Ritenuto il fiume più inquinato d’Europa, ha dato vita alla terra più fertile al mondo, assumendo in passato l’appellativo di Dio Sarno
Il fiume Sarno è l’emblema di come la scelleratezza dell’uomo distrugga la bellezza della natura.
Sul Sarno è stato detto e scritto di tutto, soprattutto in negativo. Noi, invece, vogliamo aggiungere un carico da briscola, con la speranza di riabilitare questo corso d’acqua di soli ventiquattro chilometri, che può vantare un primato che solo pochi fiumi al mondo si possono fregiare: la divinizzazione.
La piana del Sarno o, come viene comunemente chiamata, agro sarnese – nocerino, è una distesa pianeggiante di circa duecento chilometri quadrati, abitata fin dalla preistoria. Infatti, nel comune di Poggiomarino, località Longola, durante degli scavi è stata scoperto un insediamento abitativo risalente all’VIII secolo a.C..
Nel periodo romano la zona era altamente strategica ed era attraversata da due strade consiliari, la via Domiziana e la via Popilia e, quest’ultima, conduceva fino a Reggio Calabria.
Numerosi gli autori romani che lo hanno citato, come Virgilio, nel settimo libro dell’Eneide, Strabone e Plinio il Vecchio, solo per ricordarne qualcuno.
Tutto ciò rafforza l’importanza del fiume nello sviluppo economico della storia del territorio, a quel tempo navigabile, tanto da assumere, nell’immaginario collettivo del tempo, le sembianze di una divinità fluviale.
Infatti, negli affreschi pompeiani, viene raffigurato come un Dio in un paesaggio fluviale, semisdraiato, con una tunica color verde o azzurro, che poggia un braccio su di un’anfora da cui fuoriesce l’acqua e stringe in una mano una canna, circondato figure femminili, le ninfe fluviali, e uccelli.
Ancora oggi l’agro sarnese – nocerino, grazie alla notevole presenza di acqua a livello superficiale, forse antichi corsi d’acqua coperti dalle eruzioni vulcaniche, e ai sedimenti vulcanici risulta essere una delle zone più fertili al mondo, ma, naturalmente, non viene citato in nessun libro di storia!
Ma davvero il fiume Sarno è il più inquinato d’Europa? Forse sì, ma non per colpa sua, anzi; nei suoi primi chilometri è ricco di vita e offre spazi verdi dove è possibile trascorrere ore spensierate.
Ha ben quattro sorgenti, che formano altrettanti ruscelli che si uniscono formando il fiume vero e proprio. Due sono state convogliate dall’acquedotto campano e forniscono acqua ad oltre un milione di persone.
La prima è quella di “Foce”, posta nell’omonima frazione, dal latino fauces = bocche, questa sorgente è captata dall’acquedotto campano e una minima parte, o il “troppo pieno” dell’acquedotto, confluisce nel Rivo Foce.
Ultimamente si è cercato di valorizzare la zona con un’area di verde pubblico, gestita da privati, denominata Parco dei Cinque Sensi, che, nei giorni festivi e in quelli estivi, è frequentato dalle famiglie e da un lungo fiume dove è possibile passeggiare nel silenzio della natura.
Una curiosità: all’interno del Parco dei Cinque Sensi vi è una palazzina che appartiene al Comune di Torre Annunziata.
La seconda è quella del Rio Palazzo, situata al centro della città di Sarno, che però, stranamente, ricade in un’area privata e la sua visione è ostruita da un cancello. Fino agli inizi del ventesimo secolo, il Rio Palazzo, con la sua forza motrice, forniva energia alle fabbriche.
Va ricordato che la città era un grande distretto industriale, soprattutto per la lavorazione della canapa, e che aveva attirato molti investitori stranieri.
La terza è il Rivo Cerola, che, fino agli anni ottanta, costeggiando la Villa comunale, dove si poteva bere l’acqua sulfurea, alimentava uno storico lavatoio, che fu poi smantellato per esigenze di “viabilità”, mentre la sorgente di acqua sulfurea fu “contaminata da ignoti” e venne chiusa.
L’ultima è il Rio Santa Marina, anch’essa intercettata dall’acquedotto campano, che ha smantellato l’originario “occhio di mare”. Il Rio Santa Marina segna il confine naturale tra i comuni di Nocera e Sarno.
Grazie a volenterosi cittadini, sulla sponda sarnese sono sorte le “Oasi del Fiume”, per trascorrere alcune ore in completo relax immersi nella natura e i più temerari possono tuffarsi nelle acque limpide del fiume per un bagno ristoratore.
Le oasi sono gratuite, accessibili a tutti, basta contattare i proprietari degli appezzamenti, e sono dotate di area di pic-nic. Inoltre, è possibile provare l’ebbrezza della navigazione fluviale con il Lontrone, un’imbarcazione a fondo in legno di quercia, utilizzato, un tempo, per trasportare le merci e mezzo più economico e veloce per spostarsi.
Il Rio Santa Marina ha due primati: sulle sue sponde è nata la coltivazione intensiva del Pomodoro San Marzano e nel luglio 2015 è esondato con quaranta gradi all’ombra, per la mancata manutenzione degli enti preposti.
Questi quattro corsi d’acqua si incontrano nella località detta l’Affrontata, formando il fiume Sarno, che prosegue ancora qualche chilometro fino a quando non incontra il suo killer.
Si tratta dell’Alveolo Nocerino, il cui protagonista assoluto è il torrente Solofrana, un canale borbonico che partiva da Solofra con lo scopo di irrigare i campi, oggi una cloaca dove convergono i rifiuti industriali delle concerie e delle fabbriche del comune avellinese che incontra lungo il suo cammino.
Questi veleni vengono sversati nel Sarno che diventa il fiume più inquinato d’Europa. Negli anni, sono stati spesi milioni di euro per bonificarlo, con la costruzione di due depuratori nei comuni di Mercato San Severino e Nocera Superiore, che non hanno però portato i benefici sperati.
Il fiume attraversa anche la città di Scafati, formando alcuni canali, tanto che la cittadina, in passato, era chiamata la “piccola Venezia”, e si getta nel Mar Tirreno nel Comune di Torre Annunziata, presso lo scoglio di Rovigliano.
Nonostante i rifiuti mortali che il fiume sversa, in quel tratto di costa si è creato un ambiente sottomarino incontaminato di tipo tropicale.
Autore Mimmo Bafurno
Mimmo Bafurno, esperto di comunicazione e scrittore, ha collaborato con le maggiori case editrici. Ha pubblicato il volume "Datemi la Parola, Sono un Terrone". Attualmente collabora con terronitv.