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Fast fashion e ambiente: perché è importante cambiare rotta

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Soluzioni alternative utili alla salvaguardia del pianeta e al rispetto della dignità dei lavoratori

La prima volta in cui è apparso su carta stampata il termine fast fashion era il 1989, e a usarlo fu il New York Times, riferendosi all’apertura di un punto vendita di Zara nella Grande Mela.

Negli ultimi anni, a causa dei cambiamenti climatici dovuti al riscaldamento globale e, più in generale, alle conseguenze devastanti dell’inquinamento sulla natura, sono sempre di più i consumatori che pongono una maggiore attenzione ai loro comportamenti in termini di shopping. Vediamo più nel dettaglio in che modo questo sta accadendo.

Cosa vuol dire fast fashion?

Le aziende fast fashion si basano su un grandissimo bacino di consumatori disposti a spendere il meno possibile per vestire capi che, purtroppo, sono spesso di pessima qualità.

E non è tutto, perché oltre alla scarsa qualità e durevolezza dei materiali c’è da considerare anche lo sfruttamento della manodopera a basso costo; non è un caso, infatti, se la produzione di questa tipologia di capi viene portata avanti in Paesi come Pakistan, Thailandia, Indonesia e Tunisia, fra gli altri.

L’impatto è molto negativo anche sulle risorse ambientali: basti considerare che, per produrre un paio di comunissimi jeans, è necessario utilizzare circa 7000 litri d’acqua.

La crescente consapevolezza da parte di chi compra, riguardo all’impatto dei propri consumi a livello etico e ambientale, sta quindi spingendo molti di essi a preferire soluzioni alternative utili alla salvaguardia del pianeta e al rispetto della dignità dei lavoratori.

Cosa preferire al fast fashion?

Le alternative a questa declinazione dannosa del mondo del fashion sono fortunatamente già sul mercato: per una scelta consapevole e ponderata è infatti possibile ricorrere a capi di marchi che hanno abbracciato la filosofia green e che propongono prodotti di qualità e rispettosi dell’ambiente.

Per fare un esempio, capi sportivi come quelli della collezione The North Face su Addnature.it contribuiscono in maniera positiva al cambiamento, ma anche soluzioni come l’acquisto di prodotti di seconda mano e ancora in buono stato può fare la differenza.

Ci sono dunque due direzioni principali: una consiste nell’acquisto di prodotti fatti con materiali ottenuti da processi di riciclo o comunque rispettosi dell’ambiente, l’altra consiste nel riutilizzo di capi già esistenti, per allungarne la durata.

Vi sono poi anche delle piattaforme che permettono di inviare vestiti che non si indossano più, riproponendoli nel loro shop anche in forme diverse: nella categoria Upcycled di Greenchic.it ad esempio è possibile trovare capi unici realizzati con vestiti destinati al riciclo. Si tratta quindi di soluzioni davvero ottime per chi vuole fare della sostenibilità un’abitudine sempre più spontanea e quotidiana.

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