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‘The Buchner Boxes’ di Luigi Spina

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Dal 12 dicembre al 6 gennaio al Museo Archeologico Nazionale

Il 12 dicembre, alle ore 18:00, presso il Museo Archeologico Nazionale, Piazza Museo, 19, Napoli, si terrà il vernissage della mostra fotografica di Luigi Spina intitolata ‘The Buchner Boxes‘, cui prenderanno parte il soprintendente Teresa Elena Cinquantaquattro, Costanza Gialanella, responsabile dell’ufficio archeologico di Ischia, Giovanni Fiorentino e Davide Vargas. 

Il progetto prevede l’esposizione di 28 fotografie in bianco e nero, stampate dall’autore ed allestite su strutture essenziali in ferro che riproducono le cassette in cui venivano meticolosamente riposti i reperti archeologici rinvenuti in fase di scavo. Le opere di Spina saranno illuminate da lampadine che metaforicamente rappresentano la luce della conoscenza che da sempre, caratterizza l’essere umano mosso dal desiderio di spingere il suo sguardo oltre. Le cassette di Giorgio Buchner sono appunto il filo conduttore di una storia di uomini e donne che inizia tremila anni fa. I resti raccolti meticolosamente dall’archeologo appartengono ai primi colonizzatori greci d’Occidente. Gli Eubei avevano un sogno, viaggiare e andare oltre!

Il grande studioso italo tedesco dedicò la sua vita ad Ischia, prima colonia greca d’Occidente nell’ottavo secolo avanti Cristo. Luigi Spina, fotografando ogni “box”, ha inteso far rivivere il sogno di conoscenza di Bunchner e di tutti gli archeologi che l’affiancarono in cinquant’anni di scavi. Tra i reperti di quasi tremila anni è possibile, per l’osservatore attento, riscoprire le tracce di tanti silenziosi e appassionati ricercatori di ogni paese ed età: indicazioni scritte a matita, fogli di giornale a proteggere gli antichi pezzi, cartoncini. Quasi un intreccio tra vicende umane antiche e contemporanee, tornate a rivivere negli scatti di Spina. Ogni immagine è simbolicamente illuminata da lampadine, simbolo di “luce della conoscenza”.

Ischia divenne la prima colonia greca d’Occidente. L’inizio di una nuova civiltà. Quel sogno, come un testimone, è stato raccolto da Giorgio Buchner e dalla numerosa comunità di archeologi italiani, tedeschi, inglesi e francesi che hanno lavorato con passione nell’indifferenza e nel silenzio. Per cinquant’anni, scavando sull’isola d’Ischia, hanno ritrovato le loro tracce, le loro ossa e i loro oggetti personali.

Queste cassette hanno attraversato il tempo. Buchner e i suoi, a loro volta, le hanno contaminate con gli oggetti d’uso quotidiano, i giornali d’ogni epoca e di ogni lingua. In qualche modo le hanno rianimate. Hanno acceso la luce nuovamente su questi antichi colonizzatori. Ma tutto è sembrato tornare nel buio. Nel silenzio. Quel testimone oggi, vent’anni dopo, è passato a Luigi Spina!

Fotografando queste scatole, ancora una volta, ha rigenerato quell’antico sogno di conoscenza. La stratificazione di dati è incredibile. In queste cassette ormai convivono più tempi. I sogni degli uomini e delle donne di tremila anni fa s’intrecciano con i desideri, i progetti, le storie e le vite di quelli del nostro novecento.
Queste cassette sono divenute veri oggetti della creatività umana. Nelle boxes il filo conduttore è il tempo. Una casualità generata dall’azione dell’uomo. Una Pop Art del caso!

La mostra, curata da Claudio Calabritto e Linda Riccio dello studio di architettura, arte e paesaggio “+ASud”, rimarrà aperta al pubblico fino al 6 gennaio 2015 tutti i giorni escluso il martedì dalle ore 9:00 alle 19:30.

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Autore Giuseppina Iuliano

Giuseppina Iuliano, giornalista pubblicista, laureata in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Napoli 'Federico II', esperta di relazioni pubbliche, marketing e comunicazione sociale.