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Parco Agricolo Sud Milano: via libera in Commissione a riforma gestione

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Parco Agricolo Sud Milano


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A favore i partiti della maggioranza, voto contrario da parte di PD, Lombardi Civici Europeisti e Movimento 5 Stelle

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Lombardia.

Il Parco Agricolo Sud Milano verso il ‘tagliando’. Oggi, 3 novembre, la Commissione regionale Agricoltura ha licenziato il progetto di legge che modifica la legge n.16 del 2007, Testo unico delle leggi regionali in materia di istituzioni di parchi, sulla disciplina del Parco Agricolo Sud Milano.

A favore i partiti della maggioranza, voto contrario da parte di PD, Lombardi Civici Europeisti e Movimento 5 Stelle.

Questo parco regionale e di cintura metropolitana, istituito nel 1990, ancora oggi ha una gestione affidata alla Provincia di Milano, dopo l’approvazione della legge Delrio, in fatto, Città Metropolitana, e, a fronte di problemi relativi all’efficienza gestionale, si è reso necessario un intervento per consentire l’introduzione di una forma di gestione regionale, in linea con la pressoché uniforme scelta di affidamento di tutti i Parchi Regionali a Enti di diritto pubblico.

Ha dichiarato il Presidente della Commissione Ruggero Invernizzi, FI:

Dopo diversi mesi di lavori e nonostante le diverse posizioni in campo, la nostra Commissione è riuscita a licenziare il progetto di legge e a metterlo a disposizione sia della Commissione Bilancio sia del Consiglio regionale per l’approvazione finale.

Un risultato significativo per un provvedimento atteso e strategico per il pieno rilancio del parco.

Della stessa opinione il gruppo Lega, che si è espresso a favore con la Capogruppo in Commissione Federica Epis, ‘Raggiungere questo traguardo non era scontato e credo sia stato fatto davvero un buon lavoro’, e con la Consigliera del territorio Silvia Scurati.

È un passo avanti significativo, un passaggio storico per ridare slancio a questa realtà

ha detto la rappresentante del Carroccio, ricordando che il testo approvato

viene dal territorio

dopo un lungo percorso di confronto con gli stakeholder e

tutela la vocazione agricola di questo parco.

Quest’ultimo aspetto è stato sottolineato anche dalle dichiarazioni di voto di Franco Luncente, FdI, che del provvedimento è anche relatore:

Questo progetto di legge viene dal forte impegno della maggioranza per imprimere una svolta a una situazione divenuta ormai insostenibile per il territorio e soprattutto per il mondo agricolo.

L’80% del parco è privato e gli agricoltori sono i primi ad apprezzare questo cambiamento.

Della stessa opinione anche il capogruppo di Forza Italia Gianluca Comazzi:

Crediamo molto nel rilancio del parco.

Sia Lucente che Comazzi non hanno chiuso a possibili ulteriori integrazioni al testo in Aula per andare incontro ai contributi dell’opposizione, che pure ha visto bocciati in Commissione tutti gli emendamenti presentati. Ipotesi alla quale il centrosinistra non chiude pur sottolineando la sua contrarietà verso l’attuale formulazione del provvedimento.

Per il Consigliere PD Matteo Piloni:

Questo provvedimento non viene dal territorio, ma dal palazzo. È calato dall’alto e va a interferire con altre istituzioni. I nostri emendamenti, che riproporremo in Consiglio, hanno due finalità: entrare nel merito del testo e fare proposte migliorative.

L’opposizione, fra le altre cose, contesta in particolare la scelta di attribuire alla Giunta regionale la nomina del Direttore del Parco e di due membri su dieci del Consiglio di gestione.

Aspetti sollevati con forza anche da Elisabetta Strada, Lombardi Civici Europeisti:

Siamo assolutamente contrari, in questo modo si fa una sorta di ‘scippo’ da parte della Regione nei confronti della Città Metropolitana di Milano. Non esistono soluzioni simili per nessuno degli altri parchi regionali.

C’è anche stato un deficit di confronto, basti pensare che non sono stati ascoltati i 61 Sindaci dei Comuni che afferiscono al parco e ben 40 di questi hanno inoltrato una lettera di protesta alla nostra Commissione per questo mancato coinvolgimento.

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