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Al via la IV edizione di ‘Teatrum Botanicum’ al PAV

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'Teatrum Botanicum'


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Dal 13 al 14 settembre a Torino

Riceviamo e pubblichiamo.

Venerdì 13 settembre alle ore 19:00 inaugura al PAV Parco Arte Vivente
di Torino ‘Teatrum Botanicum’, quarta edizione del festival dedicato ad artisti e curatori emergenti la cui indagine si colloca nello spazio interstiziale tra pratiche e riflessioni artistiche ed ecologiche proprie del centro d’arte contemporanea.

Il titolo del festival è un omaggio al lavoro di Uriel Orlow, ‘Theatrum Botanicum’.

Il programma del festival, quest’anno principalmente orientato ai linguaggi performativi e all’immagine in movimento, si svolgerà nel corso delle serate di venerdì e sabato.

Tra apocalittici e integrati e critici fiduciosi, l’arte contemporanea ha generato una pluralità di letture relative al tentativo di superare la dicotomia tra cultura e natura, cercando di comprendere una contemporaneità i cui tempi sono cadenzati tanto dalla velocità di Internet e delle tech company quanto delle scadenze imposte dal cambiamento climatico.

Quasi certamente, le narrazioni più utili e vitali si trovano ben lontano dalle aule delle art school europee e statunitensi, bensì in prossimità di ecosistemi remoti, habitat di animali umani e non umani che non rispondono a quella concezione di umanità, che si vuole universale, determinata nella storia da uomini bianchi, occidentali, cis, eterosessuali e borghesi.

Affermare fino a che punto l’arte contemporanea possa arrogarsi il diritto di immaginare mondi è forse un compito al di là della nostra portata, ma nondimeno c’incoraggia richiamare le parole di Rosi Braidotti che, di fronte alla platea del museo Fridericianum di Kassel, parla degli artisti come bridge builders, non-accademici per eccellenza che si sono storicamente arrogati il diritto di costruire ponti tra sistemi di pensiero e discipline convenzionalmente condannate a non comunicare, non intersecarsi.

Provando a focalizzarci sul piano locale, pur seguendo un autore come James Bridle nel pensare una cultura costitutivamente “non-locale e intrinsecamente contraddittoria“, crediamo che le ricerche degli artisti italiani che animano questa edizione di ‘Teatrum Botanicum’ riflettano proprio sulle logiche della narrazione della contemporaneità e dell’ambiente contemporaneo, sulla possibilità di continuare a leggere ed immaginare mondi.

Storytelling è un termine già troppo carico di significati a noi piuttosto distanti, una parola che oggi preferiremmo non utilizzare. Preferiremmo, piuttosto, parlare di forme di narrazione non lineare che manifestano, seguendo nuovamente le parole di Bridle, un alto grado di attenzione che non viene messa narcisisticamente al servizio di cosiddetti processi di self-improvement né finalizzata ad un escapismo distratto, ma che invece si sforza di comprendere – ed agire – esattamente qui, dove ci troviamo.

Arrivato alla sua quarta edizione, ‘Teatrum Botanicum’ persiste nell’assumere una postura ben diversa da quella di una mostra curata – non per avversare a prescindere il più classico tra i formati espositivi, ma perché siamo persuasi del fatto che lanciarci annualmente in tentativi d’interpretazione, specie in chiave generazionale dello scenario dell’arte emergente italiana, sarebbe un esercizio quantomeno non necessario.

Un esercizio sicuramente non adatto ad una contemporaneità che, più che a tassonomizzare il presente, ci sfida a pensare per reti estremamente complesse e costruire ponti. È quindi a posteriori della selezione degli artisti che emergono i fili conduttori tra le diverse modalità di narrazione, con le quali un piccolo spaccato dello scenario dell’arte italiana, può azzardare racconti della contemporaneità.

Un piccolo spaccato che, come ogni anno, è inevitabilmente parziale, contingente, accidentale ma nondimeno cerca di rispondere ad urgenze tanto estemporanee quanto vivide, oneste e, speriamo, condivise.

Con Altalena, Dario Bassani e Nelle Gevers, Derek MF Di Fabio, Alessandro Di Pietro, Donato Epiro, Marco Giordano, Isabella Mongelli, Gianmarco Porru, Giovanna Repetto, Jacopo Rinaldi, Caterina Erica Shanta, Luca Staccioli, Natália Trejbalová e Bellagio Bellagio, Francesco Venturi.

Anche quest’anno, vi rifocilleremo con la collaborazione di Isola Torino.
La mostra e il convegno sono realizzati con il sostegno della Compagnia di San Paolo, della Fondazione CRT, della Regione Piemonte e della Città di Torino.

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