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Il vento che soffia

1992
vento


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Quando soffia il vento del cambiamento, alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento.
Proverbio cinese

Il vento come similitudine della vita ed ecco che per ogni stato d’animo ce n’è uno specifico. Inaffidabile, inafferrabile, invisibile, ma, allo stesso tempo, palese; è un elemento atmosferico che, nei secoli, si è spesso prestato all’interpretazione umana come portatore di messaggi ed intenzioni divine.

In questo ultimo mese dell’anno siamo tutti pervasi dal vento del cambiamento.

Il vento del Nord, la Tramontana, è quello della morte, non necessariamente un trapasso, ma il regno di una legge eterna e universale: la trasformazione. “Morte”, in questo contesto, si riferisce all’eliminazione della negatività. Il freddo vento del Nord, soffiando dalla direzione dell’inverno e delle terre coperte di neve, è secco e sterile e prepara la via a quello che poi sarà il nuovo.

C’è sempre un vento che chiede di essere usato. Quello che viene da Est, il Levante, è quello della freschezza, della vita che si rinnova, della forza, del potere e dell’intelletto. Si tratta di aria calda e forte che alita dal punto in cui ha luogo l’alba splendente, ecco perché ha a che fare con gli inizi, i fenomeni nuovi che nascono dal lavoro del vento del Nord. Il calore è quello del sole, della scintilla della creazione.

Poi c’è il vento del Sud, lo Scirocco, che è caldo e fiero. Simbolicamente governa mezzogiorno, quando il Sole o la Luna sono più alti nel cielo, nel momento di maggiore luce e calore.

Il vento dell’Ovest, il Libeccio, è fresco e umido e nel momento in cui attraversa la terra può annunciare la pioggia o la nebbia. È una forza fertile e benevola, gentile e persuasiva. Metaforicamente presiede il crepuscolo, quando ogni cosa sembra rimanere immobile, e il giorno e la notte si fondono in un paesaggio magico di colori nuovi e brezze fresche.

Il percorso di Conoscenza che ogni Massone compie durate tutta la sua vita è come un vento lieve che va in diverse direzioni, variando a seconda del Tempo e dei tempi.

Non può essere fermato, ma recando con sé profumi e semi, raccolti tra Cielo e Terra, muta, apparendo ogni volta diverso pur rimanendo se stesso e, di certo, non può essere rinchiuso in un recinto.

Soffermiamoci ora sulla portata che ha per i Massoni quello che spira tra l’Umano e il Divino e che per secoli ha scavato nella roccia il cammino che noi oggi percorriamo.

Un itinerario che non si compone di un unico tragitto, ma di tante strade quanti sono coloro che vi transitano, avendo in comune la meta e la mappa del viaggio, il panorama e gli ostacoli, elementi che ci fanno essere Fratelli nella ricerca della pietra filosofale.

Chiunque si inerpichi consapevolmente lungo tali sentieri aspira a diventare un Massone migliore, condizione alquanto instabile, perché spesso ci smarriamo, dimentichiamo la strada e ci scoraggiamo, finendo con il dubitare di noi stessi e degli altri e persino del Grande Architetto dell’Universo.

Tuttavia, perdendoci, possiamo scoprire prati fioriti e campi coltivati, selve oscure e terreni arsi di cui, altrimenti, non avremmo fatto esperienza.

La pazienza e la perseveranza sono le virtù principali dell’Iniziato come del Maestro Massone, che sa di doversi rimettere in marcia ogni giorno lungo la via della sua interiorità, per andare alla ricerca della scintilla divina che la abita; conscio di dover ripartire ogni volta per riuscire a scorgere lo spirito e in esso riposare, per poi da lì riprendere la via.

Tutto quanto ci serve nel cammino massonico di cura e di liberazione è già in noi. Si tratta di ricostruire la nostra vera identità attraverso la conoscenza di noi stessi e la pratica spirituale.

Quell’identità che qualche volta abbiamo smarrito, perché disgregata in mille parti da altrettante ferite, e quindi invasa dalle ombre che si formano nella nostra interiorità, che il percorso massonico ci insegna ad illuminare e sanare.

Guardare, ricordare, ascoltare, accogliere, curare, conoscere, quindi Amare: questi i verbi del Massone. Il suo è essenzialmente un viaggio in cui al tragitto spirituale verso la Luce si affianca il “Conosci te stesso” che lo spinge a scendere negli inferi del suo animo, intraprendendo un tragitto che non avrà mai un’unica direzione, perché rischierebbe di rimanere abbagliato dalla Luce o di perdersi nel buio.

A lui è dato di usare la Luce per illuminare le parti di sé più nascoste, quelle che, inconsapevolmente, influenzano il suo agire e di abbracciare il buio senza considerarlo un intruso.

È infatti il buio a dare alla Luce la possibilità di risplendere, così come le ombre ci offrono l’occasione di evolvere, se impariamo a guardarle con nuovi occhi e ad accoglierle.

Perché

a ogni passo verso l’individuazione si produce una nuova colpa, che richiede una nuova espiazione.

I nostri peccati, errori e colpe sono necessari, altrimenti saremmo privati dei più preziosi incentivi allo sviluppo.
Carl G. Jung

Il vento in sé è sinonimo della nostra capacità di adattarci al mondo esterno e crescere individualmente. Se però lo combiniamo con gli altri fattori che abbiamo descritto prima, possiamo fronteggiare il cambiamento che ci giunge dall’esterno come stimolo e verificare se vi siano altre modalità possibili, che magari potrebbero essere più opportune ed efficaci nella condizione del momento.

Un Massone, soprattutto se Apprendista, non viaggia da solo: quella che lo aspetta è un’impresa difficile, irta di insidie, durante la quale sarà facile perdersi. Perciò cammina in compagnia e sceglie una guida, un Maestro. Perciò si si trova dei compagni di strada, che facendo da specchio e contraltare alla sua interiorità, gli indicheranno la via quando rischierà di smarrirla. Egli, lavorando in una Loggia, impara a volgere verso di sé quello sguardo e a fare lo stesso verso gli altri, che siano o meno componenti della sua Officina.

Accogliere il cambiamento non vuol dire non scegliere, ma rendersi disponibili a sentire dove e come possiamo dirigere la nostra vita ora.

Buon 2023.

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Autore Rosmunda Cristiano

Mi chiamo Rosmunda. Vivo la Vita con Passione. Ho un difetto: sono un Libero Pensatore. Ho un pregio: sono un Libero Pensatore.