandro Scaretti, Marco De Francesca.

Spettacolo di punta di tutta la rassegna iniziata il 20 giugno, ‘Il Martirio del Pastore’, in scena fino al 20 luglio, gode del patrocinio del Pontificio Consiglio della Nuova Evangelizzazione per il Giubileo della Misericordia.

Un testo toccante, incisivo, significativo che ripercorre gli ultimi tre anni di vita del Monsignor Óscar Arnulfo Romero y Galdámez, Arcivescovo Cattolico salvadoregno ucciso nel 1980 perché personaggio ‘scomodo’, sempre in prima linea, pronto a denunciare, anche nelle omelie domenicali, le innumerevoli violazioni dei diritti umani nel paese centroamericano, a partecipare attivamente alle manifestazioni pubbliche in segno di solidarietà con le vittime della violenza politica, ad invitare apertamente i militari a non eseguire gli ordini contrari alla morale, a far cessare la repressione.

Per avere maggiori dettagli su quest’intensa pièce chiediamo ad Edoardo Siravo di raccontarci qualcosa in più.

‘Il Martirio del Pastore’ è il racconto degli ultimissimi anni di vita di Monsignor Romero, martire dei regimi dittatoriali sudamericani, che sposò la famosa Teologia della liberazione, una dottrina imperniata sulla centralità della chiesa nella società contemporanea sottolineando i valori di emancipazione sociale e politica del messaggio cristiano.

Il gesuita conosceva benissimo le condizioni di estrema povertà ed oppressione in cui versava la popolazione, soggiogata dalla feroce repressione militare e dallo sfruttamento dei latifondisti.

La continua denuncia della situazione di profonda ingiustizia, prepotenza, disparità sociale ed economica da parte sua e di altri prelati ha portato la chiesa salvadoregna a pagare un pesante scotto in termini di vite umane.

Monsignor Romero è stato infatti ucciso nella cappella di un ospedale il 24 marzo 1980 dal colpo sparato da un cecchino degli squadroni della morte che gli ha reciso la vena giugulare nel momento più alto della celebrazione eucaristica, l’elevazione dell’ostia.

Un eroe, un martire dei nostri giorni, che ricordo perfettamente.

Sul palco, quindi, la storia di un uomo che ha dedicato tutta la sua esistenza al prossimo, che non si è fermato nemmeno davanti alle minacce di morte, che ha donato se stesso a quel popolo che amava e che ha provato a difendere contro tutte le sopraffazioni del periodo.

Il racconto di un Paese vessato dalle tirannie, dallo sfruttamento, dalle sperequazioni, ma anche il simbolo di amore incondizionato, di speranza, di devozione.

Sua Santità Papa Francesco lo ha beatificato il 23 maggio 2015, riconoscendo il suo martirio in odium fidei e fissando al 24 marzo di ogni anno il giorno delle sue celebrazioni. Quella stessa data è stata scelta dall’ONU come giornata internazionale per il diritto alla verità sulle gravi violazioni dei diritti umani e per la dignità delle vittime.

Ora la situazione in America Centrale e Latina è, in parte, cambiata; al tempo di Romero, invece, la ricchezza non era affatto distribuita in maniera uniforme. C’erano pochi oligarchi, pochi latifondisti, pochi industriali che sfruttavano la manodopera e decidevano le sorti del Paese, comandando sulla parte restante della Nazione.

I personaggi della rappresentazione sono tutti generici, senza nome: l’Oligarca, il Gesuita, il Prete, il Nunzio Apostolico, il Vescovo, la Suora, i Contadini. L’unico ad avere caratteristiche reali e concrete è proprio il protagonista, Monsignor Romero.

Siamo di fronte ad una situazione un po’ manichea in cui io incarno il cattivo per eccellenza, il dittatore, l’Oligarca, il rappresentante del potere, colui che poi si scontrerà con l’Arcivescovo, decretandone la morte.

Il martire della fede, è invece interpretato dal grande Antonio Salines.

Ci sono, poi, nel cast molti altri bravi attori.

La collaborazione con Salines è rodata, lavoriamo insieme già da sei anni, mentre l’ottimo Maurizio Scaparro, che cura la regia, ci ha già diretti entrambi qualche mese fa in ‘Aspettando Godot’ che riproporremo il prossimo anno.

Questa è la terza volta che partecipo allo storico festival del Sacro di San Miniato giunto alla sua settantesima edizione.

Manco ormai da vent’anni, mentre l’esordio è stato quarant’anni fa. Tornare dopo tanto tempo ad una manifestazione importante in un posto poi così bello della Toscana mi emoziona e mi inorgoglisce.

‘Il Martirio del Pastore’, spettacolo centrale di tutta la rassegna, è l’unico che attualmente gira su Monsignor Romero. Suppongo che se dovesse essere santificato faremo numerose repliche in altre piazze.

Una rappresentazione che di certo scuoterà le coscienze, smuoverà gli animi, farà riflettere e commuoverà.

Ricordiamo, quindi, che lo spettacolo ‘Il Martirio del Pastore’ andrà in scena a San Miniato, in Piazza Duomo, dal 14 al 20 luglio.

Acquisto biglietti e prenotazioni
Biglietteria presso la sede della Fondazione IDP
Lunedì – sabato 9.30-13.00 e 15.30-19.00
Domenica 10.00-12.30 pomeriggio chiuso
Tel. 0571 400955
Tel. e Fax 0571 418289
segreteria@drammapopolare.it

Il costo dei biglietti, ad esclusione delle serate del 14 e 15 luglio, che sono su invito, è:
intero: €20,00; ridotto: €10,00 ridotto studenti: €5,00 ridotto operatori: €2,00.

Aiuto regia Alice Guidi. Assistente alla regia Eleonora Zacchi. Traduzione ed elaborazione del testo Eleonora Zacchi. Organizzazione Riccardo De Francesca. Canti popolari eseguiti da Gianni De Feo. Musiche originali Eduardo Contizanetti. Impianto scenico Maurizio Scaparro. Costumi Giuliana Colzi. Luci Marco Messeri.

Foto di copertina Pietro Nissi.

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Autore Lorenza Iuliano

Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.