Home Territorio Coisp Napoli: miti e falsi eroi. Il caso di Pietro Parisi

Coisp Napoli: miti e falsi eroi. Il caso di Pietro Parisi

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Pietro Parisi


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Ribellarsi è possibile anche in Campania

Riceviamo e pubblichiamo da Giulio Catuogno, Segretario generale COISP Napoli.

In una realtà dove pizzo e ricatto sono quasi nella quotidianità cresce una generazione nuova capace di ribellarsi al racket e alle angherie di affiliati al crimine organizzato o presunti tali.

Dalle cronache di questi ultimi giorni si apprende di Pietro Parisi chef di fama internazionale che ha denunciato un presunto estortore alle forze dell’ordine e persino sui social.

A volte è difficile restare qui, anche se amo questa terra. Continuano a bussare alla mia porta.” Quando finirà questa storia…

sono queste le parole del coraggioso chef di “Era Ora” sulla realtà campana.

Giulio Catuogno segretario generale Coisp Napoli dichiara:

Ribellarsi al pizzo è possibile anche in Campania il fatto di cronaca deve essere un esempio positivo per tutti i cittadini dichiara. Da sempre Napoli e territorio vivono la piaga del taglieggiamento. Il crimine organizzato si nutre grazie a questo, se un cittadino si ribella va sostenuto e deve diventare di esempio per gli altri. Combattere il pizzo è possibile se ogni vittima trova il coraggio di segnalare i fatti, esistono metodi a tutela dei cittadini che rendono possibile persino la segnalazione anonima.

A chiedere il pizzo ormai non sono solo gli affiliati al crimine organizzato, un po’ come in Gomorra chi non sa come sopravvivere si dedica a questo genere di azioni. Noi lo sosteniamo da sempre e non siamo i soli. Proprio nei giorni scorsi anche Pietro Parisi, lo chef di Palma di Campania, ha dichiarato “dalle mie parti hanno la camorra come modello e come aspirazione. Perciò ritengo Gomorra un esempio negativo. Perché fa credere a ragazzi come questo che si possa fare soldi senza lavorare, senza fatica.

Pagare il pizzo, anche solo di 50 euro, assicura all’imprenditore la perdita della attività, la camorra, così le altre organizzazioni criminali, non hanno solo l’interesse a recuperare fondi in contati ma lavorano per il prelievo totale di una attività commerciale. I clan più imprese tengono sotto ricatto più sono forti. Combattere il racket diventa prioritario: l’immediata denuncia alle forze dell’ordine è necessaria, sia che si tratti di un episodio isolato non riconducibile ai clan, sia che invece sia inequivocabilmente firmato dalla camorra.

I giovani, lo sappiamo, sono influenzabili, spesso capita che l’eroe negativo venga emulato maggiormente proprio perché rappresenterebbe la forza ed il coraggio. La spavalderia dell’eroe proposto dalle fiction nella realtà, troppo spesso, diventa arroganza e bullismo, gang giovanili e violenza metropolitana. Occorre pertanto una azione di prevenzione e non solo di repressione. Una azione costante anche nelle scuole con progetti di educazione alla legalità è fondamentale, in questo la Polizia di Stato è operativa già da tempo, le fiction come Gomorra non solo mettono in risalto una Napoli negativa e tetra, cosa lontana dalla realtà, ma soprattutto rallentano un percorso migliore da tempo ormai intrapreso.