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Carcere Varese, inaugurati nuovo giardino botanico e orto biologico

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Fermi: ‘Importante progetto di reinserimento lavorativo e sociale che trova realizzazione grazie al contributo di Regione Lombardia’

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Consiglio Regionale della Lombardia.

Ha trovato oggi compimento la realizzazione di un significativo progetto di reinserimento lavorativo destinato ai detenuti della Casa circondariale di Varese, che potranno contare sulla presenza all’interno della struttura di un giardino botanico e di un orto biologico che consentirà di coltivare prodotti freschi e a chilometro zero.

Per i detenuti del carcere dei Miogni una occasione in più per sviluppare nuove competenze utili da spendere poi in ambito sociale ma anche un motivo di orgoglio nel potersi dedicare a una attività gratificante e capace di regalare soddisfazioni importanti.

Una attività che andrà a integrare e ottimizzare la collaborazione che già un paio di anni la Casa circondariale di Varese ha avviato con la testata ‘Cucinare al fresco’, dove vengono raccolte le ricette proposte dagli ospiti di numerose case circondariali lombarde.

Ora le “ricette varesine” si arricchiranno sicuramente di nuove sperimentazioni culinarie basate sulle genuinità dei prodotti coltivati e utilizzati direttamente in casa propria.

Lo sottolinea il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Alessandro Fermi in occasione dell’inaugurazione tenutasi questa mattina, 22 aprile, del nuovo orto biologico e sociale della Casa circondariale di Varese, realizzato grazie a un contributo regionale di 15mila euro frutto di un emendamento all’Assestamento di Bilancio 2019 di Regione Lombardia presentato dal Consigliere Samuele Astuti, PD, condiviso poi dallo stesso Presidente Fermi che si è adoperato affinché l’erogazione del contributo potesse andare a buon fine in tempo utile.

Ha sottolineato, infine, il Presidente Fermi:

Un ringraziamento, oltre che al Consigliere Samuele Astuti, va ovviamente alla Direttrice della Casa circondariale Carla Santandrea per aver creduto in questo progetto e a tutti i detenuti che vorranno dedicarvi parte del loro tempo e delle loro energie.

Un grazie doveroso anche a ERSAF, all’ENAIP e al Provveditorato dell’Amministrazione penitenziaria di Milano per aver contribuito alla sua realizzazione.

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