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Il Cacciatore di Graffiti: ricordi ed altro di Augusto De Luca

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Il Cacciatore di Graffiti: Augusto De Luca


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Nel 2005, tornato a Napoli dopo aver trascorso alcuni anni a Roma, mi accorsi che, sui muri della città, c’erano tanti disegni colorati su carta che mi ricordavano le opere di Haring, Cutrone e Scharf.

Ne fui subito colpito, anche se ancora non sapevo nulla di Street Art.

Cominciai a raccoglierli perché mi piacevano e perché, in questo modo, sapevo di poterli preservare dall’usura che li avrebbe rovinati.

Da quel momento, con mia moglie Nataliya, prendemmo l’abitudine di andare “a caccia” in giro per la città muniti di uno scaletto.

Il Cacciatore di Graffiti: Augusto De Luca

Un giorno venne a casa mia Luca Borriello, dell’Osservatorio Nazionale sul Writing, e rimase sorpreso dall’inusuale collezione, ne parlò con una giornalista de ‘Il Mattino’, che s’innamorò della storia, e, inaspettatamente, mi ritrovai pubblicato in un articolo tutta pagina a cinque colonne intitolato ‘Il Cacciatore di Graffiti’.

Subito dopo iniziò una collaborazione con il writer Iabo e la successiva pubblicazione del video ‘Iabo cattura il Cacciatore di Graffiti’: ideato come performance ironica di risposta dei writer.

Accumulato un bel po’ di materiale tra foto e video, con cui avevo documentato le mie azioni, mi venne l’idea di pubblicare tutto su Internet su varie pagine, siti e blog.

Pensai di dare un seguito a questa storia, sfruttandola per valorizzare la Street Art, portandola, proprio attraverso il web, nella casa di tutti, cercando di incuriosire la gente che, vedendomi su di uno scaletto in strada mentre staccavo graffiti, sicuramente rimaneva colpita e, chi ignorava questa forma d’arte, imparasse a riconoscerla.

L’operazione diventava popolare.

All’inizio ebbi molte accuse da parte dei writer che, all’oscuro della natura dell’esperimento, mi tacciavano del furto delle loro opere.
Poi, quando ci fu un crescendo di attenzione verso le mie pagine online, coloro che all’inizio erano contro di me, passarono dalla mia parte.

Moltissimi erano i writer e gli street artist che dicevano:

Continua così, almeno c’è una voce che ci appoggia e fa conoscere la Street Art.

Proprio in quel periodo, infatti, lo Stato contrastava questi artisti con pesanti pene per chi “imbrattava i muri” e la mia performance diventò l’unica risposta che essi potessero dare alle istituzioni.

Insomma, da “ladro di graffiti” diventai il “paladino” degli street artist.

Questa operazione nasceva con una disapprovazione iniziale. Il dissenso, spesso, è più importante del consenso perché fa discutere: è questa la provocazione. La discussione genera il passa parola e ciò fa sì che si parli di Street Art, che è vera e propria arte: tutti devono conoscerla ed apprezzarla.

Per quanto riguarda i pezzi della collezione ci tengo a sottolineare che ho sempre dichiarato che sono a disposizione di qualsiasi ente in grado di assicurare e garantire la loro conservazione e custodia.

La gente, vedendo che stacco i graffiti su carta dai muri, s’incuriosisce: è questo che voglio.

I graffiti vanno valorizzati, è importante che se ne parli, provocare serve a questo.

Questo era il mio slogan, anzi… quello del Cacciatore di Graffiti.

Il Cacciatore di Graffiti: Augusto De Luca

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Autore Augusto De Luca

Augusto De Luca, laureato in giurisprudenza presso l'Università 'Federico II' di Napoli, fotografo professionista dalla metà degli anni '70. Il suo stile è caratterizzato da un'attenzione particolare per le inquadrature e per le minime unità espressive dell'oggetto inquadrato. Conosciuto a livello internazionale, ha esposto in molte gallerie italiane ed estere. Le sue fotografie compaiono in collezioni pubbliche e private come quelle della International Polaroid Collection, USA, della Biblioteca Nazionale di Parigi, dell'Archivio Fotografico Comunale di Roma, della Galleria Nazionale delle Arti Estetiche della Cina, Pechino, del Museo de la Photographie di Charleroi, Belgio.