Home Cronaca Sextortion e ghostbot. Intelligenza artificiale deviata

Sextortion e ghostbot. Intelligenza artificiale deviata

1022
Intelligenza artificiale deviata


Download PDF

Efficace strumento per restituire conoscenza elaborando miliardi di diversificate informazioni, l’IA si perde nella devianza dall’etica

L’Intelligenza artificiale, IA, porta con sé innumerevoli benefici.

Ma alla capacità di costruire conoscenza e migliorare i servizi indispensabili alle attività umane, si affianca l’uso deviato, che compromette il beneficio che questa meravigliosa innovazione apporta.

Nuovi scenari della criminalità usano l’IA per compiere illeciti quali sextortion e ghostbot, indirizzando lo strumento verso l’uso improprio di immagini e reincarnazione cibernetica.

La sextortion consiste nella generazione di immagini altamente realistiche di nudi, elaborate dall’IA, che vengono riproposte ai malcapitati dietro ricatto di pubblicazione, intimorendo la maggior parte delle vittime a cedere alle richieste degli estorsori.

L’allerta maggiore proviene dal sempre più diffuso coinvolgimento di minori. L’agenzia Reuters informa che negli Stati Uniti il Federal Bureau of Investigation sta rilevando una forte crescita di illeciti e sempre più indirizzati ai bambini.

Altro fenomeno è il ghostbot, tecnica di IA per creare reincarnazione virtuale. Immagini e impronte digitali ancora presenti in rete post mortem, possono essere usate per ridare vita al defunto. Anche se non provocano danni fisici, sono in grado di causare danni economici ed un profondo disagio emotivo alle persone vicine al defunto.

La tecnica deepfake, basata sull’IA, permette di sintetizzare immagini umane sovrapponendone altre esistenti normalmente reperibili sui social, con l’aggiunta di video.

Il fondamento dell’Intelligenza artificiale è l’acquisizione automatica grazie alla quale una macchina apprende dati in maniera autonoma. Più dati sono a disposizione, tanto più efficiente sarà l’autoapprendimento.

Il modello è quello di una rete neurale umana, in grado di stabilire connessioni tra informazioni disponibili, che vengono elaborate e restituiscono un risultato complesso coerente ad un determinato scopo.

I complessi algoritmi dell’IA sono in grado di discriminare i dati reali da quelli generati artificialmente. Pertanto, è possibile ottenere una rete neurale in grado di generare volti umani iperrealistici oppure riportare virtualmente in vita i defunti.

La creazione di video pornografici è prevalentemente utilizzata a scopo di ricatto o vendetta, mentre la reincarnazione virtuale per ledere la notorietà del morto e, soprattutto, può essere causa di forte incomodo emozionale per i congiunti.

I malintenzionati si avvalgono di software che scansionano i social media per catturare fotografie e video, che vengono accumulate e poi elaborate dall’IA per renderle sessualmente esplicite.

Invece, impronte digitali e altri dati vengono usati per la reincarnazione digitale.

Non esiste ancora una legislazione a tutela della privacy post-mortem ed è praticamente impossibile prevenire la cattura di fotografie e video pubblicati sui social.

È quindi importante limitare la condivisione dei contenuti sui social rendendoli visibili ad un numero ristretto di persone, preferibilmente amici reali e conoscenti. Evitare assolutamente la pubblicazione di fotografie di bambini e, se necessario, oscurarne il volto.

Dimenticare l’aspetto emozionale che induce molte persone a divulgare online le proprie fotografie in momenti di felicità, immaginando di dire a tutti quanto è stata bella una particolare circostanza o il ritrovarsi a Natale in famiglia.

Quando entriamo in rete e accediamo ai social, siamo parte di una comunità di sconosciuti, molti dei quali potrebbero essere interessati a ben altro che non ai nostri piacevoli istanti di vita.

Forse è il caso di tornare alle relazioni tra conoscenti che, anziché incontrarsi in strada o al bar per la condivisione di attimi di serenità, si ritrovano virtualmente sui social ai quali sono state applicate le regole per la pubblicazione ristretta al proprio “amicario” e, prima di accettare una amicizia, forse è il caso di verificare con attenzione a chi ci si rivolge.

Purtroppo, la criminalità ha trovato in Internet una buona fonte di innovata opportunità a delinquere.

Print Friendly, PDF & Email

Autore Adriano Cerardi

Adriano Cerardi, esperto di sistemi informatici, consultant manager e program manager. Esperto di analisi di processo e analisi delle performance per la misurazione e controllo del feedback per l’ottimizzazione del Customer Service e della qualità del servizio. Ha ricoperto incarichi presso primarie multinazionali in vari Paesi europei e del mondo, tra cui Algeria, Sud Africa, USA, Israele. Ha seguito un percorso di formazione al Giornalismo e ha curato la pubblicazione di inchieste sulla condizione sociale e tecnologia dell'informazione.