Home Territorio Dispersi in Canal Grande arti scheletro in mostra a Palazzo Zaguri

Dispersi in Canal Grande arti scheletro in mostra a Palazzo Zaguri

1970
scheletro


Download PDF

Possibile altro intervento di recupero dopo la valutazione del medico legale Cirnelli

Riceviamo e pubblichiamo.

Dispersi in Canal Grande una porzione di piede destro e una parte di braccio sinistro dello scheletro nella cheba scivolato in acqua martedì 20 marzo da un pontile nei pressi dell’approdo di Santa Maria del Giglio. Entro 24 ore la proprietà del reperto deve valutare la possibilità di un nuovo intervento di recupero.

L’incidente è avvenuto pochi minuti dopo le ore 14:00, quando un trasportatore ha perso la presa durante le fasi di scarico dei materiali da esposizione da parte degli allestitori della mostra ‘Venice Secrets: Crime & Justice’ che aprirà i battenti il 31 marzo nella sede espositiva di 2500 mq di Palazzo Zaguri in campo San Maurizio, www.venicesecrets.net.

Per il recupero nell’immediato dell’incidente è stato attivato, da parte della società produttrice della mostra Venice Exhibition srl, il nucleo sommozzatori dei Vigili del Fuoco di Venezia facendo partire un intervento subacqueo che ha riportato in secca la cheba veneziana del 1500 realizzata in ferro e legno, strumento a forma di gabbia utilizzato all’epoca della Serenissima per esporre i condannati alla pena infamante appesi in piazza San San Marco, che conteneva all’interno uno scheletro umano.

L’apparato scheletrico completo, del valore di circa 50.000 euro, era contenuto nella cheba, nella quale doveva essere esposto nell’ambito della sezione della mostra dedicata alle pene infamanti, collocata al terzo piano di Palazzo Zaguri nella Sala – detta appunto – della Cheba.

Per limitare il più possibile i danni da ossidazione causati dall’acqua salmastra nel periodo di immersione del reperto in Canal Grande che è durato poco meno di tre ore, gli allestitori della mostra hanno provveduto a lavare con l’acqua dolce il reperto appena recuperato.

Fino a tarda notte poi a Palazzo Zaguri è continuata la pulizia dello scheletro dai fanghi del fondale e la sua asciugatura in ogni sua parte anatomica per riportarlo più vicino allo stato originario in vista della valutazione del danno fornita stamattina dal medico legale Antonello Cirnelli.

Ha spiegato il dottor Antonello Cirnelli:

Ho potuto visionare il reperto umano dopo il recupero, dall’integrità dell’apparato scheletrico manca l’intero porzione di arto superiore sinistro in quanto risulta disarticolata la testa dell’omero dal margine della glena scapolare e dalla soprastante formazione acromiale.

Manca infine l’intero comparto composto da caviglia e piede destro, dove residuano unicamente le formazioni della gamba relative a tibia e perone.

Commenta l’amministratore unico di Venice Exhibition, Mauro Rigoni:

Siamo grati ai vigili del fuoco ed ai veneziani presenti nel luogo dell’incidente che ci hanno fornito subito aiuto, purtroppo un danno così inaspettato ci coglie alla sprovvista ed ora dovremo capire come rimediare.

Questi pezzi fanno parte di una collezione privata che abbiamo acquisito da poco come società. Stiamo valutando la possibilità e la convenienza di un secondo intervento di recupero subacqueo delle porzioni di ossa che non sono state recuperate con l’intervento dei Vigili del Fuoco.

Tutti i reperti esposti in mostra sono assicurati ma in questo caso l’oggetto consiste in materiale di una salma umana, quindi si tratta di un reperto unico non replicabile.