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Rottamazione ter, UNGDCEC: governo timido, manca visione prospettica

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Matteo De Lise - Presidente UNGDCEC


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De Lise: ‘Le commissioni dell’Unione giovani commercialisti sono al lavoro per una proposta di semplificazione nell’ambito della riscossione, da presentare all’esecutivo’

Riceviamo e pubblichiamo.

I recenti interventi in ambito economico e fiscale evidenziano una totale mancanza di visione prospettica da parte del governo. Penso alla riapertura dei termini per la rottamazione ter: una riapertura solo di facciata, che serve a poco.

Credere che contribuenti e imprese decadute dalla rottamazione ter, alle prese con il post pandemia e il caro bollette, siano in grado di saldare l’intero pregresso in pochi mesi, è pura fantascienza.

Governo e Agenzia delle Entrate dovrebbero comprendere che in questo modo non si recupera gettito fiscale, ma si incrementa il debito dei contribuenti, azzoppando la ripresa.

Lo afferma Matteo De Lise, Presidente Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili.

Evidenzia De Lise:

I numeri sono impietosi: 532 mila contribuenti sono già “decaduti”, vuol dire circa 2,45 miliardi di euro che lo Stato dovrebbe riscuotere, con esiti al momento molto incerti.

I presunti mancati pagamenti, tra l’altro, provocherebbero ulteriori difficoltà quando entrerà in vigore il nuovo codice della crisi di impresa.

Le commissioni dell’Unione giovani commercialisti sono al lavoro per una proposta di semplificazione nell’ambito della riscossione, da presentare all’esecutivo.

Siamo convinti che la ripresa passi attraverso decreti che non fungano solo da specchietto per le allodole, ma che incidano a lungo termine sulla vita di imprese, contribuenti e anche studi professionali.

Molto importante anche coinvolgere i professionisti, in particolare i giovani che più di altri possono verificare la grave crisi che sta attraversando il tessuto sociale.

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