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Marocco: PJD rispetti la gerarchia delle norme costituzionali

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Mohammed VI


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Il partito islamico viene ripreso in una nota del Gabinetto reale per le dichiarazioni del suo leader sui rapporti tra Marocco e Israele

Il partito di Giustizia e Sviluppo, PJD, in Marocco, è accusato di non rispettare la gerarchia delle norme istituzionali, perché il suo Segretariato Generale ha recentemente pubblicato un comunicato contenenti dichiarazioni sulla politica estera di Rabat.

Nessun nuovo sviluppo nel dossier palestinese ha avuto luogo per giustificare la presa di posizione pubblica del PJD.

Le dichiarazioni in merito alle relazioni tra il Regno del Marocco e lo Stato di Israele e agli ultimi sviluppi nei territori palestinesi occupati sono considerate dal Gabinetto reale come irresponsabili sconfinamenti e pericolose approssimazioni.

Il partito, presente in Parlamento, avrebbe potuto usare i canali istituzionali e democratici, in particolare a livello delle due Camere, attraverso le Commissioni competenti e i meccanismi di interazione con il governo. Inoltre, il governo, compreso il Ministero degli Affari Esteri, non ha mai mancato di informare ed illuminare i rappresentanti della nazione attraverso meccanismi istituzionali e politici.

A questo proposito, il Gabinetto Reale sottolinea quanto segue.

Primo: la posizione del Marocco sulla questione palestinese è irreversibile e costituisce una delle priorità della politica estera del re, che è anche Presidente del Comitato Al-Quds, che la pone sullo stesso piano dell’integrità territoriale del Paese. Questa è una posizione di principio costante del Marocco, che non può essere soggetta a ristrettezze elettorali politiche e campagne elettorali.

Secondo: la politica estera del Regno è prerogativa del re, in forza della Costituzione, che la esercita secondo le costanti nazionali e i supremi interessi della Patria e, a loro capo, la questione dell’integrità territoriale.

Terzo: le relazioni internazionali del Regno non possono essere oggetto di ricatto da nessuno e per nessuna considerazione, soprattutto in questo complesso contesto globale. La strumentalizzazione della politica estera del Regno in un’agenda partigiana interna costituisce, quindi, un precedente pericoloso ed inaccettabile.

Quarto: la ripresa delle relazioni tra Marocco e Israele è avvenuta in circostanze e in un contesto che tutti conoscono. È inquadrato dal comunicato stampa del Gabinetto Reale del 10 dicembre 2020 e che è stato pubblicato il giorno successivo alla comunicazione telefonica tra il re e il Presidente palestinese, nonché dalla Dichiarazione Tripartita del 22 dicembre 2020, firmata davanti al Sovrano.

Di questa decisione sono state poi informate le forze vitali della nazione, i partiti politici, alcune personalità di spicco e organismi associativi militanti per la questione palestinese, per i quali hanno espresso il loro sostegno e il loro impegno.

Rabat contesta inoltre il fatto che il leader PJD abbia ritenuto opportuno prendere di mira taluni interventi del Ministro degli Esteri del Marocco, all’interno degli organi dell’Unione africana, fingendo di dimenticare che la diplomazia marocchina era nel mezzo di una battaglia per la liberazione e l’emancipazione di questa organizzazione panafricana di algerini e la tutela sudafricana.

Ciò mette in discussione i veri obiettivi del comunicato stampa del PJD e la sua flagrante mancanza di discernimento, il grande contrasto tra l’affermazione del PJD nei confronti della diplomazia marocchina e il silenzio incomprensibile e colpevole del partito e dei suoi leader. Non si spiegano, inoltre, le loro contraddizioni sui recenti ribaltamenti della Turchia di Erdogan e del PJD turco, che hanno completamente rinnovato le loro relazioni con Israele.

Il ristabilimento delle relazioni tra Marocco e Israele è stato una decisione statale presa in un contesto specifico, in relazione al riconoscimento della marocchinità del Sahara da parte dell’allor §Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

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Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.