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Yemen: 121 civili vittime Houthi

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Cifra documentata da un rapporto ONU nel solo primo trimestre 2023

L’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, OCHA, nello Yemen ha dato la notizia. La metà delle vittime è caduta nel Governatorato di Al-Hodeidah, nell’ovest del Paese. Seguono il Governatorato di Al-Jawf nel nord-est del Paese, con 19 vittime, e quello di Marib, con 8 casi.

Il rapporto è stato preparato sulla base dei dati raccolti dallo Yemeni Executive Mine Action Center, il quale ha rilevato che la maggior parte delle vittime è stata causata da mine antiuomo e ordigni inesplosi.

Il dossier ha indicato che le forti piogge in queste aree hanno portato allo spostamento degli ordigni esplosivi, ill che ha aumentato la possibilità della loro detonazione tra i civili.

Ha sottolineato che milioni di mine antiuomo e ordigni inesplosi sono ancora sparsi in tutto il Paese e ha avvertito che tali armi uccideranno e mutileranno i civili per gli anni a venire.

L’ufficio dell’ONU ha invitato la comunità internazionale a fornire maggiori finanziamenti per sostenere gli sforzi di sminamento nello Yemen, che sono e necessari perché solo in questo modo milioni di yemeniti potranno tornare alle loro case e si riprenderanno dal flagello del conflitto nel Paese.

Domenica scorsa, 28 maggio, il progetto saudita per bonificare le terre yemenite dalle mine, Masam, ha annunciato la rimozione di 400.000  ordigni inesplosi nei cinque anni di lavoro in varie regioni del Paese.

La milizia Houthi è l’unica parte in guerra che piazza mine e ordigni esplosivi di vari tipi e dimensioni.

Secondo i rapporti sui diritti umani, lo Yemen ha assistito alla più grande operazione di posa di mine dalla fine della seconda guerra mondiale e la milizia Houthi ha piazzato più di due milioni di mine, uccidendo e ferendo più di 20.000 civili.

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Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.