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Yemen: Houthi rapisce altri 3 dipendenti dell’Ambasciata USA

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Dopo averne sequestrati altri 23 nelle scorse settimane

La milizia Houthi, a Sana’a, ha rapito, nelle scorse ore, altri tre dipendenti del personale locale dell’Ambasciata statunitense e dell’Agenzia per lo sviluppo internazionale in Yemen. Lo rivelano, il 22 novembre, i media locali yemeniti.

Il giornalista yemenita Fares Al-Hamiri ha confermato che gli Houthi hanno arrestato l’ex consigliere politico dell’Ambasciata, Abdel-Qader Al-Saqqaf, e l’impiegato degli appalti Muhammad Shamakh, oltre al dipendente dell’Agenzia statunitense per lo sviluppo, Abdul Hamid Al-Ajmi.

Il giornalista ha anche spiegato, in tweet, che la milizia Houthi sta tenendo in carcere da settimane Jamil Ismail, un dipendente dell’addetto commerciale ed economico, Hisham Al-Wazir, un dipendente dell’agenzia statunitense, Shaif Al-Hamdani, un impiegato dell’Agenzia degli Stati Uniti, Bassam Mardahi, un impiegato del dipartimento investigativo e Muhammad Kharashi, un impiegato del dipartimento investigativo dell’Ambasciata.

Al-Humairi ha indicato che da metà ottobre gli Houthi hanno iniziato una campagna di arresti contro un certo numero di dipendenti dell’Ambasciata statunitense a Sana’a, alcuni dei quali sono stati convocati ad una riunione nell’Hotel “Sheraton” e altri sono stati arrestati dalle loro case.

La campagna di arresti di dipendenti dell’Ambasciata Usa a Sana’a è avvenuta prima e dopo che gli Houthi hanno assaltato la sede della rappresentanza diplomatica e sostituito la guardia posta a sicurezza del compound con suoi miliziani armati.

Funzionari statunitensi hanno affermato che gli sforzi del loro inviato speciale Tim Lenderking hanno portato al rilascio di 30 dipendenti yemeniti dell’Ambasciata degli Stati Uniti, che è stata chiusa dal 2015, mentre da cinque a nove di loro sono ancora in detenzione arbitraria, tra cui due da l’Agenzia statunitense per lo sviluppo che opera nel Paese da 60 anni.

In precedenza, l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale aveva affermato che l’assalto degli Houthi all’Ambasciata degli Stati Uniti a Sana’a e la detenzione dei suoi dipendenti

è un affronto all’intera comunità internazionale.

L’agenzia che opera nel Paese dal 1959, ha condannato l’infiltrazione nel complesso dell’Ambasciata e la detenzione di dipendenti yemeniti al servizio degli Stati Uniti.

In una dichiarazione, il capo dell’agenzia, Samantha Power, ha invitato il gruppo Houthi a rilasciare immediatamente tutti i dipendenti detenuti, senza far loro del male, a fermare questa campagna di molestie e intimidazioni.

È interessante notare che l’Ambasciata degli Stati Uniti è stata chiusa dal 2015, dopo che gli Houthi hanno occupato la capitale yemenita, ma alcuni dipendenti yemeniti hanno continuato a lavorare da casa o come guardie di sicurezza per gli edifici che ospitano le agenzie USA, prima che le milizie li arrestassero.

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Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.