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Lombardia, a Palazzo Pirelli esposto ‘Il presepe ritrovato di Londonio’

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'Il presepe ritrovato di Londonio'


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L’opera, composta da 60 personaggi, dipinti a tempera su carta o cartoncino sagomati e realizzati da uno dei più importanti artisti lombardi del Settecento, è una nuova acquisizione del Museo Diocesano Carlo Maria Martini

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Consiglio Regionale della Lombardia.

Torna, come da tradizione per le festività natalizie, l’esposizione di un presepe a Palazzo Pirelli. Dal 14 dicembre al 10 gennaio, infatti, il Consiglio regionale Lombardia, in collaborazione con il Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano, presenta nello spazio eventi al primo piano del grattacielo uno dei capolavori d’arte sacra del XVIII secolo, appartenente al patrimonio della città e della regione.

Ha detto il Presidente del Consiglio regionale, Alessandro Fermi:

Il presepe è una tradizione italiana e un elemento della nostra cultura popolare che condensa i significati che si accompagnano alla nascita di Gesù.

Ma è anche una rappresentazione dei valori dell’umanesimo cristiano: la sacralità della vita che nasce, la famiglia, la pari dignità degli umili nei pastori che per primi incontrano Gesù, l’attenzione al creato.

Nel presepe c’è anche l’attenzione alla diversità delle altre culture, pensiamo ai Magi venuti dall’Oriente. Sono valori universali che tutti, credenti e non, possono fare propri. Con questo spirito ospitiamo queste bellissime opere d’arte che sono certo conquisteranno gli ospiti in visita nella nostra sede, offrendo loro una pausa di riflessione e di bellezza.

L’iniziativa è stata possibile grazie all’intervento dell’Associazione Consiglieri e di AICCRE, Associazione italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa, che hanno sostenuto in particolare anche il primo step del restauro, utile ai fini dell’allestimento di questa prima esposizione che comprende circa 60 personaggi, dipinti su carta o cartoncino sagomati e che costituivano almeno tre nuclei di “presepi di carta”distinti.
La maggior parte di essi sono stati dipinti da Francesco Londonio (1723-1783), uno dei più importanti artisti lombardi del Settecento, specializzato proprio in presepi, in scene campestri e raffigurazioni di animali.

L’opera esposta
Nuova acquisizione del Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano, grazie alla donazione di Anna Maria Bagatti Valsecchi, la raccolta proviene dalla collezione Cavazzi della Somaglia, nella Villa Gernetto a Lesmo, ed è probabilmente uno dei pochi presepi settecenteschi lombardi di questo tipo. L’allestimento, curato dall’architetto Alessandro Colombo, darà ragione dei diversi nuclei, ricreando con grande suggestione la disposizione delle figure.

L’opera era destinata, in origine, a essere allestita durante il periodo natalizio in un salone di Villa del Gernetto a Lesmo, in Brianza, acquistata nel 1772 dal Conte Giacomo Mellerio (1711-1782), presso la quale il Londonio era solito passare lunghi periodi di villeggiatura.
Nel corso dell’Ottocento, gli eredi Mellerio, quando fu chiara l’importanza e la rarità del complesso, fecero montare le sagome entro cornici ovali o rettangolari che furono usate come decoro stabile per i saloni della residenza brianzola. Il Presepe del Gernetto, noto alla critica, è citato nella storiografia e in tutte le pubblicazioni dedicate a Francesco Londonio e al presepe in Lombardia.

Un primo, minimo, intervento conservativo ha permesso di poter presentare oggi l’inedito presepe; l’opera ha bisogno tuttavia di interventi di restauro più complessi, per i quali si renderà necessario il reperimento di fondi. Per questo il Consiglio regionale intende associarsi con questo evento espositivo al recupero, alla promozione e alla valorizzazione di quest’opera così significativa avviati dal Museo Diocesano di Milano, offrendo la visibilità della maggiore assise regionale italiana.

Accanto al presepe di Londonio, al foyer del piano terra di Palazzo Pirelli viene esposto anche un altorilievo in terracotta raffigurante una ‘Natività con Angeli’ probabilmente di uno scultore dell’Italia settentrionale del XVII secolo, anch’esso proveniente dal Museo Diocesano di Milano.

Nulla si conosce della storia di quest’opera, giunta al Museo da una collezione privata: il recente restauro (2013) ha evidenziato due interventi precedenti, avvenuti in epoca non ben precisabile. Il pannello è costituito da tre pezzi lavorati e cotti singolarmente e poi assemblati con sigillature in terracotta e una graffa di ferro. La scena è ambientata in una frammentaria capanna sostenuta da imponenti colonne in rovina che si perdono nelle nubi, secondo un modello ampiamente diffuso nell’Italia settentrionale. La Sacra Famiglia, sulla sinistra, appare quasi in secondo piano rispetto agli angeli adoranti e ai putti che animano la scena.

Francesco Londonio
Francesco Londonio (Milano 1723-1783), autore dello straordinario presepe recentemente donato al Museo Diocesano di Milano, è uno dei più importanti artisti lombardi del Settecento e dedica interamente la sua attività alla pittura di genere, specializzandosi in tematiche bucoliche, con scene di vita contadina, di animali e veri e propri presepi.
La vena realistica locale, di cui la “pittura della realtà” è espressione, viene però filtrata dalla serena e dedicata sensibilità pienamente settecentesca propria della’artista con esiti raffinati e molto apprezzati in tutta la Lombardia. Londonio diviene così uno dei pittori più apprezzati in Lombardia e annovera fra i suoi committenti l’antica nobiltà milanese, come i Borromeo, gli imprenditori locali e i grandi proprietari terrieri recentemente ascritti alla nobiltà, come i Greppi, i Tanzi, gli Alari e i Mellerio, per i quali realizza il Presepe qui presentato.

‘Il presepe ritrovato di Londonio’
Milano, Palazzo Pirelli
via Fabio Filzi 22
14 dicembre 2018 – 10 gennaio 2019

Orari:
lunedì – giovedì dalle 9:30 alle 16:45
venerdì dalle 9:30 alle 13:00

Aperture straordinarie:
sabato 15 dicembre dalle 14::00 alle 17:30, ultimo ingresso alle 17:00;
domenica 16 dicembre dalle 11:00 alle 19:00, ultimo ingresso alle 18:30;
domenica 6 gennaio dalle 11:00 alle 17:30, ultimo ingresso alle 17:00.

Ingresso libero.

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