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Rapina a mano armata, e poi Kubrick sconvolse le regole del noir

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'Rapina a mano armata'


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Il fotografo Kubrick irrompe nella Storia del Cinema

Nel 1956, quando realizzò The Killing, Stanley Kubrick aveva ventotto anni. A sedici era diventato collaboratore della rivista The Look, realizzando i suoi primi servizi fotografici. A diciotto era andato a vivere al Greenwich Village con la prima moglie, Toba Metz. Prima del ’56 aveva già girato diversi corti e due lungometraggi, tra cui Fear and Desire, che in seguito rinnegherà definendolo “pretenzioso in modo imbarazzante”.

‘Rapina a mano armata’, ancora una volta titolo italiano che non rende giustizia all’originale The Killing, fu un miracolo produttivo frutto dell’incontro con James B. Harris, presentato a Kubrick dall’amico comune Alexander Singer, fotografo di scena ne Il bacio dell’assassino, secondo lungometraggio del regista girato nel ’55.

A scoprire il romanzo da cui il film è tratto fu proprio Harris. I due audaci cinefili sostituirono alla linearità classica del film di rapina, ideazione ed azione, dei complicati movimenti all’interno della temporalità della trama.

'The Killing' di Stanley Kubrick, locandina originaria
‘The Killing’ di Stanley Kubrick, locandina originaria

Dopo una detenzione di cinque anni Johnny mette insieme una banda di delinquenti improvvisati, ma tutti estremamente bisognosi di una svolta nella loro vita, per svaligiare un ippodromo. Il piano è studiato e preparato minuziosamente in ogni particolare: dagli orari alla suddivisione dei compiti, dalla conoscenza di ogni metroquadro dell’ippodromo alle possibili vie di fuga.

'The Killing',la banda pianifica il colpo
‘The Killing’,la banda pianifica il colpo

Ovviamente, ciò che non è prevedibile e pianificabile a tavolino è l’animo umano e le reazioni dei singoli individui ad eventi che, in una situazione di altissima tensione, mettono di fronte a scelte cruciali e a comportamenti decisamente lontani dalla freddezza necessaria per portare a termine un colpo del genere.

Anche se la rapina in sé riesce; ma i conti con l’ansia di riscatto, il tentativo di rivalsa, l’infedeltà e il tradimento si presentano quando la banda è pronta a dividersi il malloppo, e tutto immagina fuorché un epilogo sotto forma di carneficina. Ma non per tutti è finita, non ci sono tutti i protagonisti della vicenda in quel bagno di sangue: Johnny ce l’ha fatta, i soldi li ha lui ed ora la sua vita potrà finalmente cambiare, magari in un altro paese…sempre che i sogni non se li porti via il vento…

Tecnica innovativa e frammentazione della continuità narrativa per la nascita di un genio assoluto

Questo film, all’epoca giudicato un ottimo B-movie, è una vera e propria gemma di celluloide: Kubrick agisce e gira con l’intenzione di frammentare il tempo, di sovrapporre e ripetere azioni già viste mostrandole dal punto di vista di un altro personaggio.

Adatta il romanzo per trasporlo su pellicola controllando il tempo, braccando ognuno dei protagonisti con la sua cinepresa come un cacciatore con le sue prede.

Per la prima volta il Cinema si trova alle prese con la rottura della continuità narrativa – negli anni la tecnica verrà affinata e resa segno di genialità stilistica… vedi Tarantino – che permette allo spettatore di confrontarsi con le diverse prospettive della vicenda, nonché di divenire giudice morale di questa trovandosi alle prese con le motivazioni che spingono i singoli individui a comportarsi in una certa maniera.

Tutto questo in Rapina a mano armata è esaltato da un ritmo incalzante che mantiene la suspense fino all’imprevedibile finale, imperniato da un umorismo nero simbolicamente usato come mezzo irriverente per difendersi dai mali dell’animo umano.

Un cast con il meglio degli attori americani di gangster-movie

La scelta del cast è un segno distintivo della conoscenza enciclopedica del genere gangsteristico, tendente al noir da parte di Kubrick è una conferma del fatto che nulla nei lavori del regista verrà lasciato al caso o all’imposizione dei produttori.

La maggior parte degli attori di ‘Rapina a mano armata’ sono stati protagonisti o straordinari comprimari di film di genere girati tra la fine degli anni Quaranta e l’inizio dei Cinquanta, a cominciare dal bravissimo Sterling Hayden, Giungla d’asfalto‘, passando per Elisha Cook jr.,Il grande sonno,Il mistero del falco, Ted De Corsia, La città nuda, per finire alla dark lady che porta solo guai, Marie Windsor, apprezzata nel ruolo della vedova ne ‘Le iene di Chicago’.

'Rapina a mano armata', locandina promozionale
‘Rapina a mano armata’, locandina promozionale

L’importanza delle opere, cosiddette, minori per scoprire l’essenza del Cinema di Kubrick

Il regista inglese parlando del suo film disse:

I gangster e gli artisti sono uguali agli occhi delle masse: sono ammirati, adorati, ma c’è sempre chi si dà un gran da fare per distruggerli!

È straordinario trovarsi alle prese con una pellicola come questa, così come con ‘Paura e desiderio’, ‘Il Bacio dell’assassino’,Orizzonti di Gloria dopo magari aver amato e consumato tutti i gioielli cinematografici che Stanley Kubrick ha scolpito nella storia da Spartacus, 1960, in poi, vale a dire i suoi capolavori più famosi e apprezzati come Lolita,Il Dottor Stranamore,Arancia Meccanica, ‘Barry Lyndon,2001 Odissea nello spazio‘, ‘Shining‘, ‘Full Metal Jacket‘, Eyes Wide Shut: è quella sorta di magia che il Cinema, così come l’arte in genere, trasmette permettendoci di immaginare le diverse fasi della vita di un genio attraverso le sue opere.

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Autore Paco De Renzis

Nato tra le braccia di Partenope e cresciuto alle falde del Vesuvio, inguaribile cinefilo dalla tenera età… per "colpa" delle visioni premature de 'Il Padrino' e della 'Trilogia del Dollaro' di Sergio Leone. Indole e animo partenopeo lo rendono fiero conterraneo di Totò e Troisi come di Francesco Rosi e Paolo Sorrentino. L’unico film che ancora detiene il record per averlo fatto addormentare al cinema è 'Il Signore degli Anelli', ma Tolkien comparendogli in sogno lo ha già perdonato dicendogli che per sua fortuna lui è morto molto tempo prima di vederlo. Da quando scrive della Settima Arte ha come missione la diffusione dei film del passato e "spingere" la gente ad andare al Cinema stimolandone la curiosità attraverso i suoi articoli… ma visto i dati sconfortanti degli incassi negli ultimi anni pare il suo impegno stia avendo esattamente l’effetto contrario. Incurante della povertà dei botteghini, vagamente preoccupato per le sue tasche vuote, imperterrito continua la missione da giornalista pubblicista.