Il sindacato degli insegnanti yemeniti ha descritto il rapimento come un atto disumano
La milizia Houthi dello Yemen ha rapito il capo del sindacato degli insegnanti yemeniti, Abu Zaid al-Kumaim, dopo aver fatto irruzione nella sua casa a Sana’a e aver terrorizzato donne e bambini.
La causa del sequestro è dovuta al fatto di aver fondato il sindacato e avviato una vertenza per chiedere il pagamento degli stipendi degli insegnanti nelle zone sotto il suo controllo, sospeso da 7 anni.
In una dichiarazione rilasciata alla stampa, il sindacato ha descritto il rapimento del gruppo Houthi di Al-Kumaim come un atto disumano e ha spiegato che Al-Kumaim ha esercitato il suo diritto costituzionale e legale chiedendo che gli Houthi paghino gli stipendi degli insegnanti da loro rapiti.
È stato anche chiesto il rilascio immediato di Al-Kumaim e di tutti i sindacalisti ed educatori rapiti nelle carceri Houthi ed è stata rinnovata la richiesta di pagare gli stipendi con effetto retroattivo a partire dalla data in cui sono stati sospesi.
A sua volta, il Ministro dell’Informazione dello Yemen, Muammar Al-Eryani, ha condannato il rapimento. Ha chiarito che la milizia Houthi, invece di rispondere alle richieste degli insegnanti e di altri dipendenti statali nelle aree forzatamente sotto il suo controllo, ha assegnato le entrate statali saccheggiate ai suoi uomini.
La cifra stimata nel periodo 2022-2023 corrisponde a quattro trilioni e 620 miliardi di riyal, dei diversi settori produttivi del Paese, tasse, dogane, zakat, fondi di dotazione, petrolio e gas e comunicazioni.
Il Ministro yemenita dell’Informazione ha invitato la comunità internazionale, le Nazioni Unite e l’inviato dell’ONU a condannare in modo chiaro e franco questo crimine, ad esercitare una reale pressione sulla milizia Houthi affinché rilasci immediatamente il sindacalista.
Ha chiesto, inoltre, di fermare le politiche di impoverimento sistematico e di fame contro il personale educativo e il saccheggio organizzato delle entrate statali.
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Autore Redazione Arabia Felix
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