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Rivoluzione: ora tocca ai musei

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Dal 1 luglio arrivano cambiamenti che riguarderanno tariffe ed orari dei musei,con sconti solo per i giovani e categorie particolari, mentre biglietto intero per gli over 65 che fino ad ora entravano gratis.

Questi sono solo alcuni dei cambiamenti che investiranno i musei a partire dall’inizio del mese prossimo. L’annuncio è stato fatto dal Ministro della cultura, Franceschini, durante gli stati generali della cultura, organizzati a Roma dal Sole 24 Ore. Nel dettaglio i cambiamenti riguarderanno:

la gratutità sotto i 18 anni e sconti fino a 25; entreranno gratis nei musei statali i bambini fino a 18 anni e le riduzioni  saranno valide fino al venticinquesimo anno di vita. La gratuità spetterà anche ad alcune categorie particolari come gli insegnanti: sarebbe bello capire il motivo di tale decisione.

Musei gratis ogni prima domenica del mese.

Ogni anno due notti al museo ad 1 euro: l’idea, inizialmente lanciata in via sperimentale, ora diventa permanente.

Tutti i venerdì i musei saranno aperti fino alle 22: questo riguarda tutti i grandi musei, compresi il Colosseo, gli scavi di Pompei e gli Uffizzi.

La decisione è stata presa visionando i dati sugli ingressi nei nostri musei, o meglio guardando gli introiti provenienti da essi. Infatti  le migliaia di musei che ricoprono il territorio italiano potrebbero rappresentare un ‘ industria da 100 miliardi di euro l’anno e quindi produrre dei ritorni giganteschi, ma purtroppo questo in Italia non avviene. Basti pensare che solo il Louvre, in Francia, riesce a raccogliere cifre come 100 milioni di euro annui, mentre le regioni italiane solo poche decine di migliaia di euro. 

La cultura non è mai decollata e non si è mai saputo valorizzarla  e sfruttarla come volano di crescita. Le colpe sono tante e di tanti, ma principalmente incide il problema dei fondi. Il Ministero dei Beni culturali ha a disposizione ogni anno circa 1,3 miliardi per tutelare e valorizzare il nostro patrimonio, spendendo solo 1,1% del nostro Pil.  A ciò si aggiunge la mancanza di mentalità imprenditoriale, la quale non riesce a coniugare culturale e marchandising e la pubblica amministrazione tende a soffocare le iniziative. In Italia ci svegliamo, forse, sempre troppo tardi e poi serviva l’Europa ed il suo modello per farci aprire gli occhi ed agire in vista di un miglioramento e di un utilizzo proficuo di ciò che da anni ci circonda e che ci rende il ” Bel Paese”?!

Monica De Lucia

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Autore Monica De Lucia

Monica De Lucia, giornalista pubblicista, laureata in Scienze filosofiche presso l'Università "Federico II" di Napoli.