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Cuore di burro, la clownterapia

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Intervista a Enrico Morabito

Guardando il “prossimo”, riscopri la potenza dell’Amore che hai dentro, inciso e scritto nel tuo “libro interiore” da sempre: ed è proprio quello che è successo a me oggi, intervistando un giovane uomo partenopeo, di professione regista, ma con una volontà straordinaria che lo contraddistingue, da quando ha sposato la clownterapia.

Si chiama Enrico Morabito, si occupa di regia ed è docente di recitazione e organizzatore di eventi per una nota agenzia di moda, la Young Fashion Agency. Studente federiciano, sta terminando gli studi in lettere moderne con indirizzo in musica e spettacolo.

Il mio interesse alla sua persona, è maturato nel tempo, vedendo attraverso un social network, la crescita della sua attività di volontariato in ospedali pediatrici come il Santobono – Pausilipon di Napoli ed il reparto pediatrico dell’ospedale Santa Maria dell’Olmo di Cava de Tirreni, Salerno.

Con estrema genuinità, risponde:

Mi sono accostato al settore della clownterapia 6 anni fa. Non ero nuovo nel settore del volontariato, in quanto per anni ho fatto animazione sociale presso un ospizio di Secondigliano e mi occupavo di minori a rischio presso la parrocchia del mio quartiere ‘Cristo Re’. Sei anni fa un mio amico mi invitò a fare tale esperienza. Andai in un reparto ospedaliero. Vidi alcuni bimbi ammalati nei lettini e mi bloccai, mi chiusi nella ludoteca e pensai che non sarei mai riuscito a donare sorrisi a bimbi ammalati e che la cosa non faceva per me. Poi entrò un bimbo ammalato, con la flebo e la testa fasciata che mi sorrise e mi lanciò contro una palla di pezza perché vedendomi vestito da clown voleva giocare con me. Risposi al suo invito. E da allora non ho più smesso di donare sorrisi ai bimbi ammalati e a chi ne ha bisogno.

Gli chiedo del motivo per il quale si sia avvicinato a questa realtà di profonda sofferenza, e con tono semplice e pacato spiega:

Mi sono avvicinato a questo mondo perché sento dentro tante cose da donare. Sono credente e quindi credo che l’Amore di Dio non vada trattenuto ma donato secondo i propri carismi. Poi sono clown nella mia vita, per cui non potevo non sfruttare questa mia caratteristica per donare sorrisi.

La mia associazione di riferimento è la ‘Fondazione Sorrisi Onlus’ che ha sede a Napoli in via Santa Maria del Pianto – beh lo so la via è contraddittoria, perché noi doniamo sorrisi – di cui il presidente è il sig. Davide Dell’Aquila. Io faccio parte del consiglio direttivo. Abbiamo attualmente un protocollo d’intesa con due ospedali dove siamo presenti tutte le settimane, Il Santobono – Pausilipon di Napoli ed il Santa Maria dell’Olmo di Cava de Tirreni di Salerno; ma spesso ci capita di essere presenti anche presso altre strutture socio sanitarie. Periodicamente facciamo anche corsi di formazione, perché clown terapeuti non ci si improvvisa, per coloro che vogliono fare questo tipo di esperienza. Poi basta visitare il nostro sito o mettere mi piace alla nostra pagina Facebook, per vedere attraverso foto e filmati quanto siamo pazzerelli coi bimbi.

Attraverso le sue parole si percepisce puro amore, verso la parte più tenera di quel prossimo che spesso l’Uomo rifugge per paura, egoismo, materialità.

Ciascuno mette a disposizione il proprio tempo libero da dedicare ai bimbi e ci fa piacere che a noi si aggreghino sempre più clown. Quando vado in ospedale ho la pretesa di donare qualcosa e vado via con l’umiltà di aver ricevuto qualcosa. Del gruppo io sono quello che effettua musico terapia, con la mia voce e la mia chitarra porto allegria musicale nei reparti coinvolgendo medici, genitori e bimbi. Donare ti riempie la vita e quando inizi a donare ti accorgi che non ne puoi più fare a meno… provateci… e mi darete ragione.

Alla domanda di come si rapporta con i genitori dei piccoli, commenta:

Abbiamo un ottimo rapporto con i genitori dei bimbi. Spesso alcuni di loro dopo aver ricevuto l’esperienza della clownterapia decidono addirittura di diventare a loro volta volontari. Tra noi abbiamo persino una ragazza che ha avuto a che fare con la leucemia e che adesso, grazie a Dio, sta bene e avendo anche lei ricevuto i benefici della clownterapia è lei stessa a donare, con noi, sorrisi ai bimbi ammalati. Molti genitori ci contattano su Facebook e ci ringraziano scrivendoci cose commoventi che gratificano il nostro lavoro di volontariato.

La genuinità e la semplicità di Enrico mi colpiscono particolarmente, tanto da spingermi, con garbo e delicatezza, nel suo privato, chiedendogli del suo presente e lasciandogli immaginare il suo futuro:

Non ho un compagno. Sono single. Per me sì, il ddl Cirinnà è un gran passo avanti e di passi ne bisogna fare ancora molti.

Approvo la famiglia omogenotoriale. Io stesso ne conosco diverse che hanno cresciuto i loro figli nella più totale normalità e sono ragazzi venuti su bene e con validi principi e non sono per niente gay. La sessualità non la puoi inculcare con l’orientamento sessuale dei genitori essa c’è e fa parte di noi, per cui non è affatto vero che i figli di una famiglia omogenitoriale sono destinati a diventare necessariamente omosessuali. Inoltre, più che di omosessualità preferirei parlare di omoaffettività. In America, che sono avanti anni luce da noi, neppure si fa più questa differenza fra le famiglie: si parla di famiglia e basta.

Ho tanti progetti per il futuro, vorrei creare una scuola di spettacolo per minori a rischio e allontanarli da una vita negativa attraverso l’arte.

Tra dieci anni mi immagino come un artista affermato, non mi interessa il lusso. Ciò che cerco è fare un lavoro che mi piaccia e riuscire a vivere con quello che guadagno. Di sicuro spero di riuscire a donare emozioni al mio pubblico attraverso la mia arte, poi forse mi immagino anche io sposato… e magari con figli.

Credo che al di là di opinioni, condivisibili o meno, ciò che traspare da questa intervista sia la genuinità spirituale con cui un uomo del nostro tempo affronta, al solo fine di “donarsi” regalando sorrisi, la sofferenza altrui, alleviandola ed infondendo al contempo nuova gioia.

Un “cuore di burro”, che, rimanendo duro nella freddezza del dolore, si scioglie e si rinnova nella speranza della continuità dell’Amore.

Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".