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Yemen: ONG rivela abusi nelle carceri Houthi

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La milizia ha nascosto almeno 10 rapiti dall’inizio del Ramadan e nessuno conosce il loro destino

L’Associazione delle madri dei rapiti yemeniti ha denunciate torture diffuse praticate dalla milizia Houthi. Le vittime sono decine di detenuti nelle sue prigioni di sicurezza e di intelligence a Sana’a.L’associazione ha affermato in un comunicato che la milizia Houthi ha fatto sparire almeno 10 persone dall’inizio del Ramadan e che nessuno, fino ad oggi, conosce il loro destino.

Ha anche denunciato i casi di tortura da parte degli Houthi di altri 60 uomini rapiti, tutti reclusi nello stesso carcere di “sicurezza e intelligence” in occasione del Ramadan. Sono tenuti in una stanza, privati di tutto tranne che delle loro uniformi carcerarie.

Sono stati portati fuori dai reparti e fatti dormire sul cemento freddo fino a mezzogiorno del secondo giorno, senza materassi né coperte. Gli Houthi, inoltre, li molestava durante le visite. Non permettevano alle loro famiglie di portare loro del cibo o acqua, costringendoli a bere l’acqua del rubinetto del bagno. Senza contare gli insulti e le torture psicologiche.

L’Associazione ha confermato di aver ricevuto segnalazioni dai parenti dei rapiti. Gli Houthi hanno interrotto le comunicazioni e le visite dei loro figli e la consegna di medicine.

L’Associazione delle madri dei rapiti ha chiesto all’inviato delle Nazioni Unite in Yemen di fare pressioni sul gruppo Houthi affinché fermi le pratiche che mettono in pericolo la vita dei sequestrati e per garantire la loro liberazione incondizionata.

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Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.