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Toscana, rapporto mafie, dichiarazione di Rossi

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Enrico Rossi


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Rossi: ‘Contro la criminalità attenzione consapevole e screening come per i tumori’

Riceviamo e pubblichiamo.

Non c’è più la Toscana felice, né dobbiamo essere la bella addormentata nel bosco.

Il presidente della Toscana Enrico Rossi spiega così il senso del rapporto annuale sui fenomeni di criminalità in Toscana affidata alla Normale di Pisa, presentato oggi, 11 dicembre a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze alla presenza del ministro Orlando.

Spiega Rossi:

Non c’è, ad oggi in Toscana una presenza territoriale organizzata della mafia. Ma domani potrebbe accadere. Già oggi del resto la Toscana è terra dove le mafie e la criminalità investono e sono state certificate presenze preoccupanti: sulla gestione dei rifiuti, sulle tratte e il caporalato, sul commercio della droga o i traffici del porto di Livorno. E non dobbiamo farci dunque trovare impreparati.

Serve un’attenzione consapevole, anche quando non ci sono grossi titoli, perché chiudere gli occhi in questi casi è esiziale.
La Toscana è attraversata da tutte le contraddizioni dell’epoca che stiamo vivendo.

Da qui la metafora del tumore e della prevenzione.

Sottolinea il presidente:

Serve uno screening periodico, per evitare sorprese e far sì che l’intervento chirurgico sia meno invasivo e con maggiori possibilità di successo. Chi sa può contrastare meglio ma sapere smuove anche la coscienza civile e questa è una grande ricchezza della Toscana: un tessuto sociale reattivo riconosciuto anche da più di un magistrato, vivo anche nelle istituzioni quando non si chiudono in se stesse e decidono di collaborare.

Ed è quel fuoco attivo che ci permetterà di non fare passi indietro che con questa ricerca vogliamo stimolare, affinché i cittadini che sanno si facciano coraggio e montino le scale delle procure denunciando anomalie di ogni sorta.

L’impegno toscano è stato apprezzato anche dal ministro Orlando che ha detto:

La Regione ha colto con questo rapporto lo spirito della nuova autorità nazionale.

Tra gli avversari della lotta alla mafia c’è il negazionismo della sua presenza. Un elemento irrinunciabile deve essere dunque l’analisi dei questi fenomeni per affinare la capacità di reazione e siccome ogni territorio e ogni realtà ha la sue specificità, rapporti regionali e locali sono importantissimi.

Nell’intervento in sala Pegaso il presidente Rossi si è soffermato su ulteriori temi, partendo dalle inchieste giudiziarie in corso:

Dobbiamo combattere anche quei fenomeni che giuridicamente non si possono definire mafia ma sono altrettanto preoccupanti” premette. Accenna così a Prato, alle aziende cinesi, al mancato rispetto delle regole sulla sicurezza sul lavoro e all’evasione fiscale e contributiva, che “creano un intreccio e una zona grigia di criticità.

Credo che la politica e le istituzioni debbano prendere consapevolezza e schierarsi in maniera netta.

Rammenta le indagini sulle frodi nel settore vinicolo

su cui già ci sono risultati importanti

l’impegno contro il caporalato e la tratta delle donne, quello nel contrasto al mercato della droga.

Rossi rimarca la parte che vuole fare la Regione, senza tirarsi indietro

perché anche le pubbliche amministrazioni devono fare il loro dovere. La politica deve fare il primo passo, prima ancora della magistratura, e rafforzare tutti quei presidi che consentano di combattere i fenomeni corruttivi.

Serve trasparenza e la Toscana lo sta facendo con l’attività ad esempio dell’osservatorio sugli appalti pubblici, il primo a partire tra le Regioni.

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