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Dipendenza da Internet. Allarmante disturbo comportamentale

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Dipendenza da Internet


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La rete globale è il grande mutamento della società contemporanea. Non pone limiti alle opportunità, è una finestra sul mondo per affacciarsi al patrimonio globale di informazioni, servizi e mercati, ma comporta un preoccupante disordine sul comportamento umano

Internet Addiction Disorder, IAD, cosi è definito il disordine del comportamento umano provocato dalla rete globale.

Miliardi di persone al mondo trascorrono sempre più tempo sui dispositivi connessi alla rete e le conseguenze nella vita reale sono allarmanti.

Si tratta di una vera e propria dipendenza di essere online, sotto l’effetto di un irrefrenabile desiderio di affacciarsi alla finestra sul mondo e alle molteplici piattaforme sociali, tuffandosi tra una miriade di persone, per trovare soddisfazione al bisogno di imponderati oggetti mediatici.

Lo IAD è un disturbo da dipendenza per utilizzo intensivo, ossessivo – compulsivo e d’ansia, di tutte le forme della rete globale Internet, dalla navigazione ai social network, dalla visualizzazione di video ai giochi online.

Lo studio dell’Intenet Addiction Disorder è stato realizzato dallo psichiatra americano Ivan Goldberg, che ha diffuso in rete un questionario ispirato al gioco d’azzardo patologico.

Nel 1995 la psicologa Kimberly Young della Pittsburg University di Bradford in Pennsylvania, ha fondato il Center for Internet Addiction, riconoscendo, prima tra tutti, la dipendenza da Internet.

Nel 2013 la dipendenza da Internet è stata inserita nel DSM-5, il Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali, alla 5a edizione nel 2023, con acronimo DSM dall’edizione statunitense Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders.

La sindrome da dipendenza dalla rete si presenta come la condizione in cui l’abitudine al “consumo” continuo della connessione alla rete globale, prevale su ogni altra, trasformandosi in una situazione patologica che porta un individuo a perdere totalmente il controllo di sé.

Tale fenomeno è in crescita esponenziale ed è uno stato di alterazione psico – fisica che lede gravemente la vita individuale e la società.

La tipica sintomatologia:

• incontrollabile bisogno di connessione per trarre la soddisfazione desiderata, con progressivo incremento delle ore trascorse in rete e significativa alienazione di ogni altro interesse;

• crisi di astinenza in caso di riduzione d’uso, con fenomeni depressivi, ansiosi e stati di agitazione psicomotoria;

• Incontrollabilità del limite d’utilizzo della rete;

• impossibilità di interruzione d’uso della rete, seppur consapevoli della dipendenza e delle conseguenti problematiche fisiche, psicologiche e sociali

• disturbo del sonno;

• alterazione dello stato psicologico con senso di inadeguatezza, perdita di autostima e insicurezza;

• insorgenza di disfunzioni fisiche con la comparsa di dolori al collo, alla schiena, problemi alla vista;

La dipendenza è caratterizzata da comportamenti di tipo patologico verso determinate tematiche:

gaming addiction: dipendenza dal gioco online che può indurre stress ed aggressività;

shopping addiction: stato compulsivo di acquisti online, ingestibilità del bisogno che provoca acquisti fini a sé stessi per beni non necessari

information overload: ricerca spasmodica di informazioni generando un sovraccarico informativo da catalogare, e pressoché inutile, su scala temporale allargata;

cyber relation addiction: esasperazione dell’uso di social network, instant messaging e chat room per scopi relazionali generici, affettivi o adulteri;

cyber sex addiction: ricerca ossessivo – compulsiva di siti pornografici, chat erotiche, scarico di materiale pornografico.

Pertanto, lo stato di tormentosa ricerca di gratificazione che stimola l’ingovernabile bisogno di essere connessi in rete, provoca seri rischi per la salute mentale e fisica degli individui, minando gravemente la qualità e lo stile di vita.

Isolamento sociale, stati depressivi, ansia, drastica riduzione delle prestazioni scolastiche e lavorative, sono in costante aumento particolarmente tra i giovani in fascia d’età 14 – 21 anni.

Ma molto più allarmante è il potenziale soggiacente dovuto al libero, e spesso incontrollato, accesso alla rete da parte dei bambini.

Molto rilevanti le perdite finanziarie dovute alla dipendenza da acquisti online, al gioco d’azzardo, alle truffe in rete per phishing, cioè le “esche” che attirano, con camuffamenti da seriosi enti propagandistici, la dichiarazione delle login, cioè il nome utente e la password che vengono scritte al momento dell’utilissima e necessaria connessione al conto corrente bancario telematico o alla carta di credito.

Naturalmente, Internet e i social non sono da condannare poiché l’utilizzo sano della tecnologia rappresenta un ineluttabile vantaggio. Pensiamo alla riduzione delle distanze tra persone, che grazie a strumenti di chatting possono video comunicare tra loro, agevolando il bisogno di contatti affettivi con familiari che vivono in città o paesi distanti tra loro.

Come anche le conversazioni tra colleghi, organizzando riunioni in chiamata simultanea tra più persone senza muoversi dal proprio posto di lavoro, nella propria abitazione o altrove.

L’accesso ad una vasta filmografia, canali televisivi, web-radio, corsi di formazione a distanza di ogni tipo.

Oppure lo scambio di informazioni accademiche, registri scolastici online, apertura di negozi virtuali che dispongono la consegna a domicilio per ogni genere di merce, al servizio di coloro che, costretti a casa, non possono recarsi nei centri commerciali o nei negozi, seppur quest’ultima opportunità leda in modo rilevante il commercio tradizionale al dettaglio.

E molto molto altro ancora…

È l’abuso il danno, comprovato dall’isolamento sociale tra gli individui, che provano maggior facilità di stabilire relazioni sociali cibernetiche, rivelando un po’ di sé stessi con maggior facilità di quanto lo facciano di persona, esponendo centinaia di fotografie appartenenti alla sfera privata, come se si rivolgessero ad un mondo totalmente abitato da buone anime, ignari, invece, che sono oggetti di analisi comportamentale da parte di anonime agenzie di marketing, se non di qualche esperto diavolo informatico che poi propinerà truffe di vario genere.

Troppo spesso si cade nel richiamo della connessione, resa facilmente disponibile da strumenti che tutti teniamo in tasca, dedicando i minuti possibili, da quelli trascorsi in ascensore a quasi la totalità del proprio tempo, ingovernabilmente catapultati nella rete globale.

Probabilmente, abbiamo meno bisogno di tecnologia, che ci viene resa inconsapevolmente disponibile, e maggiore bisogno di processi educativi che normalizzino la società moderna, per tornare ad essere semplicemente esseri umani che vivono nell’esistenzialismo tecnetronico.

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Autore Adriano Cerardi

Adriano Cerardi, esperto di sistemi informatici, consultant manager e program manager. Esperto di analisi di processo e analisi delle performance per la misurazione e controllo del feedback per l’ottimizzazione del Customer Service e della qualità del servizio. Ha ricoperto incarichi presso primarie multinazionali in vari Paesi europei e del mondo, tra cui Algeria, Sud Africa, USA, Israele. Ha seguito un percorso di formazione al Giornalismo e ha curato la pubblicazione di inchieste sulla condizione sociale e tecnologia dell'informazione.