La Regione si è impegnata molto per la tutela degli archivi in questa legislatura: archivi scritti ma anche sonori, capaci raccontare l’identità di una comunità
Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.
Hanno trovato casa a Firenze i diari di Ettore Bernabei, il Direttore generale della RAI dal 1961 al 1974 scomparso nel 2016, già direttore del Mattino dell’Italia centrale e poi, fino al 1956, del Giornale del Mattino, pubblicato peraltro proprio nel capoluogo toscano.
Un’acquisizione importantissima
commenta la Vicepresidente e Assessore alla cultura della Regione, Monica Barni.
Ettore Bernabei, fondatore nel 1992 della società di produzione televisiva Lux Vide, è stato una figura di primo piano nella vita politica e culturale italiana nel secolo scorso e il suo archivio è stato consegnato dalla famiglia all’associazione Arcton, Archivi di Cristiani nella Toscana del Novecento, per l’opportuna valorizzazione.
Tutto il materiale, una sessantina di diari e quasi quattromila pagine, sarà trascritto e digitalizzato in collaborazione con la Fondazione Giorgio La Pira. Anche la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze ha aderito con convinzione al progetto.
Sottolinea la Vicepresidente Barni, che stamani, 4 febbraio, ha partecipato alla conferenza stampa sull’archivio Bernabei:
La Regione ha lavorato molto in questi ultimi anni sulla tutela e valorizzazione degli archivi, anche a stretto contatto con la Soprintendenza archivistica.
Gli archivi sono quelli che più di tutti ci raccontano la storia contemporanea e che spesso, come nel caso di Bernabei, non riguarda solo la Toscana ma l’intero Paese. L’obiettivo è che diventino parte integrante della storia e dell’identità della nostra comunità.
Ci sono archivi scritti, ma anche archivi di fonti orali e audiovisive.
Ribadisce:
I nostri sforzi sono tesi anche alla loro salvaguardia e costituiscono alcuni dei progetti più innovativi.
Quello che si sta facendo con l’archivio Bernabei racconta anche un altro aspetto di ogni politica cultura e Barni lo sottolinea.
Spiega:
Si fa cultura, si racconta una storia, ma lo si fa con il lavoro di ricercatori: professionisti che sono chiamati non solo a catalogare o a digitalizzare tutto, ma a dare una chiave di lettura di questo enorme patrimonio.