Titolo: Middlesex
Autore: Eugene Eugenides
Editore: Mondadori
Collana: Oscar Contemporanea
Prezzo: € 12
Jeffrey Eugenides, narratore statunitense di origine greca, nasce a Detroit nel 1960. Si afferma con “Le vergini suicide”, “The Virgin Suicides”, 1993, narrando, in una cornice onirica, il fascino vagamente elegiaco di cinque sorelle adolescenti votate al suicidio nello sfondo suburbano di Detroit.
Nel secondo romanzo, “Middlesex” 2002, Premio Pulitzer, la sua esuberante inventiva si plasma tra l’epica ereditata dalla cultura europea e la concretezza della realtà americana e crea una narrazione che tocca il tragico e il comico, ibridando il linguaggio con bizzarrie eccentriche e suggerendo fra le righe una riflessione sul «patrimonio genetico», che mostra la sua ineludibilità soprattutto in circostanze «forti» come l’emigrazione. Il terzo romanzo, “La trama del matrimonio”, “The marriage plot”, 2011, è un’amara parabola sull’impossibilità di una felicità condivisa.
Mi approccio con interesse a questo romanzo di Eugenides, vincitore del Premio Pulitzer per la narrativa nel 2003, che ha raccolto pareri entusiasti quasi unanimi.
È un libro bellissimo che si legge tutto d’un fiato; racconta la storia della famiglia greca Stephanides, immigrata in America, paese che cambia e cresce, ma soprattutto, si incentra sulla figura di Calliope/Cal, uno pseudo-ermafrodito.
L’intreccio abbraccia più generazioni, lo strano viaggio fatto nel corso del tempo, della mutazione genetica del 5 cromosoma fino ad arrivare a Calliope.
La narrazione inizia a Bitinio, villaggio greco, da cui i fratelli Desdemona e Lefty scappano in seguito all’incendio di Smirne ad opera dei Turchi. Sulla nave che li porta in America vivono il loro amore proibito, creandosi una nuova identità, anzi, celebrando lì stesso il loro matrimonio.
Vanno in un paese dove nessuno li conosce, inventandosi una storia che dovrebbe vincere i loro sensi di colpa, mai sopiti del tutto. Vivranno da Sourmelina, una cugina che li accetterà e coprirà per sempre e, in quella stessa casa dove abita anche il marito, nasceranno prima Zoe e poi Milton, coetaneo di Tessie, figlia di Sourmelina e Jimmy. I due ragazzi crescendo saranno molto legati, si innamoreranno e si sposeranno, generando due figli, Chapter e Calliope.
I due sposi Lefty e Desdemona inizieranno la loro vita in America accettando lavori di ogni genere, finché Lefty nei tempi del proibizionismo, non aprirà un bar sotterraneo.
E proprio partendo da questo piccolo locale che Milton, il figlio, comincerà la sua ascesa nel mondo capitalista americano, creando una catena di fast-food.
L’uomo comprerà per sé e la sua famiglia una casa in un quartiere residenziale che, ironia della sorte, si chiamerà proprio “Middlesex”, il sesso di mezzo.
Calliope viene cresciuta come una ragazza fino alla pubertà quando si scopre diversa dalle sue coetanee. Intorno ai 14 anni, con la comparsa dell’”oscuro oggetto”, così chiama la sua parte maschile, viene fuori la sua vera natura.
Qualche mese prima, il primo giorno della prima media, Carol Horning entrò in classe con un sorrisetto di inequivocabile soddisfazione.
Sotto quel sorriso, come un trofeo, c’erano in mostra i seni che le erano spuntati durante l’estate. Non era la sola. Nei mesi che seguirono parecchie delle mie compagne si erano come dicevano gli adulti “sviluppate”. Io non ero del tutto impreparata all’evento.
Avevo passato un mese in una scuola estiva a Camp Ponshewaing, vicino a Port Huron.
Durante la lenta marcia dei giorni ero diventata consapevole, come ci si accorge di un ritmo costante battuto dall’altra parte del lago, di qualcosa che si rivelava nei corpi delle mie compagne.
La ragazza vive l’esperienza terribile di diventare materia di studio del Dr. Luce e dei suoi colleghi che decidono di eliminare chirurgicamente l’anomalia, per permetterle di vivere da donna così come era stata cresciuta. A questo punto lei scappa e, con un taglio di capelli, si butta dietro le spalle Calliope per diventare Cal, accettando pienamente la sua parte maschile dominante e, nel contempo, vivendo la sua vita come uomo, senza però perdere completamente le tracce del suo passato femminile.
Sono nato due volte: bambina, la prima, un giorno di gennaio del 1960, in una Detroit straordinariamente priva di smog, e maschio adolescente, la seconda, nell’agosto del 1974, al pronto soccorso di Petoskey, nel Michigan.
Il romanzo è scritto in prima persona. In un continuo flashback, Cal racconta la sua storia, i suoi turbamenti, le sue scelte.
È una lettura che ti prende, pagina dopo pagina, un argomento spinoso affrontato con tanto garbo, intelligenza e normalità.
L’autore ci fa vivere una storia difficile con classe, senza voyerismi e morbosità.
Ci accompagna per mano in un mondo difficile, con grande perizia e delicatezza, quasi fosse un colloquio con il lettore, rivolgendosi spesso proprio a lui con “caro lettore” e spiegando, dettagliatamente, l’opinione e le percezioni del protagonista sulle vicissitudini familiari e personali.
Splendide le descrizioni delle sua battaglie interiori, con un Cal uomo di quarant’anni che cerca di vivere la sua relazione con Julie.
Questo libro ha molto da insegnare: la difficile accettazione di sé, di chi ha una diversa identità sessuale, in questo caso, un rarissimo caso di ermafrodismo dovuto alla continua unione tra consanguinei nel corso delle generazioni.
Direi un successo ampiamente meritato.
Trama
Calliope Stephanides, detta Callie e poi Cal, è una bambina come le altre, o così crede, ma un giorno scopre che nel suo Dna si nasconde un gene misterioso che attraversa come una colpa tre generazioni della sua famiglia e ora si manifesta in lei. Callie è colpita da un'”eccentricità biologica” che fa di lei un raro ermafrodito.
E da qui ha inizio la sua odissea. Un viaggio travagliato nel cuore di un passato che nasconde i segreti del suo destino. Tra furbi imprenditori e ciarlatani, tra sagge donne di casa e improbabili leader religiosi, in un vorticoso alternarsi di matrimoni, nascite e scandali.
Dalla Turchia del crollo dell’Impero Ottomano all’America del proibizionismo, dai conflitti razziali alla controcultura, dal Vietnam al Watergate, Jeffrey Eugenides ci restituisce un mondo scintillante e drammatico in cui il senso del destino e l’eredità familiare si mescolano e si oppongono alla volontà di essere artefici di se stessi, di dar voce ai propri desideri, alla propria sessualità, ai propri sentimenti.