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Bob Dylan e le incaute citazioni

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Dopo la figuraccia della Carrà a ‘The Voice’, tocca al portale online di RaiNews storpiare la biografia del grande cantautore

Il menestrello di Duluth si rivolterà nella tomba. Da vivo.
Quando uno vuol fare il figo, si autodefinisce ‘rock’: Celentano docet. Ma quanti sanno davvero cos’è il rock, qual è la sua storia e chi sono stati i suoi padri? Uno di questi è senza ombra di dubbio Bob Dylan, a detta di molti esperti il più influente cantautore del Novecento.

È naturale che accada, quindi, che chiunque abbia la minima cognizione di questo dato di fatto, si avventuri in citazioni del grande Dylan ad ogni buona occasione. Incappando spesso, però, in plateali svarioni. Almeno a giudicare dalle più recenti figuracce offerte in diretta tv e sui più noti media online.

Non si è ancora spenta l’eco della cantonata sesquipedale della Carrà, che lo ha dato per morto da ben 35 anni, confondendolo con Bob Marley – il quale ha scritto certamente una pagina fondamentale della storia della musica, ma non certo “Like a rolling stone” di Dylan, interpretata da un giovane concorrente di The Voice, trasmissione di grande successo di Rai Due – che RaiNews, il canale ‘all news’ della RAI, scivola rovinosamente sulla biografia dello stesso personaggio.

Ecco com’è andata: nel celebrare l’anniversario di uno degli episodi memorabili della carriera di Dylan e della storia del Rock, quello in cui il cantante venne contestato dal pubblico del Free Trade Hall di Manchester, che lo apostrofò con un “Giuda!” al quale il cantante rispose con un memorabile “Play It fucking loud!”, ovvero “suonatela fottutamente forte”, rivolto alla band che lo accompagnava in “Like a Rolling Stone”, il portale online della RAI titola: “17 maggio 1961 – Quella volta che Bob Dylan disse: “Suonate più forte che potete”“.

Peccato che l’anno non fosse il 1961, bensì il 1966. Per dirla tutta, nel ’61 Dylan non aveva inciso nemmeno il suo primo album, ma non stiamo lì a sottilizzare.

Con tutto il rispetto per un pezzo di storia della televisione e dello spettacolo italiano come Raffaella Carrà, che adoriamo sempre e comunque, e per importanti istituzioni giornalistiche come quella della RAI, pare che la smania della citazione dotta, della commemorazione sapiente possa diventare pietra di inciampo per i distratti e per i pressappochisti nostrani.

Per carità, capita a tutti di sbagliare, soprattutto quando si è sotto lo stress di una diretta televisiva o quando ogni giorno si curano decine di articoli. È umano. Ma quello che ci chiediamo è se, nei casi appena citati, non vi sia anche una punta di pressappochismo, dovuto forse all’impeto di voler essere tempestivi, di stare ‘sul pezzo’ rinunciando ad ascoltare quella vocina che suggerisce di placare la foga del momento e verificare che il dato che affiora alla mente sull’onda dell’emozione, contaminato da mille altri potenziali elementi di distrazione, sia corretto, prima di autolesionarsi con gaffe di proporzioni internazionali.

Alle strette, nel dubbio, un’ottima alternativa è un dignitoso silenzio. Per la serie ‘meglio star zitti dando l’impressione di essere stupidi, che parlare e togliere ogni dubbio’.
Ps. Lunga vita a Bob Dylan.

https://www.youtube.com/watch?v=tH5WwRs0bP0

http://www.rainews.it/dl/rainews/media/17-maggio-1961-Quella-volta-che-Bob-Dylan-disse-suonate-piu-forte-che-potete-ada6d1c9-ef8b-464f-8ef8-1d8086c1f153.html#foto-1

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Autore Michele Ferigo

Michele Ferigo, napoletano, classe 1976, si occupa d’arte da sempre. È musicista, compositore, disegnatore e film-maker.