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‘La sposa prigioniera’ al Teatro Studio Uno

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In scena dal 28 febbraio al 3 marzo a Roma

Riceviamo e pubblichiamo.

Debutta in prima assoluta al Teatro Studio Uno di Roma al 28 febbraio al 3 marzo ‘La sposa prigioniera’ spettacolo vincitore del bando Under25_Gold dedicato alle giovani realtà teatrali contemporanee, ideato e prodotto da Progetto Goldstein e Teatro Studio Uno.
In scena un lavoro fresco, nuovo ed originale che racconta il rapporto delle giovani generazioni con un “sistema” da rispettare, scritto e diretto da Gianni Spezzano promosso da Cerbero Teatro con protagonisti giovanissimi attori della compagnia del Teatro NEST di Napoli.

Esiste un sistema. Il sistema, in qualunque forma si presenti, in qualunque modo ci si rapporti, in ultima analisi, ti ingabbia sempre.

5 anni. È il tempo che Isabella ha aspettato, chiusa nella sua casa, tra mille lussi e un popolo sconosciuto. Non ha più memoria di quello che era prima, quella persona l’ha abbandonata quando ha deciso di sposare Fabio 6 prima.

Un anno di felicità e poi i rischi del mestiere bussano alla porta. 5 anni. È la pena che Fabio deve scontare per i suoi crimini. È la pena che Fabio impone a sua moglie, alla sua onesta, brava e fedele moglie che lo aspetterà.

Intanto fuori il mondo gira. Il sistema continua a funzionare. Cambia forma, cambia formazione, cambia formato ma ciò che lo alimenta è un moto perpetuo, invisibile, inafferrabile. Peppe, Marianna, Ciro e Carmine sono gli abitanti di questo sistema, sagome riconosciute di quel popolo sconosciuto di cui Isabella è entrata a far parte. Sono tutti vittime e carnefici in quella gabbia che il sistema ha costruito per loro.

Sono un evaso dal sistema e questo è il mio manifesto.

Con queste parole, prese in prestito dal famoso Manifesto di un Raver, una giovane chiude la sua arringa contro un pubblico che identifica come un popolo di un sistema che rifiuta. Incappucciata, cercando un anonimato che le consenta di liberarsi della propria identità plagiata, si scatena in una danza libera, impulsiva, triviale.

Ma cos’è questo ‘sistema’? Siamo tutti dentro ad un ‘sistema’? Oltre i confini della malavita, qual è il ‘sistema’ che ci appartiene? In che modo il ‘sistema’ ci imprigiona?

Il processo di ribellione ad un tipo di sistema finisce sempre e solo per omologare e ingabbiare tutto sotto un’altra forma. Emblema è il movimento dei Raver, che negli anni ’60 nasceva come contro – cultura, negli anni ’90 ha vissuto la sua decadenza, lasciandosi inglobare dal mercato delle droghe sintetiche, l’altra faccia della medaglia del mondo capitalistico che tanto veniva messo in discussione.

Prologo e fine della pièce che conduce tutto ad una vorticosa circolarità. Isabella, sposa devota di un uomo di ‘sistema’ rimane prigioniera nella gabbia di oro nero della malavita e con lei gli altri protagonisti, guardie armate a sigillo di un grottesco clan.
Nessun evento per quanto rivoluzionario potrà modificare il destino di ognuno.
Tutto cambierà e nascerà tragicamente in un nuovo sistemico anti-sistema.

‘La sposa prigioniera’
Un progetto della compagnia Nest
scritto e diretto da Gianni Spezzano
con Armando De Giulio, Emilia Francescone, Lisa Imperatore, Raffaella Nocerino, Nunzia Pace, Emanuele Pelosi, Francesco Porro, Vincenzo Sacchettino, Giulia Iole Visaggi scenografia Vincenzo Leone
disegno Luci Desideria Angeloni
costumi Giovanna Napolitano
ass. Costumi Anna Celeste Cozzolino
grafica Emanuele Pelosi
analisi del testo Cristel Checca
organizzazione Carla Borrelli, Valeria Zinno
coordinamento artistico Adriano Pantaleo, Francesco Di Leva, Giuseppe Gaudino